Sofia, vent’anni, vive a Casablanca con i suoi genitori. Durante un pranzo di famiglia, ha violenti crampi allo stomaco. Sua cugina Lena, studentessa di medicina specializzanda in oncologia, capisce subito e con discrezione la situazione: Sofia sta per partorire. Nessuno sapeva della sua gravidanza e, usando come scusa la necessità di recarsi in farmacia, Lena prende l’iniziativa di portare Sofia all’ospedale, dove partorisce. Ma ci sono solo 24 ore per risolvere un grosso problema: Sofia deve sposarsi per non infrangere la legge. Inizia così la ricerca del padre…
Note di regia
“La mia storia è nata in modo spontaneo quando ho iniziato a domandarmi come un dramma di questo tipo potesse essere rivelatore del funzionamento di una società in tutti i suoi aspetti. Inoltre, il matrimonio incarna ancora il successo più grande che si possa raggiungere in Marocco. Permette di rafforzare la propria situazione sociale; per questo deve essere il più vistoso e sontuoso possibile…viviamo in una società basata sull’apparenza dove l’immagine che diamo di noi e della nostra famiglia è fondamentale. I genitori di Sofia sono più preoccupati delle origini modeste del padre del bambino che della nascita in sé e per loro la gravidanza della figlia è meno drammatica del suo inevitabile matrimonio con un ragazzo che proviene dai quartieri popolari. Si tratta di salvare il loro onore e quello della loro figlia ma anche (e soprattutto) di preservare la loro immagine davanti agli altri, soprattutto perché il dramma arriva in un momento cruciale in cui stanno per siglare un contratto con il cognato francese che cambierà le loro vite e permetterà loro la scalata sociale”.