Caustico e graffiante, sempre consacrato a un cinema che vuole mettere a disagio lo spettatore e provocarne la sensibilità, il regista austriaco Ulrich Seidl torna con Rimini al racconto di finzione dopo i documentari In the Basement e Safari.
Per una Rimini invernale, fredda e desolata, si aggira la figura impellicciata di Richie Bravo, cantante austriaco ormai di una certa età che non si arrende al declino e insegue ancora i fasti di una carriera ferma agli anni ottanta. I fan ormai sono quelli dei centri anziani e delle comitive apposite, pochi ma sempre accaniti. Richie li premia con la dedizione di un performer instancabile, la stessa che mette nel lavoro di gigolo con cui arrotonda lo stipendio. Con un fratello in Austria e un padre malato, l’uomo non ha particolari legami, ma le cose cambiano quando una ragazza a un concerto lo approccia sostenendo di essere sua figlia.