Dopo un grave incidente sul lavoro Giuseppe è
disoccupato. Suo figlio Antò sogna di fare l’archeologo
e pensa che l’occhio vitreo del padre
sia il segno di un superpotere.
Sono rimasti soli da quando Angela, madre e
moglie adorata, è morta per un malore mentre
era al lavoro nei campi.
Senza più una casa, costretto a chiedere lavoro
e asilo in una tendopoli insieme ad altri braccianti
stagionali, Giuseppe ha ancora la forza di
stringere a sé Antò, la sera, e raccontargli una
storia. Gli ha promesso che un giorno riavrà sua
madre, e rispetterà quella promessa, a qualunque
prezzo.
Note di regia
” In Spaccapietre arte e biografia
personale si intrecciano inseparabilmente.
La vicenda
al centro del film prende spunto da un fatto
di cronaca di qualche estate fa, la morte
sul lavoro della bracciante pugliese Paola
Clemente, e dall’assurda coincidenza con la
morte di nostra nonna paterna, deceduta lavorando
negli stessi campi nel 1958. E, come
il padre di Giuseppe nel film, anche nostro
nonno paterno, prima di partire per Torino
negli anni Sessanta, faceva lo ‘spaccapietre’.
Il film è innanzitutto il tentativo di riappropriarci
di un’anima, quella di nostra
nonna mai conosciuta, attraverso la storia
e il corpo di un’altra donna. Ma è anche un
film d’amore paterno in cui affiorano puri i
temi della morte, della violenza, della paura,
dell’amore, della vendetta.”