Roberto Roversi
Presidente nazionale UCCA
“Venezia 77” getta il cuore oltre la pandemia
“The global film industry has never been hit so badly in its entire history”: a queste accorate parole Alberto Barbera ha affidato, in un appello a Variety, il senso profondo del coraggioso tentativo di Venezia di rimettere in moto il circuito dei festival, da sempre cuore pulsante del cinema di qualità.
E poco importa se la line-up non ha il glamour pre-Oscar degli anni scorsi, se inevitabilmente i divi americani diserteranno e se il tappeto rosso sarà relegato ai fotografi. Se alcune conferenze stampa avverranno via Zoom, se gli accreditati dovranno osservare draconiane prescrizioni sanitarie.
Dopo i dolorosi annullamenti di Cannes, Telluride e Locarno era indispensabile dare un segnale di presenza, in tutti i sensi, uscire dal loop di mesi di streaming, riappropriarsi del senso comunitario della sala cinematografica.
Barbera e i suoi collaboratori, inoltre, hanno imbastito una selezione ufficiale di tutto rispetto: nonostante le forzate rinunce a “pesi massimi” come Leos Carax e Nanni Moretti, rimasti fedeli a Cannes 2021, il concorso presenta autori del calibro di Chloé Zhao, Amos Gitai, Andrej Končalovskij e la possibile rivelazione messicana Michel Franco, mentre l’Italia è ben rappresentata da Emma Dante, Susanna Nicchiarelli e dall’atteso “Notturno” di Gianfranco Rosi. Non so se andrà tutto bene, ma vale la pena provarci.