Valeria Collina, una donna italiana convertita all’Islam, è tornata a vivere in Italia dopo vent’anni trascorsi in Marocco. Nel giugno del 2017, la sua vita è sconvolta dalla morte del giovane figlio Youssef, membro del commando
jihadista che sul London Bridge ha provocato 8 morti. Ventiquattro ore dopo la piccola casa di Valeria sui colli bolognesi è invasa da giornalisti provenienti da tutto il mondo. Valeria condanna pubblicamente le azioni del figlio e decide di non partecipare al suo funerale. In seguito alla confusione di quei giorni, Valeria si ritrova sola, nella quiete della sua casa, cercando di rimettere insieme la sua vita.
Note di regia:
Una ragazza in altalena dondola in controluce in un filmato super 8mm degli anni ‘60. La ragazza ride. È Valeria Collina. Quella stessa donna oggi è inginocchiata in una casa sulle colline e prega. In questo arco, tra queste due donne, c’e visivamente il nostro film. Nel film vita odierna e memoria si alternano: lo spettatore da una parte seguirà le tappe fondamentali della vita di Valeria, dall’altra sarà posto di fronte al percorso odierno di una madre ferita alle prese con una nuova fase della sua vita, dopo la tragica morte di un figlio.