Budapest, oggi. Abel prepara il suo esame di maturità schiacciato tra le aspettative della famiglia e l’amore non confessato per la sua amica Janka.
Quando l’esame va storto, la bocciatura del ragazzo diventa la scintilla che incendia lo scontro tra suo padre, convinto conservatore, e il suo professore di storia, progressista. Finché l’accaduto non diventa scandalo mediatico e il conflitto si sposta su un piano ancora più ampio… Ambientato nell’Ungheria di Orbán e acclamato al Festival di Venezia, Una spiegazione per tutto racconta l’oggi con raffinata umanità e restituisce il ritratto di un Paese (e di un’Europa?) spaccato in due, dove nessuno sa o vuole comunicare apertamente con l’altro.
Note di regia:
Per molto tempo, mi sono sentito soffocare dal clima di divisione che si respira nel mio Paese e che permea la mia vita quotidiana. Nel 2021, l’Università di Teatro e arti cinematografiche di Budapest ha perduto la propria autonomia quando è stata completamente riorganizzata dall’alto secondo le direttive dello Stato, e i professori e gli studenti non erano affatto d’accordo.
Le manifestazioni hanno presto preso una piega partitica e da un giorno all’altro l’intera comunità universitaria è stata etichettata come movimento di opposizione dai politici e dai media controllati dal Governo (…)
La situazione si è aggravata a tal punto che le persone ormai non si ascoltano e non si capiscono. Sono convinto che, se la normale comunicazione umana cessa, nessuno possa crescere; dopotutto, questo è uno dei fondamenti di una società vivibile.