Lo chiamavano Cargo

Lo chiamavano Cargo

di Marco Signoretti

Anno: 2019/20

Paese: Italia

Durata: 15’

Italia, fine anni ’60. In un villaggio del Mezzogiorno arrivano due forestieri: il primo ha una cinepresa, il secondo ha una pistola. Attraversando quella terra desolata, i due avranno un’occasione insperata per cambiare il corso della storia.

PREMIO CESARE ZAVATTINI

Introduzione

Il Premio Cesare Zavattini viene da lontano: a lungo si è discusso in seno alla Fondazione Aamod su come favorire i giovani nell’accesso e nel riuso del patrimonio filmico conservato negli archivi. Il progetto che ne è scaturito ha poi assunto una sua identità peculiare, fondendo la dimensione formativa con quella produttiva. La formula, già presente nella prima edizione del 2016, si è via via consolidata nelle successive. Al Premio possono concorrere, dunque, attraverso un bando pubblico, giovani film-maker professionisti e non, di qualsiasi nazionalità, di età compresa tra i 18 e i 35 anni: basta presentare il progetto di un cortometraggio documentario, della durata massima di 15 minuti, che preveda l’utilizzazione anche parziale del materiale filmico della Fondazione Aamod, degli archivi partner o di altri archivi. Tra i progetti pervenuti, una Giuria composta da cinque importanti personalità del cinema italiano sceglie i progetti finalisti, i cui autori hanno la possibilità di partecipare a incontri formativi e di sviluppo guidati da affermati professionisti. Al termine, la stessa Giuria seleziona tra i finalisti tre progetti vincitori che, oltre a utilizzare liberamente, con licenze Creative Commons, il materiale filmico dell’Aamod e degli archivi partner, ricevono servizi gratuiti di supporto per la realizzazione dei cortometraggi e la somma di 2.000 euro per ciascun progetto realizzato.

L’iniziativa intende stimolare e premiare l’originalità, la sperimentazione, anche il ‘tradimento’ o il rimescolamento dei generi, in particolare nel riuso del cinema d’archivio. Non a caso è intitolata a Cesare Zavattini (scrittore, sceneggiatore, regista, giornalista, pittore, animatore culturale), uno dei padri del neorealismo italiano, ma anche sostenitore instancabile del cinema come libero, multiforme, creativo, irriverente strumento di conoscenza del reale in tutti i suoi aspetti.

Tutte le informazioni sul sito
www.premiozavattini.it

Dentrorsa

Dentrorsa

di Chiara Rigione

Anno: 2021

Paese: Italia

Durata: 18’

Il birrificio Vecchia Orsa è come una squadra di calcetto stralunata, un corpo di ballo sui generis, una band noise rock. 

DentrOrsa è uno sguardo diverso attraverso i bicchieri nelle mani degli avventori, tra i serbatoi e i riflessi delle pinte di birra, le schiume della cotta e le cascate di luppolo in forma di pellet. Un orecchio teso ai suoni di un microbirrificio della provincia emiliana e ai cinque protagonisti che lo animano: Luca, Valerio, Enrico, Dario e, soprattutto, l’immancabile Mimmo.

FUORICAMPO

Introduzione

Con Fuori Campo – Filmmaker per il sociale Arci Movie e UCCA hanno realizzato una residenza artistica, sostenuta dal Ministero della Cultura e da Siae nell’ambito del programma Per chi crea, che si è svolto nella prima parte del 2021 tra Napoli e Bologna.

L’obiettivo della residenza era selezionare 6 filmmakers under 35 che partecipassero ad un preliminare percorso formativo per poi raccontare 6 realtà del Terzo Settore presenti nelle due città, attraverso la realizzazione di brevi documentari. Per far ciò è stato lanciato un bando nazionale con cui sono stati scelti 6 autori e autrici provenienti da diverse zone del paese. Al tempo stesso è stata implementata una rete ampia di collaborazioni con 6 enti del privato sociale che fossero disponibili ad ospitare i filmmakers: a Napoli le associazioni ‛Figli in Famiglia’, ‘Traparentesi Onlus’ e il collettivo teatrale ‘F.pl. Femminile plurale’; a Bologna la cooperativa sociale ‘Arca di Noè’, il birrificio ‘Vecchia Orsa’ e il collettivo teatrale ‘Cantieri Meticci’.

La squadra di docenti e tutor di formazione è stata guidata dal regista Daniele Gaglianone, che ha curato la parte formativa e supervisionato la produzione delle opere, con la partecipazione del regista Nazareno M. Nicoletti, del Direttore del Terra di Tutti Film Festival Jonathan Ferramola, e del team di SMK Videofactory.

L’esito di Fuori Campo è una serie di opere di cui presentiamo, quest’anno, 3 cortometraggi e 1 mediometraggio, i quali offrono uno spaccato interessante delle realtà sociali coinvolte nella residenza, restituendo con linguaggi e approcci differenti una fotografia dell’attualità legata anche al momento complicato che attraversa il nostro paese in conseguenza della pandemia.

ANTONIO BORRELLI
Coordinatore Fuori Campo – Filmakers per il sociale

Elegia Meticcia

Elegia Meticcia

di Maurizio Dall'Acqua

Anno: 2021

Paese: Italia

Durata: 50’

Il fragore delle onde. Corpi immobili di fantocci di legno giacciono nel laboratorio di scenografia, come anime disperse nel mare. Tutto si concentra al MET, luogo teatro dalle sembianze di una grande nave costruita dalle mani di Cantieri Meticci, che non è solo una compagnia teatrale, ma una fucina d’arte cosmopolita e migrante, il risultato di una convivenza creativa e inclusiva di varie culture, un modello di società aperta. Attraverso un’ispirazione legata alla creazione drammaturgica dell’ultimo spettacolo, Il negro del Narciso di Conrad, Elegia Meticcia vuole essere una dichiarazione di intenti, culturale ed esistenziale, singolare e universale, la trasfigurazione artistica del trauma dei popoli, fatta di lotta e di sogno, per una società libera e meticcia.

FUORICAMPO

Introduzione

Con Fuori Campo – Filmmaker per il sociale Arci Movie e UCCA hanno realizzato una residenza artistica, sostenuta dal Ministero della Cultura e da Siae nell’ambito del programma Per chi crea, che si è svolto nella prima parte del 2021 tra Napoli e Bologna.

L’obiettivo della residenza era selezionare 6 filmmakers under 35 che partecipassero ad un preliminare percorso formativo per poi raccontare 6 realtà del Terzo Settore presenti nelle due città, attraverso la realizzazione di brevi documentari. Per far ciò è stato lanciato un bando nazionale con cui sono stati scelti 6 autori e autrici provenienti da diverse zone del paese. Al tempo stesso è stata implementata una rete ampia di collaborazioni con 6 enti del privato sociale che fossero disponibili ad ospitare i filmmakers: a Napoli le associazioni ‛Figli in Famiglia’, ‘Traparentesi Onlus’ e il collettivo teatrale ‘F.pl. Femminile plurale’; a Bologna la cooperativa sociale ‘Arca di Noè’, il birrificio ‘Vecchia Orsa’ e il collettivo teatrale ‘Cantieri Meticci’.

La squadra di docenti e tutor di formazione è stata guidata dal regista Daniele Gaglianone, che ha curato la parte formativa e supervisionato la produzione delle opere, con la partecipazione del regista Nazareno M. Nicoletti, del Direttore del Terra di Tutti Film Festival Jonathan Ferramola, e del team di SMK Videofactory.

L’esito di Fuori Campo è una serie di opere di cui presentiamo, quest’anno, 3 cortometraggi e 1 mediometraggio, i quali offrono uno spaccato interessante delle realtà sociali coinvolte nella residenza, restituendo con linguaggi e approcci differenti una fotografia dell’attualità legata anche al momento complicato che attraversa il nostro paese in conseguenza della pandemia.

ANTONIO BORRELLI
Coordinatore Fuori Campo – Filmakers per il sociale

Feritoie

Feritoie

di Michela Sartini

Anno: 2021

Paese: Italia

Durata: 19’

Nella prima periferia bolognese c’è una fabbrica speciale. Tra le mura ricoperte di ritratti e scritte Gianluca, Alberto, Hannane, Christian, Sergio, Panda e Paolo vanno a lavorare. Sono educatori e beneficiari di un progetto della cooperativa Arca di Noè, che ha l’obiettivo di inserire lavorativamente persone con varie forme di disabilità. 

Insieme a loro ci addentriamo nella quotidianità della fabbrica segnata non solo dalla routine lavorativa ma anche da un’attenzione ed una cura speciale verso ciascuna persona. Se in apparenza la fabbrica è uguale a tantissime altre, nel corso del racconto si farà progressivamente conoscenza dei vari protagonisti che la animano e della centralità di ogni persona, il vero perno su cui ruota l’operato della fabbrica.

FUORICAMPO

Introduzione

Con Fuori Campo – Filmmaker per il sociale Arci Movie e UCCA hanno realizzato una residenza artistica, sostenuta dal Ministero della Cultura e da Siae nell’ambito del programma Per chi crea, che si è svolto nella prima parte del 2021 tra Napoli e Bologna.

L’obiettivo della residenza era selezionare 6 filmmakers under 35 che partecipassero ad un preliminare percorso formativo per poi raccontare 6 realtà del Terzo Settore presenti nelle due città, attraverso la realizzazione di brevi documentari. Per far ciò è stato lanciato un bando nazionale con cui sono stati scelti 6 autori e autrici provenienti da diverse zone del paese. Al tempo stesso è stata implementata una rete ampia di collaborazioni con 6 enti del privato sociale che fossero disponibili ad ospitare i filmmakers: a Napoli le associazioni ‛Figli in Famiglia’, ‘Traparentesi Onlus’ e il collettivo teatrale ‘F.pl. Femminile plurale’; a Bologna la cooperativa sociale ‘Arca di Noè’, il birrificio ‘Vecchia Orsa’ e il collettivo teatrale ‘Cantieri Meticci’.

La squadra di docenti e tutor di formazione è stata guidata dal regista Daniele Gaglianone, che ha curato la parte formativa e supervisionato la produzione delle opere, con la partecipazione del regista Nazareno M. Nicoletti, del Direttore del Terra di Tutti Film Festival Jonathan Ferramola, e del team di SMK Videofactory.

L’esito di Fuori Campo è una serie di opere di cui presentiamo, quest’anno, 3 cortometraggi e 1 mediometraggio, i quali offrono uno spaccato interessante delle realtà sociali coinvolte nella residenza, restituendo con linguaggi e approcci differenti una fotografia dell’attualità legata anche al momento complicato che attraversa il nostro paese in conseguenza della pandemia.

ANTONIO BORRELLI
Coordinatore Fuori Campo – Filmakers per il sociale

Madrefiglio

Madrefiglio

di Luca Lanzano

Anno: 2021

Paese: Italia

Durata: 20’

Madrefiglio è l’intreccio di due storie: Sandra e Giosuè, Nely e Christian. Paesi, culture e vissuti diversi accomunati dalla visceralità del legame che c’è tra madri e figli. Vissuti legati da precarietà e grandi assenze: quelle paterne. Dalla lotta di chi deve crescere e deve far crescere in un contesto completamente diverso dalle proprie origini, come Napoli, alla continua ricerca di stabilità economica e d’integrazione. Madrefiglio è una messa a fuoco su bisogni, difficoltà, sofferenze e relazioni per fare emergere tra le due storie una similitudine e un bisogno universale profondamente umano.

FUORICAMPO

Introduzione

Con Fuori Campo – Filmmaker per il sociale Arci Movie e UCCA hanno realizzato una residenza artistica, sostenuta dal Ministero della Cultura e da Siae nell’ambito del programma Per chi crea, che si è svolto nella prima parte del 2021 tra Napoli e Bologna.

L’obiettivo della residenza era selezionare 6 filmmakers under 35 che partecipassero ad un preliminare percorso formativo per poi raccontare 6 realtà del Terzo Settore presenti nelle due città, attraverso la realizzazione di brevi documentari. Per far ciò è stato lanciato un bando nazionale con cui sono stati scelti 6 autori e autrici provenienti da diverse zone del paese. Al tempo stesso è stata implementata una rete ampia di collaborazioni con 6 enti del privato sociale che fossero disponibili ad ospitare i filmmakers: a Napoli le associazioni ‛Figli in Famiglia’, ‘Traparentesi Onlus’ e il collettivo teatrale ‘F.pl. Femminile plurale’; a Bologna la cooperativa sociale ‘Arca di Noè’, il birrificio ‘Vecchia Orsa’ e il collettivo teatrale ‘Cantieri Meticci’.

La squadra di docenti e tutor di formazione è stata guidata dal regista Daniele Gaglianone, che ha curato la parte formativa e supervisionato la produzione delle opere, con la partecipazione del regista Nazareno M. Nicoletti, del Direttore del Terra di Tutti Film Festival Jonathan Ferramola, e del team di SMK Videofactory.

L’esito di Fuori Campo è una serie di opere di cui presentiamo, quest’anno, 3 cortometraggi e 1 mediometraggio, i quali offrono uno spaccato interessante delle realtà sociali coinvolte nella residenza, restituendo con linguaggi e approcci differenti una fotografia dell’attualità legata anche al momento complicato che attraversa il nostro paese in conseguenza della pandemia.

ANTONIO BORRELLI
Coordinatore Fuori Campo – Filmakers per il sociale

Man Kind Man

Man Kind Man

di Iacopo Patierno

Biografilm 2021 (Premio del Pubblico), Cinemambiente 2021

Anno: 2020

Paese: Italia

Durata: 80’

Man Kind Man è la testimonianza di chi lotta contro un fluire degli eventi che sembra inarrestabile.
Due tartarughe marine, dopo essere state ritrovate spiaggiate nel litorale laziale, sono trasportate d’urgenza nell’ospedale delle tartarughe marine Anton Dohrn di Portici. Mentre le due tartarughe vengono curate, con la speranza di essere liberate in primavera, nel golfo di Napoli Luca raccoglie della sabbia e cerca di pulirla dalla terra lasciata da una gara di motocross; è la materia con cui realizza i suoi quadri. Una pagaia entra nelle acque cristalline del fiume Sarno. È Aniello che spinge il suo kayak verso i primi scarichi abusivi; Franco contempla il mare e raccoglie due petali di plastica trovati in spiaggia. È tutto vero o sono le due tartarughe che sognano?

Note di regia

“Era da tanto tempo che desideravo fare un film sul mare. Negli anni ho visto la plastica accumularsi e aumentare sempre più e stava diventando un’ossessione: mi sentivo frustrato e impotente. Una volta mentre ero in apnea mi sono ritrovato circondato da tanti piccoli coriandoli di plastica, io provavo ad afferrarli ma mi sfuggivano dalle mani, ancora e ancora. In quel momento è scattato qualcosa dentro di me e ho deciso che dovevo fare un film sul mare per raccontare quello che stava accadendo. Il mio lavoro è comunicare emozioni, trasmettere sentimenti, mostrare il mondo attraverso quello che osservo e così nel 2014 sono iniziate le riprese. L’ho girato completamente da solo, perché era diventato qualcosa di molto personale”.

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Futura

Futura

di Pietro Marcello, Francesco Munzi, Alice Rohrwacher

Festival di Cannes 2021 (Quinzaine des Réalisateurs), Toronto, New York Film Festival

Anno: 2021

Paese: Italia

Durata: 105’

Futura è un’inchiesta collettiva svolta da Pietro Marcello, Francesco Munzi e Alice Rohrwacher che ha lo scopo di esplorare l’idea di futuro di ragazze e ragazzi tra i 15 e i 20 anni incontrati nel corso di un lungo viaggio attraverso l’Italia.  Un ritratto del Paese osservato attraverso gli occhi di adolescenti che raccontano i luoghi in cui abitano, i propri sogni e le proprie aspettative tra desideri e paure. Ma chi sono questi giovani? Sono coloro che non sono più bambini, ma che non sono ancora adulti, coloro che sono impegnati nell’arduo compito del diventare adulti, una sorta di creature sovrannaturali. Sono i divenenti. Cosa diventeranno? Quanto ci riconosciamo nei giovani, oggi?

Note di regia

 “Ci siamo incontrati alla fine del 2019 con la voglia di realizzare un film insieme. A tutti noi è stato chiesto, nel corso della nostra carriera, di partecipare a lavori collettivi realizzando l’episodio di un progetto comune. La realizzazione di un singolo episodio pone tuttavia un grande limite alla possibilità di vivere un’esperienza di vera condivisione. Per noi lavorare insieme significa soprattutto guardare il lavoro dell’altro. Per questo, fin dal primo incontro, la nostra idea è stata quella di realizzare un’opera autenticamente collettiva, in cui la collettività fosse messa al servizio di un progetto organico. Da questo desiderio nasce Futura, un lavoro condiviso che ha lo scopo di raccontare i giovani italiani e tratteggiare, attraverso i loro occhi e le loro voci, un affresco del Paese. Un film di sentimento che attraverso gli adolescenti ci restituisce come in uno specchio l’immagine di noi adulti. Futura non è un film di osservazione e non è propriamente inscrivibile in quella vasta produzione definita cinema della realtà. Si tratta di un reportage nella sua forma più nobile. Nel realizzarlo ci siamo messi a servizio delle storie, subordinando il nostro ruolo di registi a quello di testimoni ed esecutori con l’intento di produrre un materiale filmico da raccogliere in una sorta di archivio del contemporaneo”.

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Allons Enfants

Allons Enfants

di Giovanni Aloi

Venezia 77 (Orizzonti)

Anno: 2020

Paese: Francia

Durata: 92'

Parigi, oggi. Léo è un giovane militare appena uscito dal corso di addestramento. Viene assegnato ad una caserma parigina da dove ogni giorno partono missioni di pattuglia e sorveglianza sulle strade della capitale, a difesa di obiettivi sensibili. Il loro compito è aspettare, aspettare un conflitto intangibile in cui nessuno è il nemico o forse tutti lo sono, in cui il pericolo può arrivare da qualsiasi parte e da qualsiasi persona. Oppure non arrivare mai. Ricevuto l’ordine di assicurare che una grande manifestazione antigovernativa non debordi dai limiti assegnati, Lèo è risucchiato nel mezzo di una folla furiosa. Quella che doveva essere una giornata come tutte le altre si trasforma in un caos di insoddisfazione, rabbia e paure di una generazione che vuole rivendicare i propri diritti. La pressione e la furia impotente che cresce da settimane sta per esplodere…

Note di regia

“Qualche anno fa, la Francia è “andata” in guerra contro il terrorismo. A seguito della dichiarazione dello stato di emergenza nel paese, siamo cresciuti abituandoci ad incontrare pattuglie di soldati con mitragliatrici in mano nelle vie della nostra città, più o meno quanti ne incontreresti in una nazione in guerra. Dire che “siamo cresciuti abituandoci” è una bugia. Incontrare tre soldati con fucili d’assalto ed una cinta di munizioni è qualcosa a cui non riesci ad abituarti, non io almeno.
La Terza Guerra è una guerra che magari inconsapevolmente noi stiamo combattendo. Una nuova
tipologia di guerra, non più di trincee, ma di potere. La tensione che accompagna il film viene da questa presa di coscienza: nessuno di noi sa esattamente che forme ha una guerra. Tutti noi abbiamo sicuramente visto immagini di scenari bellici, abbiamo visto film su questo tema, l’abbiamo vista sui notiziari, ma quale è davvero la “giusta” immagine di guerra?”

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L’occhio di vetro

L'occhio di vetro

di Duccio Chiarini

Festival dei Popoli 2020 (Premio Miglior Doc Italiano)

Anno: 2020

Paese: Italia

Durata: 86'

26 aprile 1945. Ferruccio Razzini, un ragazzo di quindici anni figlio di un eroe della Prima Guerra Mondiale, si ritrova a combattere tra le fila degli ultimi difensori della Repubblica di Salò. Ne scrive giorno per giorno in un diario in cui racconta anche i destini delle due sorelle maggiori, Liliana e Maria Grazia, sposate l’una a un fascista l’altra a un partigiano comunista. Il ragazzo è un vecchio zio del regista che, guidato da quel diario inizia, una ricerca nel passato della sua famiglia.

Note di regia

“Non ricordo esattamente il giorno in cui, bambino, venni a sapere che i miei nonni materni erano stati fascisti; né tantomeno ricordo come venni a saperlo, ma ricordo perfettamente il giorno in cui, ormai adolescente, mi resi conto di quello che ciò significava. Quel giorno la parola fascismo uscì dai libri di scuola e si frappose come nebbia tra me e le persone più amate, rendendo improvvisamente torbido tutto ciò che per anni era stato cristallino.  Del ventennio, in casa di mia madre, non si parlava mai: eppure, più quella parola veniva rimossa dalle conversazioni di casa, più essa diventava un’ambigua e inquietante presenza familiare. Negli anni quell’ambiguità divenne più profonda e lacerante. Per anni ho tentato di abbattere quel muro, ma né le mie provocazioni di ventenne né i ragionamenti di trentenne sono mai riusciti a colmare quella distanza; è stato purtroppo solo dopo la morte dei miei nonni che sono riuscito a fare luce su quegli anni, ricomponendo in questo documentario i tasselli di un’intricata storia di famiglia”.

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Naviganti

Naviganti

di Daniele De Michele

Venezia 78 – Giornate degli Autori

Anno: 2021

Paese: Italia

Durata: 61’

Artisti disperati, squattrinati, fragili e con un evidente senso di inutilità, che provavano a farcela… Quando nell’agosto del 2020 tutto riaprì, dopo mesi di confinamento in casa, gli artisti furono gli unici a non riprendere normalmente il loro lavoro. Nel tempo di un anno e mezzo, dentro e fuori il lockdown, Donpasta racconta la sua quotidianità intrecciata a quella di una scenografa disoccupata, un musicista senza spettacoli, un contadino poeta. Erano dei sopravvissuti che avevano bisogno di un’idea per uscire dalle acque torbide e fu così che divennero i Naviganti.

Note di regia

“Questo film ha una debolezza che è la sua forza. Non era possibile scriverlo in anticipo. Si scriveva mentre le cose accadevano al mondo e alla gente.  Ho seguito i protagonisti per un anno e mezzo, per capire come sarebbe cambiato il mondo e come, di conseguenza, le loro vite.  Quando chiusero tutto la prima volta avevo la netta percezione che per gli artisti e i lavoratori dello spettacolo nulla sarebbe stato più lo stesso.  Lo stavo vivendo sulla mia pelle, seduto sul divano, dopo venti anni passati a fare spettacoli in giro per il mondo.  Lo sentivo sulla pelle delle centinaia di artisti con cui ho condiviso palchi e progetti. Avevo paura, per me e per loro…”

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