Orlando, ma Biographie Politique

Orlando, ma Biographie Politique

Orlando, ma Biographie Politique

di Paul B. Preciado

Festival: Berlinale, Toronto International Film Festival, NY Film Festival

Anno: 2023

Paese: Francia

Durata: 98'

Genere: Documentario

Un secolo dopo la pubblicazione di Orlando: una biografia di Virginia Woolf, Paul B. Preciado, filosofo e attivista trans, le indirizza una lettera per dirle che il suo personaggio si è avverato: il mondo sta diventando Orlandesco. Preciado riunisce il cast attorno a questa domanda: «Chi sono gli Orlando contemporanei?» 25 persone diverse, tutte trans e non binarie, dagli 8 anni ai 70 anni, che interpretano il personaggio immaginario al centro del romanzo della scrittrice britannica mentre raccontano anche le proprie vite, insieme a una serie di immagini di repertorio del ventesimo secolo che evocano gli Orlando del passato nella loro lotta per il riconoscimento e la visibilità.

Il regista: 

Paul B. Preciado è scrittore, filosofo, curatore, e uno dei principali intellettuali nello studio di genere e politica del corpo. I suoi libri sono un riferimento chiave nell’arte e nell’attivismo contemporaneo queer, trans e non binario. È nato in Spagna e vive a Parigi.

Flora

Flora

Flora

di Martina De Polo

Festival: Bif&st - Bari International Film & TV Festival)

Anno: 2023

Paese: Italia

Durata: 71'

Genere: Documentario

Flora Monti è stata una delle più giovani staffette della Resistenza italiana; ora ha 94 anni e vive a Bologna. Il film parla di lei, partigiana bambina nell’Appennino tosco-emiliano e del viaggio che ha affrontato nel 1944 per arrivare a quello che all’epoca era diventato il più grande campo pro- fughi d’Italia: Cinecittà, dove Flora ha vissuto per sette mesi. Flora fa parte di una famiglia di antifascisti e i nazisti stanno dando una caccia disperata a chiunque aiuti la Resistenza o ne faccia parte. Flora ci racconta la Storia vista con gli occhi di una bimba, una storia di sofferenza e di terrore ma soprattutto di speranza, di determinazione e libertà. Il racconto in prima persona viene intervallato dalle ricostruzioni degli eventi narrati con un linguaggio multiforme: attori teatrali con maschere della commedia dell’arte, scenografie suggestive con oggetti storici, materiale video d’attualità rimaneggiato con la tecnica del video mapping nelle location attraversate dalla protagonista, videoproiezioni sui corpi degli attori.

Note di regia: 

Credo sia indispensabile mantenere viva la memoria della storia anti-fascista e principalmente dei protagonisti della Resistenza anche per chi non li conoscerà di persona. Per invogliare all’ascolto anche le giovani generazioni, è indispensabile lavorare sul linguaggio creando qualcosa di innovativo e mai visto. Ecco perché crediamo che questa formula che abbiamo ideato di accostare la testimonianza storiografica diretta all’arte contemporanea possa dare una chiave di lettura a chi cronologicamente è più lontano dai fatti del regime fascista. Questo documentario vuole dimostrare come la Storia con la S maiuscola sia stata fatta anche da una moltitudine di figure spesso non celebrate dalla storiografia classica.

Anywhere anytime

Anywhere anytime

Anywhere anytime

di Milad Tangshir

Festival: Venezia 81 - Settimana Internazionale della Critica, Toronto International Film Festival

Anno: 2024

Paese: Italia

Durata: 82'

Genere: Fiction

Issa è un giovane immigrato clandestino che a Torino cerca di sopravvivere come può. Licenziato dal suo vecchio datore di lavoro, grazie a un amico inizia a fare il rider. Ma l’equilibrio appena conquistato crolla quando, durante una consegna, gli viene rubata la bicicletta ap- pena comprata. Issa intraprende così un’odissea disperata per le strade della città, per ritrovare la sua bici.

Scritto dal regista insieme a Daniele Gaglia- none e Giaime Alonge, Anywhere Anytime è un film certificato Green Film.

Note di regia: 

Anywhere Anytime esplora il senso di paura e l’ansia costante di chi, come il protagonista del film, vive ai margini, nelle crepe della società: una vita invisibile, una delle tante che ogni giorno incrociamo su un marciapiede o all’angolo di una strada. Una condizione di estrema vulnerabilità, in cui anche una semplice bicicletta può fare la differenza tra sopravvivere o non farcela.

Fela – il mio Dio vivente

Fela – il mio Dio vivente

Fela - il mio Dio vivente

di Daniele Vicari

Festival: Festa del Cinema di Roma

Anno: 2023

Paese: Italia

Durata: 90'

Genere: Documentario

Primi anni ’80. Un giovane regista, Michele Avantario, incontra il grande musicista e rivoluzionario nigeriano Fela Kuti e da quel momento dedica la sua vita alla realizzazione di un film interpretato dallo stesso Fela. Non ci riuscirà mai, ma scoprirà qualcosa di più importante per lui: una nuova idea di esistenza. Un film sull’utopia del cinema, della musica, della politica, del desiderio di cambiare sè stessi e il mondo.

Note di regia: 

Quella di Michele Avantario è una storia di travolgente passione per il cinema, per la musica, per l’Africa. La storia di un ragazzo che si fa uomo inseguendo per tutta la vita un sogno: realizzare un film sul mito carismatico e irraggiungibile di Fela Kuti, re indiscusso della musica africana, ‘The Black President’, che proprio negli anni della giovinezza di Michele, i favolosi e controversi ‘70 e ’80 del ‘900, ha cambiato per sempre la storia culturale e politica dell’Africa e non solo, per Michele è stato il suo ‘dio vivente’. Per questo lo ha inseguito di concerto in concerto, poi a Lagos, in Africa, dove Fela lo ha fatto entrare nella sua famiglia, nei suoi riti e segreti, dove Michele precipita fino a perdersi, fino a trovarsi, e dove scopre molto di più della musica, scopre qualcosa che ha a che fare con il mistero dell’esistenza.
Con questo film provo a raccontare una storia semplice ma potente, quella di un ragazzo che si confronta con un mito vivente, tentando di realizzare un film impossibile. Una storia che suona, balla, fuma, ama, viaggia, che ha il sapore dell’Africa, della politica, degli anni ‘70 e che supera ogni forma di colonialismo, anche quello ‘interiore’ che ancora oggi ci portiamo dentro.

El paraìso

El paraìso

El Paraìso

di Enrico Maria Artale

Festival: Venezia 80 - Orizzonti (Premio Miglior Sceneggiatura e Migliore Interpretazione Femminile), Premio Arca - Cinema Giovani come Miglior Film Italiano a Venezia

Anno: 2023

Paese: Italia

Durata: 106'

Genere: Fiction

Julio Cesar ha quasi quarant’anni e vive ancora con sua madre, una donna colombiana dalla personalità trascinante.
I due condividono praticamente tutto: una casetta sul fiume piena di ricordi, i pochi soldi guadagnati lavorando per uno spacciatore della zona, la passione per le serate di salsa e merengue. Un’esistenza ai margini vissuta con amore, al tempo stesso simbiotica e opprimente, il cui equilibro precario rischia di andare in crisi con l’arrivo di Ines, giovane ragazza colombiana reduce dal suo primo viaggio come ‘mula’ della cocaina. Tra desiderio e gelosia la situazione precipita rapidamente, al punto che Julio si troverà a compiere un gesto estremo, in un viaggio doloroso che lo porterà per la prima volta nella sua terra di origine.

Note di regia: 

Il film è una storia d’amore tra una madre e un figlio, una tragedia colorata che affonda i propri eroi nelle sfumature cangianti dei loro umori più intimi, nella delicatezza e nella violenza. È il racconto quasi mitologico di un legame basato sul sangue che ho tentato di sottrarre al giudizio, senza voler stabilire se ciò che unisce profondamente i due protagonisti sia un atto di amore, più forte delle convenzioni sociali, o un atto psichico disfunzionale che dimostra l’impossibilità di accettare una naturale separazione. Possiamo davvero tracciare una linea che distingua amore e follia, la forza irriducibile del sentimento dalla paura profonda di restare soli per sempre?

Arrivederci Berlinguer!

Arrivederci Berlinguer!

Arivederci Berlinguer!

di Michele Mellara e Alessandro Rossi

Festival: Pordenone Docs Fest

Anno: 2023

Paese: Italia

Durata: 50'

Genere: Documentario

Nel contesto dei funerali di Enrico Berlinguer, una delle figure più eminenti della politica italiana, numerosi registi italiani di fama hanno collaborato per creare un commovente documentario intitolato L’addio a Enrico Berlinguer. Attraverso immagini tratte in gran parte da questo importante evento storico e da preziosi materiali provenienti dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, il film offre uno sguardo intimo e profondo sul commiato verso questa figura iconica. La narrazione è magistralmente accompagnata dalla suggestiva colonna sonora di Massimo Zamboni, chitarrista dei CCCP – Fedeli alla Linea.

Note di regia: 

Abbiamo inserito il Berlinguer vivente a intervallare i tempi espansi della lunga cerimonia. Questo attraverso un’attenta selezione di una serie di filmati messi a disposizione dall’AAMOD nei quali si mostra l’affetto e la partecipazione della gente verso il suo leader, in un rapporto simbiotico di incontro che ne cementa nel tempo la relazione.

A 40 anni dalla scomparsa, la nostra scelta è caduta su alcuni momenti in cui Berlinguer espone i temi fondanti della sua politica, e lo fa argomentando le sue tesi in modo diretto, con una chiarezza adamantina e una solidità d’intenti politici frutto di anni di studio, impegno, militanza, riflessione sui compiti e i doveri della politica.

In particolare, vengono riportati gli interventi sui temi più vicini alla società di oggi – generazioni, donne, famiglia, questione morale, lavoro -sui quali Berlinguer proferì parole estremamente attuali e che continuano a farci riflettere.

Lettre à ma fille depuis le pays des femmes

Lettre à ma fille depuis le pays des femmes

Lettre à ma fille de puis le pays des femmes

di Silvia Staderoli

Festival: Biografilm 2024 (Premio UCCA, Miglior Doc Biografilm Italia), SalinaDocFest

Anno: 2024

Paese: Francia

Durata: 50'

Genere: Documentario

Un diario filmato che la regista dedica alla figlia appena sedicenne e a tutte le ragazze adolescenti del mondo. Nel contesto della Francia all’epoca del #MeToo, le speranze di un futuro migliore per la figlia si scontrano con la realtà di una violenza di genere quotidiana, sistemica. Il pays des femmes del titolo non esiste, ma accanto all‘amara constatazione di una società ritagliata a misura di maschio, emerge la ten- sione e lo sforzo collettivo per un cambiamento radicale. Tra cinema, confessione e letteratura, il film è una cronaca di momenti di vita e incontri con donne impegnate nella lotta alla violenza di genere.

Note di regia: 

Mia figlia Laura ha appena compiuto sedici anni. Mi dico che è fortunata a crescere in Francia nell’era post-#metoo, che per lei ci sarò sempre, che parlare di sesso tra noi non sarà mai un tabù. Che oggi possiamo attrezzare le ragazze per difendersi dai rischi che corrono. C’è una cosa essenziale che ci distingue: io sono stata vittima di violenza sessuale, lei no. Almeno per il momento? Almeno per il momento… Nel corso degli anni si è aperto uno sconcertante divario tra quello che mi è successo e l’immagine che avevo di me stessa. Nonostante mi sforzassi di proiettare l’immagine di una donna equilibrata, forte e responsabile, dentro mi sono sempre sentita fragile, incapace di difendermi, incapace di trasmettere gli strumenti di cui avevo bisogno per crescere a mia figlia.

Il cassetto segreto

Il cassetto segreto

Il cassetto segreto

di Costanza Quatriglio

Festival: Berlinale (Forum)

Anno: 2023

Paese: Italia

Durata: 132'

Genere: Documentario

La Sicilia, il mondo, una casa, una biblioteca. Un viaggio sentimentale e avventuroso in un Novecento ormai sconosciuto, attraverso bobine 8mm, fotografie, registrazioni sonore, documenti di un archivio unico, quello del giornalista e scrittore Giuseppe Quatriglio, che ha dedicato la propria vita al racconto della Storia dalla prospettiva di una Sicilia universale di artisti, poeti e intellettuali.

Note di regia: 

La scoperta di oltre 60.000 negativi fotografici scattati da mio padre dal 1947 in poi, decine di bobine 8mm e centinaia di ore di registrazioni sonore, mi ha fatto comprende- re che avevo la possibilità straordinaria di realizzare un film che ponesse al centro un intreccio di vicende e vite vissute che riverberano nella storia di noi tutti. Così la casa dove sono cresciuta è divenuta il set per un racconto personale e articolato che si dipana dalle sue mura per abbracciare la Sicilia, l’Europa e il mondo, in un secolo di storia (…) Un cassetto da cui escono i ricordi di un papà e di una bambina. Ma anche inaspettati la voce di Carlo Levi, i ricordi di Jean-Paul Sartre, la stretta amicizia con Leonardo Sciascia. E le foto di Anna Magnani, Cary Grant e Ingrid Bergman, l’autoscatto mancato con Enrico Fermi, e quel disegno di Renato Guttuso e i pomeriggi con il poeta Ignazio Buttitta. Ma anche il terremoto del Belice e il muro di Berlino, la Parigi e l’America degli anni ‘50. Su e giù per il ‘900, su e giù per il mondo.

Frammenti di un percorso amoroso

Frammenti di un percorso amoroso

Frammenti di un percorso amoroso

di Chloé Barreau

Festival: Venezia 80 - Giornate degli Autori - Notti Veneziane

Anno: 2023

Paese: Italia

Durata: 95'

Genere: Documentario

Nel corso della nostra vita, ci innamoriamo delle persone più diverse. Cotta adolescenziale, amore a distanza, passione carnale, legame profondo: ogni storia è differente, ogni esperienza unica. Da quando aveva 16 anni, fra Parigi e Roma, Chloé Barreau – cineasta, autrice – ha filmato tutti i suoi amori. Mentre viveva una relazione, ne stava già costruendo il ricordo: riprendendo, fotografando, scrivendo. Ma ogni storia ha al- meno due punti di vista… Cosa ricordano i suoi ex? Qual è la loro versione dei fatti? Frammenti di un percorso amoroso ricostruisce la vita di una donna attraverso il racconto delle persone che l’hanno amata: Sébastien, Jeanne, Laurent, Ariane, Rebecca, Anne, Jean-Philippe, Anna, Bianca, Marina, Marco, Caroline… Testimonianze intime e immagini private si mescolano per svelare i percorsi universali del sentimento amoroso. Un viaggio sorprendente nella memoria, per chiunque abbia amato.

Note di regia: 

Tuffi dal passato al presente, per conoscere noi stessi. Con questo film, voglio mettere in discussione la mia memoria e affidarmi al punto di vista altrui. Cercare la parte mancante del mio racconto, svelare le tante soggettività dell’esperienza amorosa, per scoprire forse che gli unici ricordi che esistono veramente sono reinventati.
Come regista, sono convinta del valore uni- versale delle storie personali. Si tratta di una storia vera, intima, che attinge a un grande repertorio privato, ma anche di una classica educazione sentimentale: chiunque abbia amato si potrà riconoscere.
Come persona, la mia motivazione è più semplice. Sono stata lasciata. Quando perdi l’amore, sei convinto che tutto è perduto per sempre.

Il popolo delle donne

Il popolo delle donne

Il popolo delle donne

di Yuri Ancarani

Festival: Venezia 80 (Giornata degli autori)

Anno: 2022

Paese: Italia

Durata: 65'

Genere: Documentario

Il film evidenzia per la prima volta il rapporto fra la crescente affermazione sociale delle donne e l’aumento della violenza sessuale maschile. Quanto più il mondo delle donne, ancora inevitabilmente insicuro, viene tuttavia alla ribalta, tanto più si acuisce la violenza insofferente di una parte del mondo maschile. Un fenomeno opposto a quanto generalmente si supponeva anche in ambito scientifico. Protagonista è Marina Valcarenghi, psicoterapeuta e psicoanalista, con un passato nel giornalismo, nella politica durante gli anni Sessanta e Settanta, e con quarantacinque anni di lavoro clinico alle spalle. Da quest’ultima esperienza, ancora in corso, Valcarenghi ha potuto osservare come l’insicurezza femminile sopravviva, nonostante la progressiva conquista di autonomia economica e sociale. Per prima ha introdotto la psicoanalisi in carcere, nei penitenziari di Opera e di Bollate, lavorando per dodici anni nei reparti di isolamento maschile con detenuti in gran parte condannati per reati di violenza sessuale.

Note di regia: 

È un film fatto sì di immagine, ma «è soprattutto di voce. Ho passato molto tempo a Venezia per la lavorazione di Atlantide e ho avuto a che fare con ragazze e ragazzi minorenni. Lì è nata un’amicizia con Marina Valcarenghi, ottantenne milanese che da giovane organizzava con il fratello il Festival Popolare al Parco Lambro. Marina dirigeva la rivista «Re Nudo», ha lavorato sui diritti delle donne, portando nelle carceri di Opera e Bollate la psicanalisi, parlando con stupratori, assassini e studiando come pochi altri in Italia in tema di violenza di genere. Spesso durante i nostri incontri emergevano questi argomenti per niente facili anche solo da ascoltare, e dato che sono sempre stato interessato a muovermi in territori pericolosi, ho pensato di restituire questa sua conoscenza in un film che, a differenza di altri miei lavori, non riguarda tanto ‘un luogo’ ma un argomento.