Dicktatorship

Dicktatorship - Fallo e basta

di Gustav Hofer, Luca Ragazzi

Biografilm 2019

Anno: 2019

Paese: Italia

Durata: 85’

Distribuzione: Wanted Cinema

Gustav e Luca vivono insieme da tanti anni. Un giorno, a colazione, una battuta infelice rischia di mettere in crisi il loro rapporto di coppia: possibile che Gustav non si sia mai reso conto che Luca è un maschilista? E come mai anche un uomo progressista come Luca è capace di atteggiamenti sessisti senza neanche accorgersene? La discussione è il pretesto per iniziare un’analisi puntuale del loro – e nostro – Paese. Un viaggio alla scoperta delle storie di ordinario sessismo dell’Italia di oggi, tra integralisti cattolici, improbabili raduni per “uomini veri”, esperimenti scientifici rivelatori… Incontrando diversi esperti nel campo della sociologia, della scienza, delle arti e persino del porno, provando ad orientarsi nell’intricato mondo dei rapporti di potere tra uomo e donna, Gustav e Luca guidano lo spettatore in un viaggio caleidoscopico e a tratti esilarante che li porterà a una conclusione inevitabile: sono gli uomini a dover cambiare, perché le donne, a quanto pare, lo hanno fatto già da tempo.

Note di regia

“Con DicKtatorship abbiamo voluto raccontare come una società fallocentrica e patriarcale non possa produrre che atteggiamenti maschilisti e sessisti. E come questi siano trasversali e indipendenti dal ceto sociale, dalla provenienza geografica, dall’orientamento politico. Annoiati da questa forma mentis, abbiamo deciso di prendere il Belpaese come case-study perché senz’altro l’Italia è un paese dove il maschilismo – e ahinoi la violenza di genere – hanno ancora un ruolo predominante. Da dove nasce questa idea balzana della supremazia maschile? Come reagiscono gli uomini di fronte all’emancipazione femminile? Come mai un sistema apertamente misogino viene ancora preservato? Perché ancora oggi si educano in modo profondamente diverso i figli maschi e le figlie femmine? Le domande sono tante, e per cercare di rispondere alla più importante di tutte – di chi è la responsabilità? – abbiamo indagato su quelli che secondo noi sono i pilastri del sessismo in Italia: la scuola, la politica, i media, la famiglia e “last but not least” la Chiesa”.

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dalle 18:00 alle 24:00 lunedì 22 marzo

Beautiful Things

Beautiful Things

di Giorgio Ferrero, Federico Biasin

Vincitore Biennale College Venezia 74

Anno: 2017

Paese: Italia

Durata: 95’

Distribuzione: Wanted Cinema

Gli oggetti di cui pensiamo di aver bisogno ogni giorno iniziano e finiscono il loro ciclo all’interno di luoghi industriali e scientifici meccanicamente silenziosi e spettrali. Il film descrive la liturgia nascosta all’interno di quattro luoghi remoti, dove uomini di confine lavorano in completo isolamento senza interferenze del mondo esterno: un campo di pozzi di petrolio, una nave cargo, una camera anecoica e un termovalorizzatore. Questi uomini sono inconsapevolmente alla base della lunga sequenza di creazione, trasporto, commercializzazione e distruzione degli oggetti che alimentano la bulimia del nostro stile di vita. I protagonisti sono monaci all’interno di templi di acciaio e cemento e ripetono la stessa liturgia ogni giorno.

Note di regia

“Il film è stato scritto con un approccio musicale, come una partitura in cui le note, le immagini e le parole hanno lo stesso peso e ognuna cerca la propria geometria tra le righe. Il film è dedicato a noi che non sappiamo vivere senza collezionare oggetti semi-inutili. A noi tossici viziosi, bulimici accumulatori. A noi che non riusciamo a vivere nel silenzio. A noi che non riusciamo ad addormentarci senza Netflix nelle orecchie. A noi che accettiamo l’idea che la vita possa precederci ma non che i nostri oggetti ci possano sopravvivere. Questo film è un modo per sfuggire il nostro stile di vita da cui non riusciamo ad uscire in alcun modo. I brevi quadri della quotidianità di una coppia che si intersecano all’impianto narrativo principale del racconto sono le vite degli autori del film stesso. La generazione dei robottini, delle prime chat porno, dei peluche dell’Ikea. Abbiamo cercato attraverso la nostra malinconia di raccontare l’urgenza di un ritorno al silenzio, la ricerca di un respiro libero dalla compressione della vita immolata al rumore.

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dalle 18:00 alle 24:00 lunedì 15 marzo

Sono innamorato di Pippa Bacca

Sono innamorato di Pippa Bacca

di Simone Manetti

Torino Film Festival

Anno: 2019

Paese: Italia

Durata: 76’

Distribuzione: Wanted Cinema

Due donne, due artiste vestite da sposa. Un viaggio fino a Gerusalemme attraverso i paesi sconvolti dalle guerre. 6000 km da percorrere in autostop, per dimostrare che dando fiducia al prossimo si riceve solo bene. Questo era l’intento di Pippa Bacca e Silvia Moro, quando l’8 marzo del 2008 sono partite da Milano con l’obiettivo di mettere in scena una performance nel segno della pace. In ogni luogo avrebbero incontrato persone comuni, artiste, sarebbero state ospiti di associazioni e avrebbero realizzato le loro performance in gallerie d’arte o altri luoghi dove l’arte era forma di comunicazione e unione. Il film è il racconto di questo straordinario viaggio, portatore di un potente messaggio di pace, che fu interrotto 23 giorni dopo il suo inizio in modo tragico e straziante.

Note di regia

“I materiali di repertorio, girati per la maggior parte dalle stesse spose durante il loro viaggio, costituiscono l’ossatura centrale del racconto all’interno del quale si inserisce la narrazione del passato di Pippa, della sua infanzia, della sua adolescenza e della sua formazione artistica. Il fatto di cronaca ha da subito oscurato la potenza artistica del gesto intrapreso dalle due spose. L’obiettivo di questo film è invece quello di tralasciarlo per dare spazio, respiro e dignità al grande gesto che, in quei giorni del marzo 2008, fu messo in atto da due donne, vestite da spose che, affidandosi al prossimo e in autostop, avevano deciso di celebrare un simbolico matrimonio con l’umanità”.

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dalle 18:00 alle 24:00 martedì 9 marzo

Santa Subito

Santa Subito

di Alessandro Piva

Festa del Cinema di Roma (Premio del Pubblico)

Anno: 2019

Paese: Italia

Durata: 58’

Distribuzione: Seminal

Santa Scorese, giovane attivista cattolica della provincia di Bari, per anni subisce le morbose attenzioni di uno sconosciuto molestatore, ma non mette mai in discussione la sua vocazione all’aiuto del prossimo e il suo percorso spirituale. La sera del 15 marzo 1991, al rientro a casa, Santa viene accoltellata a morte dal suo persecutore, davanti agli occhi impotenti dei genitori e di una società all’epoca impreparata ad affrontare i reati di genere e lo stalking. Aveva ventitré anni.

Note di regia

“Ho deciso di raccontare questa storia attraverso le voci di amici e parenti di Santa, chiedendo loro di parlarne come fosse ancora in vita, tornando agli anni in cui progettava il suo futuro. Questa storia è dedicata proprio a chi rimane solo con il suo dolore, dopo lo sgomento di un lutto subitaneo e assurdo. Tra femminicidio e martirio, Santa Subito racconta la storia di un destino annunciato. Paradigma di troppe altre storie dallo stesso finale: il mio piccolo, personale appello affinché le donne siano lasciate meno sole, quando si ritrovano in balìa di una psicosi travestita da amore”.

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dalle 18:00 alle 24:00 lunedì 8 marzo

Nevia

Nevia

di Nunzia De Stefano

76^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Sezione “Orizzonti” Premio Lizzani

Tokyo International Film Festival – Selezione Ufficiale

Anno: 2019

Paese: Italia

Durata: 86’

Distribuzione: ArchimedeFilm

Nevia ha diciassette anni: troppi per il posto in cui vive e dove è diventata grande prima ancora di essere stata bambina. Minuta e acerba, è un’adolescente caparbia, cresciuta con la nonna Nanà, la zia Lucia e la sorella più piccola, Enza, nel campo container di Ponticelli.

Note di regia

“L’adolescenza è il periodo decisivo e più controverso per la costruzione dell’identità e della personalità di un individuo. I ricordi della mia giovinezza appartengono ai dieci anni vissuti in un container nella periferia di Napoli, quando il terremoto degli anni Ottanta costrinse la mia famiglia a sfollare in un campo improvvisato, in attesa di una sistemazione adeguata. I giorni diventarono mesi e poi anni, ma la casa popolare non è mai arrivata e abbiamo imparato così ad adattarci a quella situazione drammatica, cercando di ristabilire una quotidianità e abituandoci a vivere dignitosamente anche con quel poco che avevamo. Le generazioni sono andate e venute, ma i campi container ancora esistono: si sono tramutati in un piccolo mercato immobiliare di serie Z, che offre spesso un tetto ai rifugiati di altre sfortunate realtà. Tuttavia, credo sarebbe limitativo ricercare solo nella mia autobiografia il valore di questa storia. Nevia è un racconto di formazione, la descrizione delle varie peripezie e dei tanti ostacoli che si frappongono tra una giovane adolescente e la conquista di una libera e matura consapevolezza di sé. Il contesto rappresenta soltanto lo sfondo di una vicenda che mira ad acquisire un significato universale. Nevia è una ragazza che combatte contro un destino che sembra già scritto, dalla famiglia o dalla società: è una Cenerentola moderna ma senza principe azzurro, che cerca con risolutezza il proprio posto nel mondo”.

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dalle 18:00 alle 24:00 lunedì 1 marzo

Giù Dal Vivo (Up To Down)

Giù Dal Vivo (Up To Down)

di Nazareno Manuel Nicoletti

International Film Festival Karlovy Vary, Filmmaker Festival, Corto Dorico

Anno: 2019

Paese: Italia

Durata: 74’

C’è una vecchia strada che costeggia una ferrovia ammodernata negli anni ’70, nel cuore della desolata Napoli est.
Ai margini del quartiere ci sono palazzoni rossi ingoiati da lotti di cemento armato. Un reticolato di case popolari, ruderi di progetti pubblici mai attivati, centri diurni, strutture socio-psichiatriche. E tra queste maglie le vite segnate di un uomo con la sua voglia di andare altrove, di una ragazza che rientra a casa per stare coi suoi genitori, e di un pugile mascherato chiuso nella sua stanza, dove si allena, mangia, dorme, senza uscire. Tra mondi possibili, allucinazioni e realtà.
Un mosaico in cui tutti cercano qualcosa, ma nessuno sa cosa vuole.

Note di regia

Il film parla delle periferie. Ci sono Napoli, Milano, perfino Dortmund. Ma sembrano tutte la stessa città. Perché uno crede che basti fotografare questi spazi per spiegare tutto, la misera, il dolore, eppure per me c’è qualcosa di misterioso. A ogni angolo di strada ti dici che il prossimo svincolo è la via d’uscita, eppure le strade ti soffocano, e ti riportano sempre al punto di partenza. Come un labirinto. Ma a conti fatti credo che nel film si parli solo di noi stessi. Oggi posso dire che Giù dal vivo racconta un’ossessione. Forse una mia ossessione. Ed è un po’ come lo scorrere del tempo. Come nella quotidianità dei miei protagonisti. Ci si ritrova nel presente, a galleggiare. Si va avanti e indietro, come se nulla possa interferire. Come se tutto fosse un falso movimento.

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dalle 18:00 alle 24:00 lunedì 22 febbraio

Marco Polo

Marco Polo - Un anno tra i banchi di scuola

di Duccio Chiarini

Festa del Cinema di Roma 2019 (“Alice nella Città”)

Anno: 2019

Paese: Italia

Durata: 88’

Alle porte di Firenze, nel quartiere periferico dell’Isolotto, nascosto in un grande giardino a pochi metri dal frastuono della superstrada, si trova l’Istituto Tecnico per il Turismo “Marco Polo”. Ogni mattina 150 professori e 1600 studenti varcano le sue porte per affrontare le sfide con cui la scuola li costringe a fare i conti. Sono le stesse sfide che affrontano ogni giorno milioni di persone nel mondo. Non riguardano soltanto i programmi da insegnare o le nozioni da imparare ma l’essenza stessa dell’educazione, il senso della cittadinanza, il valore dell’accoglienza. Questo film è un viaggio attraverso quelle sfide.

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dalle 18:00 alle 24:00 martedì 9 febbraio

La nostra strada

La nostra strada

di Pierfrancesco Li Donni

Biografilm 2020

Anno: 2020

Paese: Italia

Durata: 70’

Daniel, Simone e Desirée vivono in una terra di mezzo dominata dal cambiamento e dall’incertezza, divisi tra il non essere più e il non essere ancora. Frequentano l’ultimo anno delle medie nella scuola del rione nel cuore di Palermo. Tra la scuola e il lavoro, i primi amori e la famiglia, i nostri protagonisti si affacciano all’adolescenza andando in cerca della loro strada.

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Alle ore 21:30 diretta Facebook
con il regista e i protagonisti

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dalle 18:00 alle 24:00 lunedì 8 febbraio

L’agnello

L'agnello

di Mario Piredda

Festa del Cinema di Roma, Annecy Cinéma Italien (Miglior film e Premio del Pubblico)

Anno: 2019

Paese: Italia, Francia

Durata: 95’

Anita ha diciassette anni e vive da sola con suo padre Jacopo, che è malato di leucemia e avrebbe bisogno di un trapianto con urgenza. I tempi d’attesa per la ricerca di un donatore sono troppo lunghi rispetto al progredire della malattia, e anche se i parenti hanno più probabilità di essere compatibili, non lo sono né Anita né suo nonno Tonino – un vecchio pastore che vive sull’altopiano. Jacopo ha un solo fratello, Gaetano, che vive dall’altra parte dell’isola. I due non si parlano da anni a causa di un feroce litigio che non sembrano intenzionati a dimenticare. Con l’aiuto del nonno, ad Anita non resta che presentarsi a casa dello zio, determinata a ricucire gli strappi del passato, pur di convincerlo a fare le analisi che potrebbero salvare la vita di suo padre.

Note di regia

Sono partito con l’idea di girare un film di pseudo-finzione, raccontando le traversie quanto mai attuali di un padre e una figlia che vivono vicino a un’ipotetica base militare in Sardegna. Non è una situazione straordinaria: il territorio sardo, infatti, ospita il 60% di tutto il demanio militare italiano.
Ai margini di questi territori, secondo le stime, l’incidenza tumorale ha raggiunto picchi altissimi, imputabili all’ingente presenza di polveri radioattive, residui delle esplosioni e delle esercitazioni. Sono partito da una delle tante storie di persone che risiedono in quei territori, in cui la convivenza forzata tra civile e militare è ordinaria quotidianità.
È proprio in questa normalità che ho scelto di ambientare il racconto, cercando di realizzare un film non esplicitamente di denuncia: L’Agnello resta per me un film ambientato in un territorio e non su un territorio, con al centro un dramma famigliare che potrebbe essere raccontato in qualunque parte del mondo.

L'incontro e la proiezione sono organizzati in collaborazione con i Centri Servizi Culturali della Società Umanitaria in Sardegna, la piattaforma è gratuita ma è necessario registrarsi

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diretta alle 21.30 con il regista Mario Piredda

The Black Power Mixtape

The Black Power Mixtape 1967-1975

di Göran Olsson

Audience Award al Sundance 2011, Berlinale 2011

Anno: 2011

Paese: Svezia

Durata: 100’

Con The Black Power Mixtape, Olsson firma un documentario prezioso che raccoglie immagini, volti e suoni di un mondo e di un modo di leggerlo ormai lontani. Da quegli anni, da quelle lotte, da quelle speranze, sono passati trent’anni durante i quali il mondo è stato stravolto da assetti politici che allora questi movimenti non avevano immaginato. Olsson riesce a restituire un quadro complesso del movimento Black Power attraverso un montaggio intelligente che alterna immagini dei personaggi storici, delle loro interviste e delle loro conferenze, a quelle di persone comuni, dei ragazzi dei sobborghi delle grandi città. Le immagini sono commentate da voci fuori campo di professori e attivisti politici come Erika Badu, Talib Kweli, Harry Belafonte, Angela Davis e molti altri.

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dalle 19:00 alle 24:00 giovedì 25 marzo