Il respiro della foresta

Il respiro della foresta

Il respiro della foresta

di Jin Huaqing

Anno: 2021

Paese: Cina

Durata: 85'

20.000 monache buddiste vivono in un monastero su un altopiano innevato in Tibet. Circondate da una natura aspra e isolate dal mondo esterno, queste donne ci offrono un assaggio della loro ricerca, attraverso la religione, sui grandi quesiti dell’esistenza. Lontane dalle loro famiglie, le monache danno tutte loro stesse per raggiungere uno stato divino, affidandosi al guru e le une alle altre. Con straordinaria intimità, la macchina da presa accompagna le donne che, durante i 100 giorni più freddi dell’anno, imparano a conoscere questioni fondamentali di vita e morte, sofferenza e guarigione, karma e conseguenze. Un’opera che unisce splendore visuale e spiritualità, “Dark Red Forest” è un’esplorazione della vita, quotidiana eppure misteriosa, di donne devote alla loro fede. Il film di Jin Huaqing è un’opera illuminante di fede e indagine filosofica, ambientata in un paesaggio proibitivo e meraviglioso.

L’uomo che vendette la sua pelle

L'uomo che vendette la sua pelle

L'uomo che vendette la sua pelle

di Kaouther Ben Hania

Anno: 2021

Paese: - Tunisia, Francia, Belgio, Germania, Svezia

Durata: 90'

Sam Ali, un giovane siriano emotivo e impulsivo, è fuggito in Libano per allontanarsi dalla guerra siriana. Senza uno status legale, non è in grado però di ottenere un visto per recarsi in Europa, dove vive l’amata Abeer. Mentre vive aprendo cocktail nelle gallerie d’arte di Beirut, incontra Jeffrey Godefroi, un noto artista americano, con il quale conclude uno strano accordo che cambierà per sempre la sua vita. L’artista infatti trasforma il ragazzo in un’opera d’arte tatuandogli un visto Schengen sulla schiena.

Il ragazzo più bello del mondo

Il ragazzo più bello del mondo

Il ragazzo più bello del mondo

di Kristina Lindström, Kristian Petri

Anno: 2021

Paese: Svezia

Durata: 93'

Il ragazzo più bello del mondo è un documentario diretto da Kristina Lindström e Kristian Petri sull’attore svedese Björn Andrésen, noto anche al cinema italiano per aver interpretato Tadzio in Morte a Venezia di Luchino Visconti. Attraverso interviste e materiale inedito, questo film ripercorre la vita di Andrésen, il giovane prodigio che a soli 15 anni debutta non solo per la sua interpretazione nel capolavoro italiano, ma per le stesse parole di Visconti che lo definiscono “il ragazzo più bello del mondo”. La ricerca del registra si è spinta in tutta Europa per trovare un giovane che rappresentasse perfettamente l’incredibile bellezza espressa da Thomas Mann nel suo celebre romanzo, da cui è tratto il film di Visconti. Da quel momento la vita di Andrésen cambia completamente, portandolo a girare tutto il mondo grazie a questo tratto che lo caratterizza e di cui non può fare a meno, la sua bellezza.

 
 
 

All the street are silent

All the street are silent

All the street are silent

di Jeremy Elkin

Anno: 2022

Paese: USA

Durata: 89'

Ambientato tra 1987 e il 1997 a Manhattan “All the Streets Are Silent: The Convergence of Hip Hop and Skateboarding” documenta un periodo in cui i marciapiedi di New York prosperavano grazie a due subculture di riferimento che hanno iniziato a integrarsi: hip-hop e skateboard. Con una soundtrack iconica del leggendario produttore hip-hop Large Professor e la narrazione di Eli Morgan Gesner (co-fondatore di Zoo York), il regista Jeremy Elkin rievoca la magia di quel periodo esaltante con inedite immagini di repertorio e testimonianze di famosi personaggi allora ragazzi di strada come l’attrice Rosario Dawson, Darryl McDaniels, Kid Capri, Jefferson Pang, Clark Kent, Bobbito Garcia, Mike Carroll, Stretch Armstrong.

All the Streets Are Silent è anche una lettera d’amore a New York che analizza la società di allora e la convergenza tra due culture di strada che avrebbero avuto una eco planetaria, gettando le basi del moderno street style. Il documentario è frutto di una incredibile ricerca di immagini d’epoca sulle strade e nei locali di tendenza hip-hop nella Grande Mela, come ad esempio il Mars, dove skaters e rapper si incrociavano mescolando le tradizioni. Elkin rievoca anche il contesto artistico di contorno, con gli ultimi fuochi della Pop-Art di Warhol e Basquiat e un grande film come “Kids” di Larry Clark con Leo Fitzpatrick.

Cresciuto a Montreal con la passione per lo skateboard, l’hip-hop e il cinema, Jeremy Elkin ha scritto e diretto numerosi film sullo skate negli anni 2000 prima di trasferirsi a New York, dove ha iniziato a collaborare con la rivista Vanity Fair. Nel 2018 ha firmato il cortometraggio del Brooklyn Museum JR: The Chronicles of New York, dedicato all’artista francese JR. All The Streets Are Silent è il lungometraggio di debutto di Elkin, nel quale ha unito le sue più grandi passioni.

Insieme a “All The Streets are Silent” viene distribuito anche il cortometraggio “Takuya” di Chef, che ricorda il compianto skateboarder giapponese Takuya Kirchmayr Nei, di casa sui marciapiedi di Milano

Riuso creativo del cinema d’archivio

Riuso creativo del cinema d'archivio

Presentazione dei cortometraggi di AAMOD e Premio Zavattini, con Antonio Medici, Direttore Artistico del Premio Zavattini, Roberto Roversi, presidente nazionale UCCA e le registe Carla OppoChiara Rigione, Beatrice Baldacci e Maria Iovine.

Modera l’incontro Antonio Borrelli, vicepresidente nazionale di UCCA.

Il Premio Cesare Zavattini viene da lontano: a lungo si è discusso in seno alla Fondazione Aamod su come favorire i giovani nell’accesso e nel riuso del patrimonio filmico conservato negli archivi. Il progetto che ne è scaturito ha poi assunto una sua identità peculiare, fondendo la dimensione formativa con quella produttiva. La formula, già presente nella prima edizione del 2016, si è via via consolidata nelle successive.

Al Premio possono concorrere, dunque, attraverso un bando pubblico, giovani film-maker professionisti e non, di qualsiasi nazionalità, di età compresa tra i 18 e i 35 anni: basta presentare il progetto di un cortometraggio documentario, della durata massima di 15 minuti, che preveda l’utilizzazione anche parziale del materiale filmico della Fondazione Aamod, degli archivi partner o di altri archivi. Tra i progetti pervenuti, una Giuria composta da cinque importanti personalità del cinema italiano sceglie i progetti finalisti, i cui autori hanno la possibilità di partecipare a incontri formativi e di sviluppo guidati da affermati professionisti. Al termine, la stessa Giuria seleziona tra i finalisti tre progetti vincitori che, oltre a utilizzare liberamente, con licenze Creative Commons, il materiale filmico dell’Aamod e degli archivi partner, ricevono servizi gratuiti di supporto per la realizzazione dei cortometraggi.

L’iniziativa intende stimolare e premiare l’originalità, la sperimentazione, anche il “tradimento” o il rimescolamento dei generi, in particolare nel riuso del cinema d’archivio. Non a caso è intitolata a Cesare Zavattini (scrittore, sceneggiatore, regista, giornalista, pittore, animatore culturale), uno dei padri del neorealismo italiano, ma anche sostenitore instancabile del cinema come libero, multiforme, creativo, irriverente strumento di conoscenza del reale in tutti i suoi aspetti.
 
Tutte le informazioni sono sul sito www.premiozattini.it.

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h. 19:00 mercoledì 10 dicembre

Lo sguardo delle donne sul lavoro

Lo sguardo delle donne sul lavoro

Presentazione dei cortometraggi del Working Title Film Festival con Marina Resta, Direttrice Artistica. Intervengono Chiara Rigione, regista e Presidente del circolo “Kinetta”, Diana Cusani, Presidente del circolo Textures e Michela Mancusi, Presidente Zia Lidia Social Club.

Modera l’incontro Antonio Borrelli, vicepresidente nazionale di UCCA.

Working Title Film Festival nasce a Vicenza nel 2016 per dare visibilità alla produzione audiovisiva indipendente che racconta con sguardi e linguaggi originali il mondo del lavoro e i molteplici temi che con esso si intrecciano.

L’obiettivo è dare visibilità alle opere audiovisive ai margini della distribuzione ufficiale e mainstream, al cinema emergente, creando una rete fra filmmaker indipendenti e pubblico.

Il festival vuole portare uno sguardo contemporaneo sui nuovi modelli e condizioni del lavoro, evidenziando non solo gli aspetti negativi, legati alla precarietà, alla frammentazione e alla riduzione dei diritti, ma anche le possibilità creative.

Direzione artistica: Marina Resta
Ufficio stampa: Giulio Todescan

Promosso da: LIES – laboratorio dell’inchiesta economica e sociale.

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h. 19:00 mercoledì 9 dicembre

Sofia

Sofia

di Meryem Benm’Barek

Festival di Cannes 2018 – Premio Miglior Sceneggiatura Sezione “Un Certain Regard”

Thessaloniki Film Festival – Premio FIPRESCI

Anno: 2018

Paese: Francia, Marocco, Qatar

Durata: 85’

Sofia, vent’anni, vive a Casablanca con i suoi genitori. Durante un pranzo di famiglia, ha violenti crampi allo stomaco. Sua cugina Lena, studentessa di medicina specializzanda in oncologia, capisce subito e con discrezione la situazione: Sofia sta per partorire. Nessuno sapeva della sua gravidanza e, usando come scusa la necessità di recarsi in farmacia, Lena prende l’iniziativa di portare Sofia all’ospedale, dove partorisce. Ma ci sono solo 24 ore per risolvere un grosso problema: Sofia deve sposarsi per non infrangere la legge. Inizia così la ricerca del padre…

Note di regia

“La mia storia è nata in modo spontaneo quando ho iniziato a domandarmi come un dramma di questo tipo potesse essere rivelatore del funzionamento di una società in tutti i suoi aspetti. Inoltre, il matrimonio incarna ancora il successo più grande che si possa raggiungere in Marocco. Permette di rafforzare la propria situazione sociale; per questo deve essere il più vistoso e sontuoso possibile…viviamo in una società basata sull’apparenza dove l’immagine che diamo di noi e della nostra famiglia è fondamentale. I genitori di Sofia sono più preoccupati delle origini modeste del padre del bambino che della nascita in sé e per loro la gravidanza della figlia è meno drammatica del suo inevitabile matrimonio con un ragazzo che proviene dai quartieri popolari. Si tratta di salvare il loro onore e quello della loro figlia ma anche (e soprattutto) di preservare la loro immagine davanti agli altri, soprattutto perché il dramma arriva in un momento cruciale in cui stanno per siglare un contratto con il cognato francese che cambierà le loro vite e permetterà loro la scalata sociale”.

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dalle 20:00 alle 24:00 lunedì 28 dicembre