Amaranto

Amaranto

di Emanuela Moroni e Manuela Cannone

Rome Independent Film Festival 2018 – Premio Miglior Documentario Italiano

Anno: 2018

Paese: Italia

Durata: 80’

Serge Latouche, Helena Norbert-Hodge, Franco Arminio, John D.Liu, Starhawk, Pandora Thomas e Alberto Ruz Buenfil, referenti dei movimenti mondiali in difesa del pianeta Terra, raccontano le emergenze che la società contemporanea si trova ad affrontare. Sono osservatori attenti e promotori di un immaginario collettivo che ruota intorno al concetto di bene comune; nelle loro parole, accanto alle difficoltà, emerge la possibilità di incidere positivamente sulle sorti della nostra specie e del pianeta.
Amaranto è un racconto in cinque tappe della vita di un essere umano. I protagonisti sono Verena Schmid, ostetrica promotrice del parto naturale, Franco Lorenzoni, maestro di scuole elementare, Etain Addey, contadina, scrittrice ed esponente del bioregionalismo, Alida Nepa, referente del cohousing San Giorgio di Ferrara e Saviana Parodi, biologa e permacultrice.  Le loro storie offrono lo spunto per riflettere su scelte di vita lontane da quelle convenzionali e più vicine ai reali bisogni dell’essere umano e del pianeta. 

Note di regia

“In un’epoca segnata da gravi crisi ambientali e sociali abbiamo scelto di rivolgere lo sguardo verso chi sta cercando di costruire e immaginare un mondo diverso, un mondo in cui ad ogni essere umano è riconosciuto il suo valore, dove è dato spazio alla comunità ed è ristabilita la profonda connessione che ci lega al pianeta Terra.  Nascere, conoscere, viaggiare, abitare e rinascere, trovano un nuovo significato attraverso le storie di chi nella vita ha scelto il cambiamento, allontanandosi dall’immaginario collettivo. Amaranto parte da qui, dalla possibilità di andare oltre ciò che diamo per scontato, per raccontare una possibilità del cambiamento praticabile da ognuno di noi”.

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dalle 10:00 alle 24:00 lunedì 21 dicembre

Agalma

Agalma

di Doriana Monaco

77^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Sezione “Giornate degli autori”

Anno: 2020

Paese: Italia

Durata: 54’

Un vortice di attività ci immerge nella vita quotidiana del Museo Archeologico di Napoli. Allestimenti e restauri ne scandiscono il tempo mentre visitatori da ogni parte del mondo si perdono tra le sale, sospesi tra stupore e fascino. La bellezza del museo è colta non solo nell’evidenza della sua incantevole esposizione dell’arte classica, ma anche nelle relazioni intime e altrimenti invisibili che si realizzano al suo interno. Agalma (dal greco statua, immagine) è il museo come organismo vivente, in cui le opere si mettono in scena in tutta la loro matericità e forza espressiva.

Note di regia

“Nel film lo sguardo archeologico e lo sguardo cinematografico si sovrappongono, scrutano a fondo i corpi delle statue, tracciandone visioni, punti di vista e nuove possibilità interpretative. Agalma è la relazione che scaturisce tra l’opera e chi la osserva e ne è osservato in un continuo pellegrinaggio visivo tra gli spazi del museo, dove il mondo antico si manifesta come materia viva in bilico tra quotidianità e ineffabilità”.

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dalle 10:00 alle 24:00 mercoledì 23 dicembre

Nevia

Nevia

di Nunzia De Stefano

76^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Sezione “Orizzonti” Premio Lizzani

Tokyo International Film Festival – Selezione Ufficiale

Anno: 2019

Paese: Italia

Durata: 86’

Nevia ha diciassette anni: troppi per il posto in cui vive e dove è diventata grande prima ancora di essere stata bambina. Minuta e acerba, è un’adolescente caparbia, cresciuta con la nonna Nanà, la zia Lucia e la sorella più piccola, Enza, nel campo container di Ponticelli.

Note di regia

“L’adolescenza è il periodo decisivo e più controverso per la costruzione dell’identità e della personalità di un individuo. I ricordi della mia giovinezza appartengono ai dieci anni vissuti in un container nella periferia di Napoli, quando il terremoto degli anni Ottanta costrinse la mia famiglia a sfollare in un campo improvvisato, in attesa di una sistemazione adeguata. I giorni diventarono mesi e poi anni, ma la casa popolare non è mai arrivata e abbiamo imparato così ad adattarci a quella situazione drammatica, cercando di ristabilire una quotidianità e abituandoci a vivere dignitosamente anche con quel poco che avevamo. Le generazioni sono andate e venute, ma i campi container ancora esistono: si sono tramutati in un piccolo mercato immobiliare di serie Z, che offre spesso un tetto ai rifugiati di altre sfortunate realtà. Tuttavia, credo sarebbe limitativo ricercare solo nella mia autobiografia il valore di questa storia. Nevia è un racconto di formazione, la descrizione delle varie peripezie e dei tanti ostacoli che si frappongono tra una giovane adolescente e la conquista di una libera e matura consapevolezza di sé. Il contesto rappresenta soltanto lo sfondo di una vicenda che mira ad acquisire un significato universale. Nevia è una ragazza che combatte contro un destino che sembra già scritto, dalla famiglia o dalla società: è una Cenerentola moderna ma senza principe azzurro, che cerca con risolutezza il proprio posto nel mondo”.

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dalle 10:00 alle 24:00 domenica 20 dicembre

The rider – Il sogno di un cowboy

The rider – Il sogno di un cowboy

di Chloé Zhao

Festival di Cannes 2017 - Premio Art Cinema

SXSW Film Festival di Austin – Selezione Ufficiale

Anno: 2017

Paese: Usa

Durata: 103’

Dopo un tragico incidente a cavallo, il giovane cowboy Brady vede i suoi sogni sfumare: scopre infatti che non potrà più gareggiare. Tornato a casa nella riserva indiana di Pine Ridge, South Dakota, Brady lotta per superare il trauma dell’incidente, sia dal punto di vista fisico che psicologico.
Nonostante il momento difficile, il ragazzo non può pensare solo a se stesso, deve infatti badare alla sorella Lilly che, affetta dalla sindrome di Asperger, non può contare sulle attenzioni del padre Wayne. L’uomo, dipendente dal gioco d’azzardo, arriverà addirittura a vendere il cavallo preferito di Brady per saldare i suoi debiti. Frustrato e oppresso dal senso di inadeguatezza, Brady si allontana dal mondo e dagli amici del rodeo e inizia a spendere la maggior parte del suo tempo con l’amico Lane, anch’egli in riabilitazione intensiva dopo un incidente. La lontananza dai cavalli diventa però insopportabile e Brady torna così ad allenarsi. Ma dovrà prendere una decisione: dedicarsi alla guarigione con l’aiuto della sua famiglia e dei suoi amici o rischiare tutto per mantenere l’unico senso di sé che abbia mai conosciuto.

Note di regia

“Abbiamo lavorato con una troupe leggera, girando nelle case delle persone, in luoghi reali.  Abbiamo fatto in modo che le riprese, pur di scene reali, avessero un taglio cinematografico per far sì che la realtà entrasse perfettamente a far parte della narrazione. Attraverso il viaggio di Brady, sia dentro che fuori dallo schermo, spero di esplorare la nostra cultura riguardo alla mascolinità e di offrire una versione più sfumata del classico cowboy americano. Voglio anche far vedere un ritratto autentico del ruvido, onesto e bellissimo cuore dell’America che amo e rispetto profondamente”.

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dalle 20:00 alle 24:00 sabato 26 dicembre

Sola Al Mio Matrimonio

Sola al mio matrimonio

di Marta Bergman

Festival di Cannes 2018 – Acid

Rome Independent Film Festival – Premio “Miglior Attrice”

Anno: 2018

Paese: Belgio

Durata: 122’

Pamela, giovane Rom insolente, spontanea e piena di ironia, non assomiglia a nessun’altra ragazza della sua comunità. Vive con sua nonna e la sua bambina, ma sogna la libertà e mondi da esplorare. Rompendo con le tradizioni che la soffocano, parte alla volta dell’ignoto con tre sole parole di francese, un bagaglio e la speranza di un matrimonio in Belgio per cambiare il suo destino e quello di sua figlia, per essere finalmente una donna libera.

Note di regia

“Pamela sogna, si proietta in qualcosa di più grande, in un altrove. È ciò che la distingue dalle altre ragazze del villaggio. Tracciando il suo percorso, scopre l’amore che nutre per sua figlia e trova in sé stessa le risorse per allevarla da sola. Volevo un personaggio che lo spettatore amasse per la sua audacia, la sua gioia di vivere e il suo desiderio di imparare. Inoltre ho voluto che il film trovasse la sua coerenza nel legame forte, che prosegue nonostante l’assenza, tra madre e figlia. Così come sua madre, Bébé fa parte di una tradizione di personaggi femminili che, in diverse generazioni, fanno sentire con forza le loro voci. Il loro destino è alla base della storia che racconto”.

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dalle 20:00 alle 24:00 martedì 29 dicembre

Orfani del sonno

Orfani del Sonno

di Chiara Rigione

Selezione AAMOD e Premio Zavattini

Anno: 2020

Paese: Italia

Durata: 8' 56''

Le centraliniste, collegando gli spinotti, veicolano verso orecchie sconosciute i versi che Alfonso Guida scrisse nel 2012, nel poema “Irpinia” dedicato alle sue personali memorie sull’evento catastrofico vissuto da bambino in Basilicata. E dal passato, come attraverso messaggi vocali di Whatsapp, giungono a noi quei racconti con le voci di un uomo, di un adolescente e di una bambina, fino ai ruderi che ancora popolano alcuni nostri paesini.
“Orfani del Sonno” è un cortometraggio di found footage realizzato con materiale da diversi archivi audiovisivi, in particolare l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e l’archivio fotografico Ansa, fondendo immagini di reportage del terremoto che colpì l’Irpinia nel 1980 con altre provenienti da tempi e luoghi lontani.

Bio-filmografia della regista

Chiara Rigione dal 2013 si occupa di cinema e produzione video, principalmente come montatrice, dopo la Laurea in Ingegneria Energetica. È presidente di Kinetta, un cine-club di Benevento che si occupa della promozione e diffusione della cultura cinematografica indipendente. Ha preso parte come assistente alla regia e montatrice alla realizzazione di cortometraggi e documentari selezionati in festival internazionali come il Napoli Film Festival, il Laceno D’Oro, Il Bogotà International Film Festival e il Laterale Film Festival. Dal 2014 organizza un laboratorio cinematografico denominato “Labus in Fabula” indirizzato a bambini dai 4 anni in su ed insegna cinema e arti visive in progetti extra-scolastici nelle scuole pubbliche primarie e secondarie. Nel 2018 il suo progetto di documentario con utilizzo di materiale d’archivio intitolato “Domani chissà, forse” è stato selezionato tra i dieci finalisti del Premio Zavattini Unarchive 2018/19 promosso da AAMOD e Istituto Luce Cinecittà. Nel 2019 lo stesso progetto è risultato tra i tre vincitori del premio e quindi prodotto e realizzato.

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Da martedì 8 a giovedì 10 dicembre

Supereroi senza Superpoteri

Supereroi senza Superpoteri

di Beatrice Baldacci

Selezione AAMOD e Premio Zavattini

Anno: 2019

Paese: Italia

Durata: 13’

Qualcuno inserisce una VHS in un videoregistratore. La cassetta va in play, sullo schermo compaiono immagini televisive di ogni tipo, consumate dal tempo, spesso irriconoscibili. Sono i ricordi d’infanzia di Beatrice. Come le cassette inevitabilmente rovinate dal tempo, così sono i suoi ricordi. Inizia così un percorso di elaborazione personale in cui rivive il rapporto con la madre malata. La ricerca è faticosa, le immagini si mischiano e si ricompongono assumendo significati del tutto nuovi. Grazie a questa dolorosa ricerca, la regista ricostruisce la propria narrazione più intima per provare a ritrovare ciò che aveva perduto.

Bio-filmografia della regista

Beatrice Baldacci nasce a Città di Castello nel 1993.
Dopo aver svolto un anno di studi in Scienze e tecniche psicologiche presso l’Università di Padova, nel 2014 si iscrive al corso di cinema della Rome University of Fine Arts (RUFA), dove realizza il progetto fotografico Mi trovo dove voglio che viene esposto presso il Palazzo Ducale di Genova.
Nel 2015 frequenta l’accademia seguendo corsi di regia, cinematografia e direzione della fotografia con i docenti Daniele Ciprì e Fabio Mollo. Lo stesso anno in occasione del 48 Hours Film Project vince il premio per miglior fotografia.
Nel 2017 si laurea con lode presentando il cortometraggio Corvus Corax che vince numerosi premi nazionali e internazionali. Nel 2018 frequenta il corso base di regia al Centro Sperimentale di Cinematografia con il docente Claudio Cupellini realizzando il cortometraggio Attenti al Cane! Vince il Premio Zavattini 2019 durante il quale realizza il documentario autobiografico Supereroi senza superpoteri.

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Da martedì 8 a giovedì 10 dicembre

In Her Shoes

In Her Shoes

di Maria Iovine

Selezione AAMOD e Premio Zavattini

Anno: 2019

Paese: Italia

Durata: 19’

In un mondo ribaltato in cui le donne ricoprono ruoli di potere e gli uomini si occupano della famiglia, Domenico si racconta alla figlia a partire da un tenero ricordo. In una lettera rivive la gioia della sua nascita, la sua infanzia, i sogni di una famiglia felice, ma anche le rinunce dolorose di padre e marito che hanno soffocato le sue reali aspirazioni e desideri.
Attraverso immagini d’archivio, In Her Shoes riscrive la Storia: gli uomini uniti in un movimento di liberazione. Le immagini del nostro passato non raccontano più chi siamo, ma qui ci lanciano una sfida. Cosa avrebbero fatto gli uomini se si fossero trovati nella posizione delle donne? Si sarebbero uniti per far sentire le loro voci? E le donne sarebbero state a guardare o avrebbero preso coscienza del loro privilegio?

Bio-filmografia della regista

Maria Iovine nasce a Caserta nel 1984. Si laurea all’Università degli Studi di Salerno con la prima tesi pratica sul montaggio dal titolo Obraz. Sperimentazione Audiovisiva Sul Montaggio.
Per Una Rifigurazione Ejzenštejniana De Le Lacrime Amare Di Petra Von Kant Di R. W. Fassbinder che le vale la lode e una menzione speciale da parte della Commissione Accademica.
Dall’età di 23 anni è stata assistente e collaboratrice di Marco Spoletini (montatore di Gomorra di Matteo Garrone), Clelio Benevento (Mia Madre di Nanni Moretti), Esmeralda Calabria (Romanzo Criminale di Michele Placido), Valentina Girodo (Il commissario Rex per Canale 5).
Attualmente montatrice di cinema, tv, documentari per le più note case di produzione italiane: il documentario Massimo, il mio cinema secondo me del casertano Raffaele Verzillo sull’ultima intervista inedita a Massimo Troisi; il film Senza Fiato con Fortunato Cerlino in uscita per la prossima stagione cinematografica; Lettere al Duce di Massimo Martella e 2000km di Bellezza di Italo Moscati per Istituto Luce Cinecittà, la serie tv Casa Siffredi per Mediaset e 2 mini documentari su Bebe Vio e Gabriele Mainetti per la serie Untaggable prodotta da Magnolia e Sky Cinema.
Da sempre impegnata nelle tematiche relative all’universo femminile, di recente ha vinto il premio della Regione Lazio ‘Innovazione: Sostantivo Femminile’ con un video di montaggio sul rapporto tra donne e tecnologia il cui titolo è Favole in aggiornamento.

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Da martedì 8 a giovedì 10 dicembre

Then & Now

Then & Now

di Giulia Tata e Antonino Torrisi

Selezione AAMOD e Premio Zavattini

Anno: 2018

Paese: Italia

Durata: 20’

In un futuro distopico, alieni in fuga da un pianeta distrutto hanno invaso pacificamente la Terra, presentandosi come portatori di progresso e nuove tecnologie e ottenendo da subito piena collaborazione da parte degli esseri umani. Afel, un ragazzo terrestre senza patria ne radici, nel suo vagabondare per il mondo è testimone di come la razza umana si sia fatta progressivamente soggiogare e ridurre in schiavitù in nome di un progresso che ha finito col distruggere il pianeta e il suo ecosistema. Coinvolto suo malgrado nelle proteste e poi nei successivi scontri tra umani e alieni, Afel prenderà infine la decisione di schierarsi e combattere per la salvezza dell’umanità.

Bio-filmografia della regista

Giulia Tata è nata a Roma nel 1993. Ha frequentato l’istituto scientifico E. Amaldi dove si è diplomata nel 2012. L’anno successivo ha iniziato un corso di recitazione teatrale con il regista e attore Augusto Zucchi. Tra il 2013 e il 2015 studia regia presso la Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volontè e si diploma con il cortometraggio “Trompe l’Oeil” selezionato all’Arcipelago Film Festival. Vincitrice di numerosi premi, Nel maggio 2017 vince una borsa di studio della SIAE per partecipare come regista al corso internazionale di cinema “Terre di Cinema” durante il quale gira in 35mm il cortometraggio “Maria Grazia” attualmente in post-produzione. Lo stesso anno vince, come co-autrice, la seconda edizione del Premio Zavattini con il cortometraggio “Then & Now”.

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Da martedì 8 a giovedì 10 dicembre

Fuori Programma

Fuori Programma

di Carla Oppo

Selezione AAMOD e Premio Zavattini

Anno: 2016

Paese: Italia

Durata: 16’

Colonie estive, anni ‘50. I giochi di prestigio di un bambino divertono i compagni.
Una voce matura intraprende un viaggio nella memoria: i giochi, i doveri, le aspettative, le incursioni degli adulti nell’universo infantile. Un intimo resoconto delle vacanze, fino a quando i ricordi non perdono solidità per farsi onirici, liquidi, liberi.

Bio-filmografia della regista

Carla Oppo si laurea in Storia contemporanea con una tesi su cinema e trasformazione urbana negli anni del miracolo economico e consegue, a Roma Tre, il Master di secondo livello Esperto di comunicazione storica, televisione e multimedialità. Nel 2017 vince il Premio Zavattini con Fuori Programma, un film breve a base totale d’archivio prodotto da Aamod. Nel 2018 frequenta il corso di documentario presso la Escuela Internacional de Cine y Television EICTV di Cuba. E’ tra i dieci finalisti della residenza artistica sugli archivi amatoriali “Re-framing Home movies 2018”. Oggi è ricercatrice d’archivio e autrice per produzioni televisive e documentarie, e partecipante al dibattito al programma di storia di Rai Tre “Passato e Presente”. Cura la sezione documentari del Bella Storia Festival – Narrazioni di strada, di cui è presidente.

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Da martedì 8 a giovedì 10 dicembre