Ucca al Carbonia Film Festival

Ucca al Carbonia FIlm Festival

Una Giuria di Ucca assegnerà il “Premio Ucca Carbonia Film Festival” al miglior film del concorso internazionale lungometraggi del Festival, che si svolgerà nella città del sud-ovest sardo dal 06 all’11 ottobre prossimi.

Il film premiato verrà proiettato nelle nostre sale ad Ancona e Napoli durante questa stagione.

La Giuria Ucca annovera due componenti della nostra presidenza nazionale: il vice-presidente nazionale Antonio Borrelli operatore culturale, programmatore, produttore e dirigente di Arci Movie Napoli e Chiara Malerba, esercente cinematografica, componente della Presidenza Nazionale Ucca, programmatrice e selezionatrice di Corto Dorico Film Festival, che insieme a Marino Martino Canzoneri, operatore culturale, Presidente Regionale ARCI Sardegna premieranno il miglior lungometraggio in concorso.

“Venezia 77” getta il cuore oltre la pandemia

Roberto Roversi

Presidente nazionale UCCA

“Venezia 77” getta il cuore oltre la pandemia

The global film industry has never been hit so badly in its entire history”: a queste accorate parole Alberto Barbera ha affidato, in un appello a Variety, il senso profondo del coraggioso tentativo di Venezia di rimettere in moto il circuito dei festival, da sempre cuore pulsante del cinema di qualità.

E poco importa se la line-up non ha il glamour pre-Oscar degli anni scorsi, se inevitabilmente i divi americani diserteranno e se il tappeto rosso sarà relegato ai fotografi. Se alcune conferenze stampa avverranno via Zoom, se gli accreditati dovranno osservare draconiane prescrizioni sanitarie.

Dopo i dolorosi annullamenti di Cannes, Telluride e Locarno era indispensabile dare un segnale di presenza, in tutti i sensi, uscire dal loop di mesi di streaming, riappropriarsi del senso comunitario della sala cinematografica.

Barbera e i suoi collaboratori, inoltre, hanno imbastito una selezione ufficiale di tutto rispetto: nonostante le forzate rinunce a “pesi massimi” come Leos Carax e Nanni Moretti, rimasti fedeli a Cannes 2021, il concorso presenta autori del calibro di Chloé Zhao, Amos Gitai, Andrej Končalovskij e la possibile rivelazione messicana Michel Franco, mentre l’Italia è ben rappresentata da Emma Dante, Susanna Nicchiarelli e dall’atteso “Notturno” di Gianfranco Rosi. Non so se andrà tutto bene, ma vale la pena provarci.

Notturno

Antonio Borrelli

Vicepresidente nazionale UCCA

Notturno

Dopo tanti mesi sono tornato finalmente al Cinema, in una sala purtroppo quasi vuota, per vedere Notturno di Gianfranco Rosi.
Il suo documentario (se si può ancora definire tale) è un viaggio unico in un Medioriente in cui i confini sfumano, le genti si mescolano e i luoghi si confondono.

Un percorso che, evidentemente, parte dalle tenebre e da un’oscurità primigenia, politica e sociale, che sembra avvolgere quelle terre, ma che cerca poi, nella vita di esistenze frammentate e marginali, una strada di luce e forse di speranza.

È innegabile l’abilità di Rosi nel costruire una composizione visiva di livelli eccelsi, il chè va sottolineato in considerazione anche del suo modo di lavorare in solitaria. Le cornici visive, però, risulterebbero stantie se dentro non ci fossero potenti sprazzi di un’umanità varia che, nella loro semplicità, riempiono di contenuto e invitano a lasciarsi andare per entrare in profondità.

Forse il merito più grande dell’autore Italo-americano sta proprio qua. Grazie al suo certosino metodo d’indagine e di ricerca, Rosi ci porta in ogni scena, ci accompagna in un cammino attraverso lo schermo cercando di farci vivere ogni situazione insieme ai diversi personaggi del film.

Se non si pretendono spiegazioni e si tralascia un approccio troppo spesso pregno di pregiudizi e di opinioni sul Medioriente, quella che si può compiere è una vera discesa negli inferi di conflitti che hanno creato lì una miseria e un dolore senza eguali. Tutto ciò è perfettamente evocato in un ospedale psichiatrico da alcuni pazienti che provano uno spettacolo mettendo in scena tutto il complesso panorama di vicende politiche che ha attraversato quelle aree e quei popoli, la qual cosa non può non cogliere nelle potenze occidentali il grande manovratore oscuro di trame perfide e disumane.

Per vedere “Notturno” bisogna accettare un codice nuovo che cerca un’empatia molto più articolata di quella che ottenevano tanti lavori, visti negli ultimi anni, mostrando la più cruda delle realtà, quella della guerra. Da questo punto di vista anche il lavoro sull’impianto sonoro del film è mirabile, il suono è un suono d’ambiente, spesso tarato su silenzi che non possono non spingere ad una profonda introspezione chi osserva lo scorrere della narrazione e che , di tanto in tanto, sono interrotti in lontananza dall’eco di raffiche di mitra e di esplosioni, un radicale e contrastato sottofondo con il loro carico di tensione e di apprensione.

Ho letto diverse recensioni critiche nei confronti del film, molte impostate su una polemica di natura etica rispetto al dolore mostrato sullo schermo, con diverse sequenze messe sotto accusa, a partire da quella di una madre che piange il figlio nella prigione in cui è stato torturato ed ucciso, fino ad arrivare a quelle di una scuola in cui sono alcuni bambini a raccontare, a parole e con dei disegni, le tragedie vissute e le torture inimmaginabili che hanno dovuto subire.

Credo, tuttavia, che Rosi non abbia superato alcun limite, ma che anzi, anche nei momenti più strazianti, sia stato sempre molto rispettoso delle persone e delle situazioni che raccontava, mantenendo sempre una posizione della camera molto delicata nello spazio fisico e uno sguardo che, per me, non ha mai cercato in alcun modo di strumentalizzarne la sofferenza.

L’unica scena su cui si può discutere in tutto il film è quella della stanza di una prigione in cui sono detenuti numerosi prigionieri dell’Isis, in condizioni che evidentemente non rispettano alcun principio di umanità. Lì, lo ammetto, qualche interrogativo me lo sono posto, ma si tratta di un’unica sequenza in film intero e non può valere come argomento per minarne l’impianto complessivo.

Altri ancora contestano al modo di lavorare di Rosi sulla base di una ormai obsoleta e mai veritiera differenza tra realtà e finzione, per cui il documentario dovrebbe quasi restare in un campo di esclusiva restituzione della realtà senza avventurarsi in terreni che non gli sarebbero propri. Evidentemente qui scontiamo, nel nostro paese, un deficit culturale ancora rilevante, che tende a classificare il documentario in una categoria stringente alla quale pare si voglia, a volte, negare anche la dignità di essere Cinema.

Il racconto della realtà rappresenta da sempre uno sguardo ed in quanto tale è soggettività, che può esprimersi anche mettendo in scena situazioni ed innescando contesti calati nel reale, il tutto purché, a mio avviso, ci sia sempre un rispetto dell’autenticità che significa tenere nel giusto conto quello che ogni persona può regalare ed offrire ad una narrazione che voglia essere cinematografica.

Perciò se, nel fare cinema con la realtà e nel costruire un tale schema narrativo, si aderisce a questa basilare regola di condotta, dal mio punto di vista, è lecito non solo creare o ricreare momenti che traggono linfa dalle situazioni reali delle persone coinvolte, ma tutto ciò significa anche che si sta al tempo stesso compiendo un’operazione da collocare, moralmente e eticamente, in un alveo di piena legittimità.

In definitiva, ancora una volta, Gianfranco Rosi riesce a tracciare un’avanguardia, forse è destino che questo grande narratore cinematografico debba scontrarsi, sopratutto in Italia, con posizioni estremamente critiche del suo operato, mentre all’estero ormai da tempo è universalmente riconosciuto come uno dei grandi maestri del cinema contemporaneo.

Consiglio scontato ed ovvio è di correre a vedere Notturno, non so quanto possa restare in sala un film del genere, ma vale assolutamente la pena vederlo, se decidete di farlo, spogliatevi, però, di ogni pregressa convinzione e provate semplicemente ad aprirvi ad uno straordinario flusso audiovisivo.

Piccolo manuale di sopravvivenza alla chiusura temporanea dei cinema

Roberto Roversi

Presidente nazionale UCCA

Piccolo manuale di sopravvivenza alla chiusura temporanea dei cinema

Non è la stessa cosa, lo sappiamo bene. Soprattutto per i cinefili cronici che ci sono assunti la missione di aggregare le persone attraverso il cinema. Ma i tempi sono cupi, i 4.000 schermi italiani sono spenti e i nostri circoli inesorabilmente chiusi e in grave sofferenza.

E se i giganti del web, che si sono mostruosamente arricchiti rubandoci dati personali per due decenni, approfittano ulteriormente dell’emergenza sanitaria per allargare la già sconfinata platea delle loro piattaforme, ci sono fievoli, ma importanti segnali di una risposta culturale da parte di enti e istituzioni che non si rassegnano a lasciarci orfani (temporanei) di contenuti di qualità.

A partire dalla Cineteca di Milano, che offre una vasta library di film, consultabili comodamente da casa, garantendo gratuitamente l’accesso a materiale dal grande valore storico: tra le tante proposte, grandi capolavori del cinema muto come Femmine folli di Erich Von Stroheim (1921), Crepuscolo di Gloria di Josef Von Sternberg (1928) e il celebre Faust di Friedrich Wilhelm Murnau (1926).

Una quarantena ultra-cinefila ci viene proposta dagli amici della FIC: dopo il forzato rinvio della 38^ edizione del glorioso Bergamo Film Meeting a fine maggio, ci intrattengono con 5 pezzi facili, quattro film passati in rassegna nelle precedenti edizioni del Festival + un film premiato dalla critica, disponibili on demand sul canale Vimeo di Lab 80 fino al 28 marzo al prezzo ridottissimo di € 0,99 (tra i quali mi permetto di segnalare il fondamentale “Austerlitz” di Sergei Loznitsa).

Altrettanto lodevole è l’iniziativa di Open DDB, che condivide a rotazione, in uno “streaming di comunità”, il suo intero roster di fiction e documentari, mentre per chi ama archivi o materiali di reportorio, il consiglio è quello di attingere alle sconfinate praterie del Luce, di AAMOD o di RaiPlay.

Anche gli amici di Zalab hanno deciso di rendere disponibili per la loro community di iscritti la visione in streaming di tutti i titoli del loro catalogo di cinema del reale (che sentiamo un po’ anche nostro, visto che sono partner storici dell’Italia che non si vede).

Una vera messe di titoli è quella messa a disposizione online dall’Ischia Film Festival: grazie all’adesione degli autori, sono gratuitamente visibili praticamente tutti i film selezionati nelle passate edizioni.

Ma anche Arci & Ucca si sono prontamente attivate: a Viterbo, lo staff della rassegna “Immagini dal Sud del Mondo”, grazie al supporto di alcune case di distribuzione e servizi di streaming, selezionano ogni giorno insieme agli studenti di AUCS grandi film da vedere gratuitamente, ogni volta su diverse tematiche sociali.

SIAE: dichiarazione di ottemperanza – COVID 19

SIAE -COVID19

SIAE: dichiarazione di ottemperanza – COVID 19

Nel caso in cui comitati e circoli intendano confermare eventi ed iniziative in programma, è fondamentale una applicazione scrupolosa delle prescrizioni.

A questo proposito la SIAE chiederà agli organizzatori degli eventi una “Dichiarazione di ottemperanza” alle prescrizioni del DPCM 04.03.2020, per poi segnalare alle Prefetture competenti le manifestazioni confermate.
A loro volta le Prefetture hanno ricevuto indicazioni dal Capo della Polizia di promuovere con gli organizzatori di eventi una interlocuzione finalizzata al rispetto delle prescrizioni.

Richiamiamo alcune fondamentali prescrizioni, rimandando alla lettura integrale dei decreti emanati:
– è necessario evitare un affollamento tale da impedire la distanza di sicurezza interpersonale di un metro;
– vanno esposte le informazioni sulle misure di prevenzione (trovate la locandina nella Banca dati sul Portale ARCI, nella cartella “Circoli”);
– vanno messi a disposizione liquidi disinfettanti per l’igiene delle mani (soluzioni idroalcoliche);
– è prescritta come misura igienico sanitaria la pulizia delle superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol.

I gemelli D’Innocenzo tornano a Berlino con ‘Favolacce’

BERLINALE

I gemelli D’Innocenzo tornano a Berlino con ‘Favolacce’

Applausi per il ritorno in concorso dei fratelli romani

Tornano a Berlino, ma questa volta in concorso con il loro Favolacce. I fratelli D’Innocenzo, Damiano e Fabio, gemelli del 1988, cresciuti fra Tor Bella Monaca e il litorale laziale. Talenti puri, autodidatti, ironici che seguiamo da tempo. Il loro sorprendente esordio, La terra dell’abbastanza, ci aveva colpito tanto da inserirlo nella nostra rassegna L’Italia che non si vede. E quest’anno l’aria che arriva dalla Germania è che potrebbero vincere un premio importante, facendo tutti gli scongiuri del caso, questo rumor ci rende particolarmente felici. Per ora abbiamo le reazioni da Berlino e sono state decisamente positive. Loro naturalmente giocano al ribasso: «A Berlino dalla porta principale? Noi siamo abituati a entrare dal retro, a scavalcare le staccionate…». Ma del resto come dargli torto.

Il film è in uscita in Italia il 16 aprile. La storia è di quelle corali di una piccola borghesia di un villaggio laziale dove scorre una rabbia sopita, un malessere sotterraneo.

Alla conferenza stampa di presentazione a Berlino, Elio Germano fa un passaggio sul senso e significato della ‘rabbia’ per il nostro paese ma che assume un significato particolare anche nel film. Vite, storie, rapporti familiari in una periferia di Roma ma che potrebbe essere ovunque. Una rabbia che non si arrende, si alimenta, che involve.
I fratelli D’innocenzo rappresentano quel senso del cinema che non si compiace, che sceglie le strade più faticose da raccontare ma che alla fine regala quella speciale magia del cinema che si chiama: emozione.

Diamanti Grezzi (Uncut Gems)

Chiara Malerba

Presidenza nazionale UCCA

Diamanti Grezzi (Uncut Gems)

Tutto così esagerato. Tutto così magnetico. Impossibile distogliere lo sguardo dallo schermo. Uncut Gems è il folgorante film – in programmazione su Netflix – diretto dai fratelli Josh e Benny Safdie, ebrei newyorkesi al terzo lungometraggio di finzione dopo Heaven Knows What(2014) e Good Time (2017).

Commedia nera, dramma, noir urbano con getti di thriller. Difficile (e ingiusto) inquadrare in un unico genere questo film che racconta le disavventure di un gioielliere newyorkese impegnato in continui e disperati tentativi di pagare i propri debiti di gioco.

Scorsese (anche alla produzione), soprattutto Ferrara, e inoltre Allen, Spike Lee, schegge di Altman, Cassavetes, Jonze, condensati in un unico film.

Uncut Gems è uno spettacolo claustrofobico, penetrante, è una parabola universale sulle occasioni mancate, in una New York schizzata ed irrequieta.

Il vero diamante è Adam Sandler, che per questo film ha recentemente vinto l’Independent Spirit Award come Miglior Attore Protagonista. Lui, autore di una carriera sbilenca costellata di performance da Razzie Award e improvvisi, clamorosi lampi di bravura – e questo è il caso. I Safdie Brothers, già brillano.

I due registi dal talento incendiario, hanno molto più di qualcosa da dire e da mostrare. Il loro è cinema materico, peculiare, che si ancora e affonda nell’evidenza delle cose, delle persone, di ciò che si può vedere, toccare, annusare, mordere. Anche ferire. Inaudito e perfetto, l’uso di L’Amour Toujours di Gigi D’Agostino.

Lights out.

Ucca alla Berlinale insieme a Carbonia Film Festival

CARBONIA FILM FESTIVAL

Ucca alla Berlinale insieme a Carbonia Film Festival

Verrà promosso alla 70^ edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino (20.02 – 01.03) il bando di concorso che annuncia la decima edizione del Carbonia Film Festival, che si svolgerà nella città mineraria dal 6 all’11 ottobre 2020.

La selezione prevista dal bando si articola in due sezioni competitive: lungometraggi internazionali (fiction e documentari di durata superiore ai 60′) e cortometraggi internazionali (film di durata inferiore ai 30′). Il concorso intende presentare il meglio della produzione cinematografica internazionale legata ai temi del lavoro e della migrazione, forte di un ammontare complessivo dei premi che per questa edizione si attesta sugli € 8.000, divisi in sei categorie.

Quest’anno, nella sezione lungometraggi, sarà presente per la prima volta anche il Premio Ucca Carbonia Film Festival del valore di € 1.000. La particolarità di questo premio, nello stile Ucca, è nella natura dello stesso, che si configura come un incentivo alla circuitazione attraverso la possibilità che verrà data a due realtà importanti della rete nazionale, Arci Movie di Ponticelli e Cinema Azzurro di Ancona, di organizzare due proiezioni pubbliche del film vincitore.
Un’opportunità e una modalità di valorizzazione reciproca tra la rete Ucca, che è in grado di proporre i suoi spazi, il lavoro sul pubblico fatto negli anni, per ospitare due eventi internazionali che saranno in grado di offrire un contenuto a cui altrimenti sarebbe stato difficile accedere, e il Festival, che vedrà uno dei suoi film selezionati venire presentato oltre il confine dell’Isola nel territorio nazionale. Un Festival che, seppur piccolo, ha tenuto a posizionarsi nel panorama internazionale come una realtà che, stando alle parole del suo direttore artistico Francesco Giai Via, «lavorando sulla formula di un evento raccolto e conviviale in cui l’approfondimento e la sperimentazione sono andate di pari passo con una atmosfera calorosa e informale, ha proposto una selezione di qualità, curiosa e avventurosa (realizzata attraverso un programma di anteprime nazionali, ndr) che ha saputo trovare con film e ospiti un equilibrio fra la ricerca sui nuovi linguaggi e la centralità dei temi storici del lavoro e delle migrazioni».

Il Premio Ucca Carbonia Film Festival, che vedrà in giuria anche due operatori culturali delle realtà ospitanti le proiezioni del film vincitore, è solo l’ultima delle collaborazioni tra l’associazione nazionale Ucca e il Carbonia Film Festival.
Nel 2017 il circolo ‘Opere Prime’ di Roma ha stretto con il Festival una media partnership realizzando i suoi daily report in diretta dalla kermesse. Nel 2019, in occasione del momento intermedio tra un’edizione e l’altra del concorso biennale, quattro operatrici e operatori culturali dei circoli ‘Altera’ di Torino e Arci Movie di Ponticelli hanno partecipato al programma Carbonia Cinema Giovani, dedicato alla formazione delle nuove generazioni attraverso delle masterclass esclusive con gli ospiti del Festival.Una collaborazione che si rinnova e si rafforza e che poggia solidamente anche sulla presenza Ucca nel territorio del Sulcis-Iglesiente attraverso i circoli CIC Arci Iglesias, che sta realizzando con merito il progetto Casa del Cinema, e la Gabbianella Fortunata di Carbonia che si accinge a proporre la nona edizione della rassegna L’Italia che Non si Vede.

Carbonia Film Festival è un evento organizzato dal Centro Servizi Culturali di Carbonia della Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema e Cineteca Sarda; insieme a Regione Autonoma della Sardegna; con il patrocinio del Comune di Carbonia; e con il sostegno di Fondazione Sardegna Film Commission.

Sul sito www.carboniafilmfest.org, è possibile consultare il testo del bando e accedere al modulo di iscrizione online con tutte le informazioni dettagliate.

Il bando, che ha carattere internazionale, resterà aperto sino al prossimo 31 maggio.

Carbonia Film Festival: online il bando di concorso

CARBONIA

Carbonia Film Festival

Online il bando di concorso

Il CARBONIA FILM FESTIVAL CINEMA/ LAVORO/ MIGRAZIONI ospita due sezioni competitive (d’ora in poi Concorso), allo scopo di divulgare e promuovere la conoscenza attraverso storie che abbiano come tema principale il lavoro e/o migrazione.

A partire da questi temi è possibile rappresentare e declinare, anche sullo sfondo, qualunque manifestazione del carattere umano, come la sofferenza, per esempio fisica e psicologica; la limitazione nell’espressione della propria cultura, della propria diversità in tutte le sue forme; la rappresentazione della violenza, anche armata, sul singolo o sulla comunità; e in generale tutte quelle limitazioni dei propri diritti di essere umano universalmente riconosciuti che dovrebbero essere tutelati dalle istituzioni.

Sono invitati a partecipare lungo e cortometraggi, di finzione o documentari.

Il concorso è organizzato e promosso dal Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema insieme alla Cineteca Sarda.

Il concorso si terrà a Carbonia dal 06 al 11 ottobre 2020.

Le giurie assegneranno, a proprio insindacabile giudizio, i seguenti premi:


Concorso Internazionale Lungometraggi | Film > 60′

(partecipano alla competizione gli 8 lungometraggi di finzione o documentari in selezione)

Premio Miglior Film € 4.000
attribuito da una giuria composta da 3 persone nominate dalla Direzione del Festival

Premio del Pubblico € 1.000,00
attribuito dagli spettatori ai film del Concorso Internazionale Lungometraggi

Premio Ucca Carbonia Film Festival € 1.000,00
premio per la circuitazione attribuito da una giuria nominata dall’Unione Circoli Cinematografici Arci

Concorso Internazionale Cortometraggi | Film < 30′

Premio Concorso Internazionale Cortometraggi € 1.000
attribuito da una giuria composta da componenti del Sardegna Film Network

Premio Giuria Cinema Giovani € 500,00
attribuito da una giuria composta dai 10 vincitori del bando “Carbonia Cinema Giovani”

Premio Giuria Scuole € 500,00
attribuito da una giuria composta da studenti e studentesse degli Istituti di istruzione superiore della città di Carbonia.


Per tutte le info visita: http://www.carboniafilmfest.org/it/edizione-2020.html

“Santa Subito” l’8 marzo nei circoli Ucca e Arci

8 MARZO

“Santa Subito” l’8 marzo nei circoli Ucca e Arci

In occasione della Giornata internazionale della donna, Arci e Ucca sostengono la mobilitazione delle donne contro la violenza di genere anche attraverso il cinema. 

Nelle giornate dell’8 e 9 marzo metteremo a disposizione gratuitamente alcuni passaggi di Santa Subito, il film di Alessandro Piva, vincitore della Festa del Cinema di Roma.

Il film racconta la storia di Santa Scorese, giovane attivista cattolica della provincia di Bari, che per anni subisce le morbose attenzioni di uno sconosciuto molestatore,  ma non mette mai in discussione la sua vocazione all’aiuto del prossimo e il suo percorso spirituale. La sera del 15 marzo 1991 al rientro a casa Santa viene accoltellata a morte dal suo persecutore, davanti agli occhi impotenti dei genitori e di una società all’epoca impreparata ad affrontare i reati di genere e lo stalking. Aveva ventitré anni.

Tramite le interviste a familiari e conoscenti della vittima, Piva ci restituisce in maniera efficace lo spaccato sociale dell’epoca e le immagini di repertorio riferiscono di un’Italia ancora terribilmente arretrata sulla lotta al femminicidio ed ai fenomeni di stalking.