Ennesimo Contest

CONTEST

di Ennesimo Film Festival

Ennesimo Film Festival e Scarabeo Entertainment
lanciano Ennesimo Contest

3mila euro in palio 

Dopo il successo dell’Ennesima Borsa di Studio che ha portato alla produzione del cortometraggio Salse Connection girato da Francesco Barozzi e Natalia Guerrieri alle Salse di Nirano, Ennesimo Film Festival torna al fianco degli autori under 35 con un nuovo contest insieme a Scarabeo Entertainment che ne ha sostenuto idea e montepremi.

Sceneggiatori, registi e case di produzione potranno infatti partecipare da oggi fino al 15 luglio all’Ennesimo Contest realizzato da Ennesimo Film Festival e Scarabeo Entertainment. I partecipanti dovranno inviare la propria idea per girare un video promozionale della durata massima di 60 secondi del Museo Bertozzi e Casoni di Sassuolo (Mo). Il Museo, situato all’interno della Cavallerizza Ducale restaurata grazie all’intervento di Franco Stefani e dello Studio Pincelli, è la prima mostra permanente d’arte contemporanea dedicata alla ceramica. All’interno sono infatti raccolte le opere di Bertozzi e Casoni che dagli anni Ottanta utilizzano la ceramica come esclusivo mezzo espressivo a fini scultorei arrivando ad esporre in musei e gallerie.

«Siamo molto contenti della collaborazione intrapresa con Scarabeo Entertainment che ha dato vita a questo nuovo contest – spiegano Federico Ferrari e Mirco Marmiroli, organizzatori dell’Ennesimo Film Festival – che darà l’opportunità a un giovane sceneggiatore o regista di poter vincere il premio in palio di 3000 euro per continuare a coltivare la propria passione. Il Contest si inserisce appieno nelle attività che stiamo portando avanti in questi anni che mirano alla promozione del territorio e alla creazione di nuove opportunità di crescita per l’intera comunità. Dopo aver reso possibile la produzione del primo cortometraggio girato a Fiorano Modenese, questo Contest contribuisce a provare a rendere il nostro territorio appetibile anche per nuove imprenditorialità, tra cui appunto la produzione cinematografica».

«Nuove collaborazioni, nuove partnership locali dal respiro internazionale. È questo lo spirito e l’approccio che come Direzione Artistica desidero portare avanti con il team Scarabeo Entertainment – spiega Alessandra Stefani Founder & Art Director Scarabeo Entertainment srl – che ci vede impegnati in diversi progetti culturali e artistici. L’energia impiegata è sostanziosa, vorticosa e collaborativa. Nuove idee prendono vita ogni giorno, lieti di poter premiare il vincitore di Ennesimo Contest nella cornice della 3 giorni del Festival della Filosofia durante i quali il Museo esporrà un’opera d’arte dirompente, ad oggi top secret al pubblico, degli artisti Bertozzi e Casoni».

La partecipazione al Contest è gratuita e ogni autore potrà presentare più di un’idea. Saranno ammesse soltanto idee originali scritte in lingua italiana o inglese. Il vincitore, che sarà scelto da una Giuria costituita da Scarabeo Entertainment, dovrà realizzare il video promozionale entro il 10 settembre 2019.

Info, bando e regolamento su contest.ennesimofilmfestival.com

A Lecce la quinta edizione di Sabir

FESTIVAL

di Ucca

A LECCE LA QUINTA EDIZIONE DI SABIR

Dal 16 al 19 maggio il Festival delle culture mediterranee, per la prima volta in Puglia

Quest’anno il Festival Sabir si terrà a Lecce dal 16 al 19 maggio. Dopo le edizioni di Lampedusa nel  2014, Pozzallo nel 2016, Siracusa nel 2017 e Palermo nel 2018, il Festival per la sua quinta edizione approda per la prima volta in terra pugliese.

“Sabir” è stata nell’ottocento e fino all’inizio del secolo scorso, la lingua meticcia parlata dai marinai nei porti del Mediterraneo: dopo le edizioni siciliane, quindi, il Festival si sposta quest’anno in un altro luogo simbolo del bacino mediterraneo, in un periodo – a ridosso delle prossime elezioni europee – che consente un forte richiamo alla riflessione sull’Europa e il suo ruolo nel Mediterraneo.

Anche questa edizione, come le precedenti, sarà articolata in incontri internazionali e formazioni, che si alterneranno ad attività culturali, laboratori interattivi, musicali, teatrali, presentazioni di libri. Molto attese le esibizioni di artisti salentini come l’Orchestra sinfonica di Lecce e del Salento Oles, il gruppo ska ed electro rock Apres La Classe, la “banda” di musica classica Cesare dell’Anna & Giro di Banda.

La presenza di rappresentanti della società civile delle due rive del Mediterraneo e di reti internazionali – Solidar, Migreurop, EuroMedRights, TNI, Attac Francia, Forum Civico Europeo, Attac Internazionale, il progetto Majalat, tra le altre – permetterà di continuare a ragionare sulla necessità urgente di una reale alternativa politica, culturale e sociale nel bacino del Mediterraneo, rimettendo in discussione alcuni pilastri promossi dalle istituzioni di tutta Europa, centrati sul controllo e la criminalizzazione dell’immigrazione, senza alcun interesse per i diritti delle persone e la giustizia sociale.

Novità di quest’anno saranno le “lezioni mediterranee”, che si svilupperanno come approfondimenti su temi specifici legati al Mediterraneo, la sua storia, le sue tradizioni e la sua cultura. Le lezioni saranno tenute da esperti e docenti nazionali ed internazionali delle due sponde.

Per la prima volta, inoltre, il Festival Sabir ospiterà il Mercato del Mediterraneo: in collaborazione con la Fondazione Slow Food per la biodiversità, produttori provenienti da Marocco, Algeria, Tunisia, Palestina ed Egitto esporranno prodotti di terra e di mare che fanno parte della cultura meticcia.

Il Festival è promosso dall’Arci insieme ad Acli, Caritas Italiana e Cgil con la collaborazione di Asgi, A Buon Diritto, Carta di Roma e i patrocini di Rai, Anci, Regione Puglia, Unisalento e Comune di Lecce.

PROIEZIONI UCCA

Aspettando il Biografilm

RASSEGNE

Biografilm School 2019, learn from the best lives!

Aperto il bando dedicato ai giovani tra i 18 e i 30 anni

Biografilm School è l’innovativo progetto di formazione promosso da Biografilm Festival – International Celebration of Lives (uno dei festival più importanti in Europa dedicati ai film documentari e di finzione) e rivolto a giovani dai 18 ai 30 anni.
Con questa proposta formativa Biografilm Festival vuole sostenere il talento e la creatività di 30 giovani offrendo, attraverso Biografilm School, uno spazio privilegiato dove: poter dialogare con grandi personalità del mondo del cinema, partecipare al festival da protagonisti e vederne i dietro le quinte, conoscere fasi e professioni dell’industria cinematografica, realizzare il daily-press ufficiale del festival, imparare a video-raccontare un grande evento, e grazie all’accredito gratuito che verrà consegnato ai partecipanti vedere i film selezionati al Biografilm Festival (7 -17 giugno). Biografilm School si svolgerà dal 3 al 16 giugno 2019, anticiperà come sempre il festival per poi viaggiare in parallelo con esso condividendone luoghi, eventi e ospiti. Nelle passate edizioni Biografilm School ha avuto l’onore di avere come maestri Francis Ford Coppola, Peter Greenaway, D. A. Pennebaker, Ed Lachman, Giuliano Montaldo, Nicolas Philibert, Matteo Garrone, Patricio Guzmán, Sabina Guzzanti, Roberto Minervini Luca Marinelli, Pierce Brosnan, Jaco Van Dormael, Piera Detassis, Valerio De Paolis, Silvio Soldini, Luca Bigazzi etc. che hanno regalato meravigliose lezioni di cinema ma anche di vita. Biografilm School è concepita come una esperienza a 360° nel mondo del cinema e della comunicazione e rivolta a chi è desideroso di formarsi in ambito cinematografico e vuole approfondire i meccanismi dell’industria cinematografica. Il percorso formativo proposto da Biografilm School si articola in 3 moduli:

-1) Le Masterclass: incontri/seminari e momenti unici con i registi, gli autori, gli artisti ospiti di Biografilm Festival. La particolare atmosfera e conformazione di Biografilm Festival, fa sì che le masterclass con i registi proseguano oltre la sala e la lezione frontale e si trasformino in chiacchierate informali e appassionate nei tanti spazi condivisi con gli ospiti internazionali, dal Biografilm Park, all’Area eventi, al Food district.

-2) Il Creative Content Lab: i partecipanti divisi in gruppi di lavoro si impegneranno ogni giorno nella realizzazione pratica di “contenuti creativi”. Si cimenteranno nella redazione del Daily Press ufficiale del Festival,(una pubblicazione quotidiana cartacea) che verrà distribuito a Bologna. Inoltre si occuperanno di “video raccontare” il festival: realizzando alcune clip giornaliere (per Instagram, il Canale youtube del Festival e la sala cinematografica): dalle interviste alle video- recensioni, fino ai Teaser, Trailer, “Virali”, Emotional, utilizzando anche app e risorse della rete.

-3) Percorsi di visione: gli studenti della School verranno forniti di uno speciale accredito che gli consentirà di vedere tutti i film, e di percorsi di visione per destreggiarsi tra gli oltre 100 titoli del Festival (anteprime di film che nei più importanti festival hanno raccolto successi, focus su grandi autori). Avranno inoltre la possibilità di accedere a eventi speciali come ad esempio il mercato dedicato ai professionisti del cinema, Bio to B – Doc & Biopic Business Meeting.

Biografilm School è rivolta ad un massimo di 30 partecipanti selezionati tramite valutazione delle lettere motivazionali e dei curricula inviati alla mail bioschool@biografilm.com. (Termine ultimo per l’invio: 20 maggio 2019). Sono previste tre borse di studio per giovani richiedenti asilo e rifugiati. Per chi non risiede a Bologna sono attive delle convenzioni per soggiornare in alcuni ostelli o alberghi della città. Tutte le info dettagliate e il form per candidarsi alla pagina: www.biografilm.it/2019/biografilm-school o scrivendo a bioschool@biografilm.com.

Proiezioni No Rogo 2019

Proiezioni No Rogo

I film in occasione della ricorrenza del 10 maggio

The poetess
Stefanie Brockhaus, Andy Wolff

Arci Trieste h. 20:00
Via del bosco, 17/b
Trieste
12 maggio 2019

Circolo Mistero Buffo h. 21:00
Via Pennisi, 25
Acireale (CT)
12 maggio 2019

Spazio Labus – Kinetta h. 21:00
Reading di poesie scelte a cura di Millelibri
video di Kinetta, voce di Francesca Mazzoni e basi musicali di Massimo Varchione
Piazza Orsini, 1
Benevento
09 maggio 2019

Arci Gramigna h. 21:00
Via Adige, 34
Bari
11 maggio 2019

Arci Kirikù h. 21:00
Piazza Ferdinando II di Borbone, 14
Bitonto (BA)
09 maggio 2019

Arci Kino h. 21:00
Via Gramsci, 71
Pieve di Cento (BO)
23 maggio 2019

Regarding Susan Sontag
Nancy D. Kates

Circolo Babelica h. 21:00
all’interno di Rockin’ Jersey – Percorso di letteratura americana
Via Gramsci, 71
Torino
28 maggio 2019

Arci Kino h. 21:00
Via Gramsci, 71
Pieve di Cento (BO)
16 maggio 2019

Casa del Popolo di Bosa h. 21:00
Via Efisio Cugia,12
Bosa (OR)
10 maggio 2019

La seconda vita dei film

di Roberto Roversi

Presidente nazionale UCCA

La seconda vita dei film

INTRODUZIONE

Quando, ormai otto anni fa, Ucca ideò e iniziò a realizzare questa rassegna itinerante, lo fece con uno scopo ben preciso: dare una seconda possibilità a documentari svisti, o programmati brevemente solo nelle città metropolitane, nonostante i riconoscimenti dei festival internazionali e le recensioni positive della stampa specializzata. Certo, l’elevato costo delle copie in pellicola era un ostacolo alla diffusione massiva delle opere, ma le distribuzioni assicuravano che, con l’imminente passaggio al digitale, si sarebbero aperte ampie praterie per la multiprogrammazione, anche di opere indipendenti. Inutile dire che le cose sono andate diversamente: i contenuti di nicchia hanno trovato sempre meno spazio in sala e L’Italia che non si vede rappresenta oggi spesso la prima vita di un film, quando non addirittura l’unica

Allargando lo sguardo all’intera produzione italiana del 2018, non si intravedono segnali incoraggianti. Se assumiamo che le opere medie siano più sintomatiche dei capolavori, quanto meno per definire lo stato di salute di un’industria creativa come quella cinematografica, è impossibile non notare come la commedia, da sempre il cuore pulsante della filmografia nazionale, continui a dare segni di stanchezza, con modeste performance al box office e una diffusa sensazione di disaffezione del pubblico di riferimento di fronte a prodotti ripetitivi e stereotipati. Lo stesso cinema d’autore, che pure non ha mancato di sorprendere con opere di assoluto valore (ci limitiamo qui a citare Dogman e Lazzaro felice, entrambi premiati a Cannes), sembra legato al lavoro di poche personalità eccentriche e fuori dal coro: siamo insomma ben lontani da una rinascita del cinema italiano, quanto piuttosto di fronte a felici eccezioni alla regola imperante della standardizzazione anche del prodotto ‘di qualità’. Né ci conforta l’analisi dell’intero mercato theatrical nazionale: nel periodo gennaio – ottobre 2018 siamo costretti a registrare una nuova flessione del 7% rispetto allo stesso periodo di riferimento dell’anno precedente. Un dato che, sommato alla brusca contrazione del 2017, fa segnare un calo complessivo che supera il 20% sia in termini di presenze che di incassi: in sostanza, in due anni, abbiamo perso uno spettatore su 5, con pesanti ricadute su un esercizio già stremato. Nell’attesa messianica che la Legge Cinema vada a regime, nella filiera industriale iniziano a percepirsi sinistri scricchiolii che mettono a repentaglio la tenuta dell’intero comparto. Nell’indifferenza generale, cui farà seguito il consueto rimpallo di responsabilità.

Una nota di ottimismo ci viene invece dalla vitalità del cinema del reale, tornato a confrontarsi con i grandi temi sociali che attraversano il Paese e a farsi esplicitamente e orgogliosamente politico. Ed è proprio da questi piccoli, straordinari film che è composta un’edizione di alto profilo de L’Italia che non si vede, che presenta opere invitate ai principali festival internazionali: ben 4 provengono dalla selezione ufficiale della 75^ Mostra del Cinema di Venezia, 2 da Locarno, una dalla Berlinale e una da Cannes, premiata quale miglior documentario del Festival.

Le tematiche, anche quando si rifanno al passato, hanno la caratteristica dell’urgenza e della necessità, figlie di una temperie sociale e culturale che sta imbarbarendo il discorso pubblico del Paese. È il caso dell’inquietante rigurgito razzista che sta alimentando l’ondata di odio rivolta agli esseri più indifesi della società. 1938: Quando scoprimmo di non essere più italiani ci racconta una delle pagine più oscure della nostra storia, ad ottanta anni dalle leggi razziali. E non solo le storie degli ebrei perseguitati, ma anche quelle dei persecutori che approfittarono con entusiasmo della situazione, per finire con uno sguardo allarmato all’avanzata dei movimenti neofascisti di oggi. Analizza invece il periodo ’68-’78 Ora e sempre riprendiamoci la vita, nel quale Silvano Agosti utilizza rari documenti di repertorio per rappresentare le lotte e le conquiste ottenute in quel decennio, contestualizzate anche grazie a preziose interviste a Bernardo Bertolucci, Massimo Cacciari, Dario Fo, Franca Rame, Bruno Trentin e tanti altri intellettuali e politici dell’epoca.

Ancora il ’68 fa da sfondo all’incredibile storia raccontata da Wilma Labate in Arrivederci Saigon, in cui una giovanissima band femminile della provincia toscana, allettata da un improbabile tour in Estremo Oriente, si ritrova con sorpresa e sbigottimento a suonare per tre mesi in basi sperdute del Sud Vietnam per intrattenere le truppe americane in mezzo ai bombardamenti.

Il dramma delle migrazioni e la tragedia che si consuma quotidianamente nel Mediterraneo sono i temi al centro di Iuventa, l’opera di Michele Cinque che documenta il progetto umanitario della ONG Jugend Rettet, animato dallo slancio utopico di un gruppo di giovanissimi tedeschi, dalla prima missione al sequestro della nave con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Una barca è al centro anche de Il clan dei ricciai: quella di Gesuino, disposto ad offrire una possibilità di riscatto agli ex-detenuti cagliaritani, assunti come pescatori per integrarsi nuovamente nella comunità. Il film descrive una vecchia malavita che sta scomparendo, i cui protagonisti raccontano le difficoltà dentro e fuori dal carcere e il loro rapporto coi valori della strada.

Con Le cicale seguiamo invece gli sfratti che colpiscono la parte più fragile dei cittadini romani, gli anziani che versano in difficoltà economiche. Un viaggio intimo nella vita di persone con pensioni risibili, costrette a lottare ancora per sopravvivere di fronte a uno stato sociale sempre più incapace di garantire a tutti una serena ‘età del riposo’. Altri film puntano invece l’attenzione su dolorosi, e irrisolti, conflitti internazionali, allargando il focus della rassegna all’Iraq e alla Striscia di Gaza.

È il caso di Isis Tomorrow, che si sofferma sulle ‘anime perdute di Mosul’, cioè sui figli e le vedove dei combattenti del Califfato. E in particolare sui bambini, facili da indottrinare all’ideologia di Daesh, che ora vivono confinati in campi profughi, avvolti in una spirale di odio, e costituiscono una polveriera pronta ad esplodere nuovamente. Con La strada dei Samouni Stefano Savona ritorna a Gaza dopo che, nel gennaio 2009, l’operazione militare israeliana ‘Piombo fuso’ aveva provocato il massacro di 29 componenti di una famiglia di contadini. Con l’ausilio delle preziose animazioni di Simone Massi, il regista testimonia come i sopravvissuti ricominciano a guardare il futuro, ricostruendo le loro case, il loro quartiere, la loro memoria.

La rassegna sconfina nella fiction con Zen sul ghiaccio sottile, dolente coming of age dell’esordiente Margherita Ferri su un’adolescente inquieta e ombrosa in cerca della propria identità di genere, in una piccola comunità dell’Appennino emiliano che la esclude e la discrimina.

Sono invece le periferie urbane a fare da sfondo a due tra le migliori opere prime della stagione. La terra dell’abbastanza ci ricorda quanto sia facile l’assuefazione al male: un incidente stradale spalanca inaspettatamente a due ragazzi la via alla criminalità organizzata e ai soldi facili. Ma proprio quell’evento casuale li costringerà a prendere inesorabilmente la direzione sbagliata.

Un giorno all’improvviso la vita ti si rovescia contro, ci ricorda Ciro D’Emilio nel suo intenso film d’esordio, in cui un ragazzo costretto a crescere troppo in fretta si prende cura della madre psicologicamente instabile, ossessionata dall’idea di ricostruire l’unità famigliare spezzata dall’abbandono del padre. Un racconto di formazione amaro, senza sconti.

In Sembra mio figlio Costanza Quatriglio racconta la storia del difficile ricongiungimento tra una madre e il figlio, costretto a scappare dall’Afghanistan quando era ancora un bambino a causa delle persecuzione dei talebani ai danni della sua gente, il popolo Hazara. Un accorato apologo sui popoli sradicati, fuggiti da guerre insensate.

Lovers Film Festival: premio Ucca a Normal

FESTIVAL

Lovers Film Festival: premio Ucca a Normal

Adele Tulli premiata al festival torinese

Il documentario prodotto da FilmAffair è risultato vincitore del concorso internazionale di documentari “Real Lovers”, la cui giuria è composta da Bartholomew Sammut, Hamilton Santià e Luca Paladini.

La motivazione (fonte loversff.com)

Un documentario fuori dagli schemi e visivamente audace che riflette su come il genere definisca il nostro agire quotidiano, influenzandone gesti, desideri, comportamenti e aspirazioni. Un viaggio tra le dinamiche e gli stereotipi di genere nell’Italia di oggi, raccontate attraverso un mosaico di scene di vita quotidiana. In palestra come in spiaggia, in discoteca, in chiesa, in un parco giochi o al centro estetico: il film osserva le coreografie dei corpi, i rituali sociali per ognuno dei generi nei contesti più ordinari e familiari. Un caleidoscopio di situazioni di volta in volta curiose, tenere, grottesche, legate dal racconto di quella che siamo soliti chiamare normalità, mostrata però da angoli e visuali spiazzanti. Con uno sguardo insieme intimo ed estraniante, il film esplora la messa in scena collettiva dell’universo maschile e femminile, proponendo una riflessione – lucida e provvista di ironia – sull’impatto che ha sulle nostre vite la costruzione sociale dei generi.

Arrivederci Saigon

L’ITALIA CHE NON SI VEDE 2018

ARRIVEDERCI SAIGON

di Wilma Labate

Cinque giovani ragazze, armate di strumenti musicali e voglia di cantare, partono dalla provincia toscana per una tournée in Estremo Oriente. Sognano il successo, ma si ritrovano in guerra. È il 1968 e la guerra è quella vera del Vietnam. Dopo cinquant’anni Le Stars raccontano la loro avventura tra soldati americani, basi sperdute nella giungla e musica soul.

Il commento di Wilma Labate

«É il 1968 e mentre in Italia i giovani occupano le scuole, rinnegano l’autorità di una famiglia patriarcale, rivoluzionano i costumi governati dalla Chiesa e decidono di essere soggetti politici, cinque ragazzine della provincia toscana imparano il soul insieme ai soldati afroamericani in Vietnam. Ancora un altro ’68, tra i tanti, a distanza di cinquant’anni. La sfida è quella di raccontare la Storia con lo sguardo delle protagoniste poco più che adolescenti, riaprendo un capitolo tra i più conflittuali del Novecento con la memoria e la leggerezza di una esperienza incredibile che ha segnato per sempre la loro vita».

La strada dei Samouni

L’ITALIA CHE NON SI VEDE 2018

La strada dei Samouni

di Stefano Savona

Da quando la piccola Amal è tornata nel suo quartiere, ricorda solo un grande albero che non c’è più. Un sicomoro su cui lei e i suoi fratelli si arrampicavano. Si ricorda di quando portava il caffè a suo padre nel frutteto. Dopo è arrivata la guerra. Amal e i suoi fratelli hanno perso tutto. Sono figli della famiglia Samouni, dei contadini che abitano alla periferia della città di Gaza. È passato un anno da quando hanno sepolto i loro morti. Ora devono ricominciare a guardare al futuro, ricostruendo le loro case, il loro quartiere, la loro memoria. Sul filo dei ricordi, immagini reali e racconto animato si alternano a disegnare un ritratto di famiglia, prima, dopo e durante i tragici avvenimenti che hanno stravolto le loro vite in quel gennaio del 2009, quando, durante l’operazione ‘Piombo fuso’, vengono massacrati 29 membri della famiglia.

Il commento di Stefano Savona

«Nel gennaio 2009, durante l’operazione militare israeliana a Gaza sono riuscito a infiltrarmi nella Striscia attraverso la frontiera egiziana, per realizzare un diario filmato di quei giorni di guerra che poi è diventato il mio film Piombo Fuso. Il 20 gennaio, in seguito alla ritirata dell’esercito israeliano, ho potuto raggiungere il nord della Striscia e la città di Gaza dove sono entrato in contatto con la famiglia allargata dei Samouni, una comunità di contadini, sino ad allora sopravvissuta miracolosamente a 60 anni di conflitti e occupazioni, che si confrontava per la prima volta con una tragedia senza precedenti. Sin dall’inizio non ho avuto alcun dubbio: il mio film non si poteva ridurre al mero rendiconto del massacro, al com- pianto sulla tragedia o alla denuncia di un’ingiustizia. Le televisioni e i giornali del mondo intero in quei giorni dopo la fine della guerra stavano già offrendo al mondo in ogni più macabro dettaglio il racconto di quella tragedia, mentre i principali partiti politici di Gaza, da Hamas alla Jihad Islamica, provavano in tutti i modi ad appro- priarsi di quei lutti per la loro propaganda. Ma una volta che le televisioni sono andate via e i funerali terminati, i Samouni sono restati soli».

Un giorno all’improvviso

L’ITALIA CHE NON SI VEDE 2018

Un giorno all’improvviso

di Ciro D’Emilio

Antonio ha diciassette anni e un sogno: essere un calciatore in una grande squadra. Vive in una piccola cittadina di una provincia campana, una terra in cui cavarsela non è sempre così facile.

A rendere ancora più complessa la situazione c’è la bellissima Miriam, una madre dolce ma fortemente problematica che lui ama più di ogni altra persona al mondo. Carlo, il padre di Antonio, li ha abbandonati quando lui era molto piccolo e Miriam è ossessionata dall’idea di ricostruire la famiglia. Per fortuna c’è il calcio e, soprattutto, ci sono gli amici: Stefano, centravanti della squadra, e Peppe, fantasista dalla battuta sempre pronta, perditempo per vocazione e con il fiuto per cacciarsi sempre nei guai. All’improvviso la vita sembra regalare ad Antonio e Miriam una vera occasione: un talent scout sta cercando delle giovani promesse da por- tare nella Primavera del Parma Calcio e, quando vede giocare Antonio in campo, è una vera rivelazione. Ma ogni sogno ha un prezzo molto alto.

Il commento di Ciro D’Emilio

«Quando ho deciso di realizzare questo film, volevo una storia priva di compromessi, radicale, estrema. Raccontare il tema dell’abbandono dell’adolescenza attraverso una storia d’amore tra un figlio e una madre mi ha permesso di rendere tutto più concreto, visibile, tangibile. La scelta ardua è stata quella di abolire ogni possibile punto di vista diverso da quello del protagonista. Antonio e di conseguenza noi viviamo credendo agli avvenimenti e accettando le esperienze, quasi dimenticando ogni volta che da soli è dura farcela senza prendere schiaffi in faccia. Perché un giorno, all’improvviso, la vita ti si rovescia contro».

Svelata la line-up di Cannes: molte aspettative e qualche perplessità

CANNES 2019

di Roberto Roversi

Svelata la line-up di Cannes: molte aspettative e qualche perplessità

La conferenza stampa di presentazione della selezione ufficiale di Cannes è sempre un momento cruciale nella valutazione dello stato dell’arte di quella peculiare industria creativa che è quella cinematografica.

Raramente delude ed è così anche per questa 72^ edizione. Riveriti maestri, autori in ascesa e la speranza, di solito ben riposta, di piacevole scoperte. Dovrà essere l’anno della riscossa, dopo che la scorsa edizione aveva fatto parlare di sé più per la “querelle Netflix” (che nel 2019 non ha sottoposto titoli per il Concorso) che per la qualità dei film in competizione.

Partiamo dalle perplessità, peraltro del tutto legate al mio gusto personale. Confesso di non avere alcuna curiosità di vedere il nuovo film di Almodovar. Né, sia detto con tutto il dovuto rispetto, quello di Bellocchio, reduce da “Fai bei sogni” che segna uno dei punti più bassi della sua carriera. La nuova opera di Ken Loach è come se l’avessi già vista. Anche i fratelli Dardenne, 2 volte trionfatori a Cannes, sono reduci dal loro film più debole (“La ragazza senza nome”). Su Terrence Malick, che mi ha tediato con i suoi ultimi 4 film, ripongo qualche aspettativa, il soggetto è intrigante e fortunatamente lontanissimo dalle elucubrazioni senili new age a cui ci stava abituando, senza considerare che sarà l’ultima volta che vedremo Bruno Ganz sullo schermo.

Ma anche autori più giovani sono chiamati ad un pronto riscatto. E’ il caso di Xavier Dolan, dopo il primo flop della sua fulminante carriera, “The Death and Life of John F. Donovan”, ancora inedito in Italia, o di Bong Joon-ho, del quale non ho digerito lo zuccheroso “Okja”.

Le mie speranze sono allora riposte sull’austriaca Jessica Hausner, a 5 anni dal bellissimo “Lourdes”. E sul rumeno Corneliu Porumboiu, autore dell’indimenticato “Politist, adjectiv”. E ancora sul tocco sensibile di Céline Sciamma, nonché sul ritorno del palestinese Elia Suleiman, che si è preso un decennio di tempo per girare il successore de “Il tempo che ci rimane”.

Ma per un tocco di sana visionarietà, temo sarà necessario rifugiarsi nella sezione collaterale “Un certain regard”, che ospita due irregolari cronici come il catalano Albert Serra e il filosofo francese prestato al cinema Bruno Dumont.

Al netto del fatto che non sia ancora stato annunciato “Once Upon a Time in Hollywood” di Tarantino (il film esce a luglio negli USA, quindi è impossibile che non abbia uno slot prenotato per Cannes), ci sono implicitamente buone notizie per Venezia: nessuna traccia sulla Croisette di autori con film in post-produzione quali Kelly Reichardt, Greta Gerwig, Pablo Larrain, Robert Eggers, Hirokazu Kore-eda, Martin Scorsese.