La strada dei Samouni

L’ITALIA CHE NON SI VEDE 2018

La strada dei Samouni

di Stefano Savona

Da quando la piccola Amal è tornata nel suo quartiere, ricorda solo un grande albero che non c’è più. Un sicomoro su cui lei e i suoi fratelli si arrampicavano. Si ricorda di quando portava il caffè a suo padre nel frutteto. Dopo è arrivata la guerra. Amal e i suoi fratelli hanno perso tutto. Sono figli della famiglia Samouni, dei contadini che abitano alla periferia della città di Gaza. È passato un anno da quando hanno sepolto i loro morti. Ora devono ricominciare a guardare al futuro, ricostruendo le loro case, il loro quartiere, la loro memoria. Sul filo dei ricordi, immagini reali e racconto animato si alternano a disegnare un ritratto di famiglia, prima, dopo e durante i tragici avvenimenti che hanno stravolto le loro vite in quel gennaio del 2009, quando, durante l’operazione ‘Piombo fuso’, vengono massacrati 29 membri della famiglia.

Il commento di Stefano Savona

«Nel gennaio 2009, durante l’operazione militare israeliana a Gaza sono riuscito a infiltrarmi nella Striscia attraverso la frontiera egiziana, per realizzare un diario filmato di quei giorni di guerra che poi è diventato il mio film Piombo Fuso. Il 20 gennaio, in seguito alla ritirata dell’esercito israeliano, ho potuto raggiungere il nord della Striscia e la città di Gaza dove sono entrato in contatto con la famiglia allargata dei Samouni, una comunità di contadini, sino ad allora sopravvissuta miracolosamente a 60 anni di conflitti e occupazioni, che si confrontava per la prima volta con una tragedia senza precedenti. Sin dall’inizio non ho avuto alcun dubbio: il mio film non si poteva ridurre al mero rendiconto del massacro, al com- pianto sulla tragedia o alla denuncia di un’ingiustizia. Le televisioni e i giornali del mondo intero in quei giorni dopo la fine della guerra stavano già offrendo al mondo in ogni più macabro dettaglio il racconto di quella tragedia, mentre i principali partiti politici di Gaza, da Hamas alla Jihad Islamica, provavano in tutti i modi ad appro- priarsi di quei lutti per la loro propaganda. Ma una volta che le televisioni sono andate via e i funerali terminati, i Samouni sono restati soli».

Un giorno all’improvviso

L’ITALIA CHE NON SI VEDE 2018

Un giorno all’improvviso

di Ciro D’Emilio

Antonio ha diciassette anni e un sogno: essere un calciatore in una grande squadra. Vive in una piccola cittadina di una provincia campana, una terra in cui cavarsela non è sempre così facile.

A rendere ancora più complessa la situazione c’è la bellissima Miriam, una madre dolce ma fortemente problematica che lui ama più di ogni altra persona al mondo. Carlo, il padre di Antonio, li ha abbandonati quando lui era molto piccolo e Miriam è ossessionata dall’idea di ricostruire la famiglia. Per fortuna c’è il calcio e, soprattutto, ci sono gli amici: Stefano, centravanti della squadra, e Peppe, fantasista dalla battuta sempre pronta, perditempo per vocazione e con il fiuto per cacciarsi sempre nei guai. All’improvviso la vita sembra regalare ad Antonio e Miriam una vera occasione: un talent scout sta cercando delle giovani promesse da por- tare nella Primavera del Parma Calcio e, quando vede giocare Antonio in campo, è una vera rivelazione. Ma ogni sogno ha un prezzo molto alto.

Il commento di Ciro D’Emilio

«Quando ho deciso di realizzare questo film, volevo una storia priva di compromessi, radicale, estrema. Raccontare il tema dell’abbandono dell’adolescenza attraverso una storia d’amore tra un figlio e una madre mi ha permesso di rendere tutto più concreto, visibile, tangibile. La scelta ardua è stata quella di abolire ogni possibile punto di vista diverso da quello del protagonista. Antonio e di conseguenza noi viviamo credendo agli avvenimenti e accettando le esperienze, quasi dimenticando ogni volta che da soli è dura farcela senza prendere schiaffi in faccia. Perché un giorno, all’improvviso, la vita ti si rovescia contro».

Svelata la line-up di Cannes: molte aspettative e qualche perplessità

CANNES 2019

di Roberto Roversi

Svelata la line-up di Cannes: molte aspettative e qualche perplessità

La conferenza stampa di presentazione della selezione ufficiale di Cannes è sempre un momento cruciale nella valutazione dello stato dell’arte di quella peculiare industria creativa che è quella cinematografica.

Raramente delude ed è così anche per questa 72^ edizione. Riveriti maestri, autori in ascesa e la speranza, di solito ben riposta, di piacevole scoperte. Dovrà essere l’anno della riscossa, dopo che la scorsa edizione aveva fatto parlare di sé più per la “querelle Netflix” (che nel 2019 non ha sottoposto titoli per il Concorso) che per la qualità dei film in competizione.

Partiamo dalle perplessità, peraltro del tutto legate al mio gusto personale. Confesso di non avere alcuna curiosità di vedere il nuovo film di Almodovar. Né, sia detto con tutto il dovuto rispetto, quello di Bellocchio, reduce da “Fai bei sogni” che segna uno dei punti più bassi della sua carriera. La nuova opera di Ken Loach è come se l’avessi già vista. Anche i fratelli Dardenne, 2 volte trionfatori a Cannes, sono reduci dal loro film più debole (“La ragazza senza nome”). Su Terrence Malick, che mi ha tediato con i suoi ultimi 4 film, ripongo qualche aspettativa, il soggetto è intrigante e fortunatamente lontanissimo dalle elucubrazioni senili new age a cui ci stava abituando, senza considerare che sarà l’ultima volta che vedremo Bruno Ganz sullo schermo.

Ma anche autori più giovani sono chiamati ad un pronto riscatto. E’ il caso di Xavier Dolan, dopo il primo flop della sua fulminante carriera, “The Death and Life of John F. Donovan”, ancora inedito in Italia, o di Bong Joon-ho, del quale non ho digerito lo zuccheroso “Okja”.

Le mie speranze sono allora riposte sull’austriaca Jessica Hausner, a 5 anni dal bellissimo “Lourdes”. E sul rumeno Corneliu Porumboiu, autore dell’indimenticato “Politist, adjectiv”. E ancora sul tocco sensibile di Céline Sciamma, nonché sul ritorno del palestinese Elia Suleiman, che si è preso un decennio di tempo per girare il successore de “Il tempo che ci rimane”.

Ma per un tocco di sana visionarietà, temo sarà necessario rifugiarsi nella sezione collaterale “Un certain regard”, che ospita due irregolari cronici come il catalano Albert Serra e il filosofo francese prestato al cinema Bruno Dumont.

Al netto del fatto che non sia ancora stato annunciato “Once Upon a Time in Hollywood” di Tarantino (il film esce a luglio negli USA, quindi è impossibile che non abbia uno slot prenotato per Cannes), ci sono implicitamente buone notizie per Venezia: nessuna traccia sulla Croisette di autori con film in post-produzione quali Kelly Reichardt, Greta Gerwig, Pablo Larrain, Robert Eggers, Hirokazu Kore-eda, Martin Scorsese.

Proiezioni #Resistenti

Proiezioni #Resistenti

I film in occasione del 25 aprile

1938 – Quando scoprimmo di non essere più italiani
Pietro Suber

Xanadu – Cinema Gloria
Como
23 aprile 2019

Novecento
Bernardo Bertolucci

Cinema Boldini
Ferrara
25 aprile 2019

Gli occhi più azzurri – una storia di popolo
Simona Cappiello
Manolo Turri dall’Orto

Circolo Arci Il Cosmonauta
Viterbo
24 aprile 2019

Senza rossetto
Silvana Profeta

Cineclub Agorà
Pontedera
24 aprile 2019

Circolo Arci Buster Keaton
Chiostro San Domenico
Lamezia Terme
24 aprile 2019

Circolo Arci Concetto Marchesi
Roma
25 aprile 2019

Associazione Canapè
Roma
25 aprile 2019

Iuventa
Michele Cinque

Il Granarone
Calcata (Viterbo)
26 aprile 2019

Paese nostro
Michele Aiello, Matteo Calore, Stefano Collizzolli, Andrea Segre, Sara Zavarise

Circolo Arci Il Cosmonauta
Viterbo
24 aprile 2019

No rogo: spegni l’ignoranza

INIZIATIVE

di Ucca

NO ROGO 2019: SPEGNI L’IGNORANZA

Anche quest’anno l’Arci lancia “No Rogo”, la campagna di promozione della lettura a partire dal giorno in cui ricorre l’anniversario del rogo nazista dei libri non graditi alla loro folle ideologia nell’Opernplatz di Berlino.

In occasione del 10 maggio, nei giorni immediatamente precedenti o successivi, su tutto il territorio nazionale ci saranno letture collettive in piazza, in biblioteca, nelle piccole librerie indipendenti, sugli autobus accompagnate da presentazioni, dibattiti e animazioni.

A partire da quest’anno, Ucca collabora all’iniziativa con due proposte di proiezioni, due film-documentari proiettati al Festival Letteratura di Mantova:

REGARDING SUSAN SONTAG, di Nancy D. Kates

Intima e approfondita indagine della vita di una delle intellettuali più influenti e provocatorie del 20° secolo. Appassionata e schietta, Sontag è stata una delle maggiori icone letterarie, politiche e femministe della sua generazione. Viene qui ricordata da amici, familiari, colleghi e compagni, attraverso materiali d’epoca e immagini d’archivio accompagnate da estratti dei suoi testi, letti dall’attrice Patricia Clarkson. Più di ogni altro intellettuale del suo tempo Sontag è stata seguita, filmata, fotografata, e con la stessa attenzione si è occupata di temi diversi come linguaggio, fotografia, guerra, malattia e terrorismo, con riflessioni e analisi tutt’oggi affascinanti. Il documentario ci offre l’opportunità di osservarla… mentre lei osserva il mondo intorno a sé.

THE POETESS, di Stefanie Brockhaus, Andy Wolff

Hissa Hilal è la voce dietro il velo: la sua arma è la parola. Hissa è una scrittrice autodidatta e decide di partecipare a “Million’s Poet”, un talent show di Abu Dhabi, la più grande competizione di poesia del mondo arabo, diventando la prima donna a raggiungere la finale. Nelle sue poesie critica la società araba patriarcale e i leader religiosi sauditi per il loro estremismo, davanti a 75 milioni di telespettatori. Non vedremo mai il volto di Hissa: come la maggior parte delle donne saudite è coperta dalla testa ai piedi. Non può guidare un’auto, non ha passaporto, deve chiedere il permesso del marito per ogni attività. Da dove arrivano il suo talento per la poesia e il coraggio di salire sul palco rischiando la vita?

Entrambi i film sono disponibili gratuitamente ai primi 10 circoli che ne faranno richiesta.

Per prenotazioni e maggiori informazioni scrivere a ucca@arci.it o telefonare allo 06.41609501.

L’iniziativa, come ogni anno, aderirà anche al “Maggio dei Libri” promosso dal CEPELL – Centro per il Libro e la Lettura e dal MIBACT.

Nonantola Film Festival

FESTIVAL

di Ucca

NONANTOLA FILM FESTIVAL

Al via la festa del cinema e dei corti

Venti serate tutte ad ingresso gratuito all’insegna del cinema di qualità, per emozionarsi, divertirsi e riflettere sulla realtà di oggi. Tre le sale cinematografiche coinvolte, una rassegna serale con undici lungometraggi – quasi tutti di autori italiani – tra cui sei film d’esordio, un film premiato agli Oscar 2019, la Palma d’oro di Cannes 2018 e l’Orso d’oro di Berlino 2018 quest’ultimo in anteprima provinciale, tre film Disney tra cui un capolavoro d’annata per la rassegna dedicata ai ragazzi, il ritorno dei ‘NonantolaFilmLabs’ con due film, due documentari, e una serata incentrata sul rapporto cinema-filosofia, cinque cortometraggi realizzati dagli studenti della scuole Primarie e Secondarie del territorio, tre registi e una regista che presenteranno agli spettatori i loro lavori, un nuovo media partner nazionale – la rivista cinematografica Opere Prime, una mostra di venti scatti selezionati della fotografa ufficiale della manifestazione Gabriella Ascari nel foyer della Sala Cinema Teatro Massimo Troisi.

Questi i numeri della 13esima edizione del festival, che si svolgerà dal 23 aprile al 5 maggio 2019 – con altri appuntamenti sempre nell’ambito della manifestazione dal 6 al 17 maggio –  tra Nonantola, Bomporto e Castelfranco Emilia. In linea con la mission che l’Associazione affiliata Arci-UCCA Nonantola Film  Festival, organizzatrice dell’evento, sta portando avanti da tre anni a questa parte, vengono presentate agli spettatori opere prime di giovani registi italiani che poca o nulla visibilità hanno avuto nelle sale, non per scarsa qualità, ma per logiche di distribuzione cinematografica miopi e interessate soltanto al guadagno immediato. E poi la gara ‘4 Giorni Corti’, vero cuore pulsante del Nonantola Film Festival.

L’edizione 2019 del Nonantola Film Festival è stata presentata martedì 16 aprile in una conferenza stampa tenutasi presso il foyer della Sala Cinema Teatro Massimo Troisi a Nonantola alla quale hanno partecipato Elia Ansaloni presidente dell’Associazione Nonantola Film Festival, Stefania Grenzi Assessore alla Cultura, al Volontariato, alle Attività Produttive e alle Pari Opportunità e Vicesindaco del Comune di Nonantola, Marcello Mandrioli Assessore all’Ambiente, Cultura e Politiche giovanili e Vicesindaco del Comune di Bomporto e Maurizia Cocchi Bonora Assessore alla Pubblica Istruzione, Infanzia e Adolescenza, Volontariato, Affari Istituzionali, Rapporti con le frazioni, e Vicesindaco del Comune di Castelfranco Emilia.

Inaugurazione a Bomporto il 23 aprile con il pluripremiato “La favorita” di Yorgos Lanthimos

Saranno tre le sale ad ospitare gli eventi e le proiezioni della 13esima edizione del Nonantola Film Festival: a Nonantola la Sala Cinema Teatro Massimo Troisi in viale Rimembranze 8, a Bomporto il Cinema Teatro Comunale in via Verdi 8/A e a Castelfranco Emilia il Cinema Multisala Nuovo in via Don Luigi Roncagli 13 con inizio alle ore 21.00. L’ingresso a tutte le proiezioni è sempre gratuito.

I titoli in rassegna a Nonantola

Dopo l’anteprima con “La favorita” a Bomporto martedì 23 aprile, il  Nonantola Film Festival 2019 prende il via giovedì 25 aprile alla Sala Troisi di Nonantola con la surreale e divertente commedia “Troppa grazia” ultimo lavoro in ordine di tempo – vincitore al Festival di Cannes 2018 del premio come Miglior Film Europeo – del regista originario di Vignola Gianni Zanasi, con la geometra Alba Rohrwacher che si vede apparire nientemeno che la Madonna. Venerdì 26 aprile arriva il capolavoro del regista giapponese Kore-eda Hirokazu “Un affare di famiglia” vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes 2018: un’amara analisi delle disuguaglianze sociali, con cui il Maestro dei rapporti famigliari eleva il suo linguaggio diventando un classico vivente. E ancora il nucleo famigliare – sebbene con modalità completamente diverse – è al centro della prima delle Opere Prime presentate al Nonantola Film Festival 2019: sabato 27 aprile ecco la commedia “La casa di famiglia” film d’esordio di Augusto Fornari tratto dal suo omonimo testo teatrale portato con grande successo in tournèe dal 2011 nei teatri di tutta Italia. L’attenzione del regista e qui anche attore si rivolge proprio alle dinamiche che movimentano ogni famiglia: quel mix complicato di affetto e rivalità, di non detti e di ricordi. Gran cast, tra cui Lino Guanciale, Stefano Fresi, Matilde Gioli e Libero De Rienzo.

Domenica 28 aprile sarà la volta di uno dei film italiani migliori e più sottovalutati degli ultimi anni, “Notti magiche” di Paolo Virzì che si conferma l’unico vero erede dei grandi Maestri della Commedia all’Italiana. Un film che è la messa in farsa, con i suoi personaggi-macchiettoni da commedia dell’arte e appunto da commedia all’italiana (le due sono notoriamente connesse), di una tragedia, di una morte, di un funerale. Mauro Lamantia, Giovanni Toscano e Irene Vetere i tre bravi protagonisti principali, e poi Giancarlo Giannini, Marina Rocca, Roberto Herlitzka, Ornella Muti tra gli altri. Un’altra commedia sul mondo del cinema, altra Opera Prima quella proiettata lunedì 29 aprile: “Hotel Gagarin” di Simone Spada è una storia di rinascita, di speranza, di fallimenti e nuovi inizi per un’Italia logorata da anni di crisi economica, benissimo interpretata da Claudio Amendola, Luca Argentero, Barbora Bobulova e Silvia D’Amico.

Dopo la proiezione a Castelfranco Emilia martedì 30 aprile del controverso Orso d’oro di Berlino 2018 “Ognuno ha diritto ad amare” della rumena Adina Pintilie, da mercoledì 1° maggio a sabato 4 maggio rush finale di film italiani alla presenza dei registi alla Sala Troisi di Nonantola. Primo ad essere presentato il 1° maggio l’ottimo thriller del modenese Francesco Barozzi – anche autore della sceneggiatura – “L’ultima notte”, tratto da un fatto di cronaca nera avvenuto nel modenese, anche qui una storia familiare questa volta torbida e tragica tra fratelli, con Beatrice Schiros, Giuseppe Sepe e Francesca Turrini. Regista e attori presenti in sala. Con “L’esodo” pluripremiata opera prima di Ciro Formisano – che accompagnerà il film in programmazione giovedì 2 maggio – interpretato da una straordinaria Daniela Poggi si parla di esodati: una storia vera documentata dai giornali dell’era Monti, con il coraggio (rarissimo nel cinema italiano) di confrontarsi con l’attualità e fare nomi e cognomi, in particolare quello dell’allora ministro del Lavoro. E’ girato interamente a Fanano sull’Appenino modenese invece “Zen – Sul ghiaccio sottile” film d’esordio della regista imolese Margherita Ferri, che venerdì 3 maggio incontrerà il pubblico in sala per raccontare la lavorazione di questo suo primo lavoro realizzato con un budget minimo ma con il sostegno importante di Biennale College, che ha creduto in una sceneggiatura già vincitrice di una menzione speciale al Premio Solinas incentrato sulla sedicenne Maia Zenasi. Per i suoi compagni di liceo è una “mezza femmina” e una “lesbica di merda”. Ma dentro è Zen, un ragazzo che ama l’hockey e ha un debole per Vanessa, compagna di classe fidanzata con il bullo Luca.

La rassegna serale della 13esima edizione del Nonantola Film Festival si chiude per la parte di Nonantola sabato 4 maggio con “Un giorno all’improvviso”, opera prima del regista Ciro D’Emilio, che accompagnerà il film. Una storia emozionate su un rapporto madre-figlio molto tormentato, con una straordinaria Anna Foglietta e in uno dei ruoli migliori della sua carriera e Giampiero De Concilio. La pellicola è stato presentato in concorso nella sezione ‘Orizzonti’ alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2018, dove ha vinto il Premio di Critica Sociale – Sorriso Diverso.

I titoli in rassegna a Bomporto e Castelfranco Emilia

Due film stranieri – uno vincitore del premio Oscar per la Miglior Attrice Protagonista e l’altro dell’Orso d’oro al Festival del Cinema di Berlino 2018 – le pellicole in programma a Bomporto e a Castelfranco Emilia nell’ambito della rassegna serale della 13esima edizione del Nonantola Film Festival. Si parte con “La favorita” capolavoro del regista greco Yorgos Lanthimos a cui come detto spetta l’onore della pre-apertura della manifestazione martedì 23 aprile al Cinema Teatro Comunale di Bomporto. Presentato in concorso all’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e candidato a 11 premi Oscar 2019, il film – che narra della Regina Anna e delle due dame che se ne contendono i favori e il letto nell’Inghilterra del XVIII secolo – ha fatto vincere alla protagonista Olivia Colman la Coppa Volpi e l’Oscar come Miglior Attrice Protagonista. Accanto a lei, altrettanto strepitose, Rachel Weisz ed Emma Stone.

Vincitore a sorpresa – e assai contestato – dell’Orso d’oro e del premio come Migliore Opera Prima alla Berlinale 2018, “Ognuno ha diritto ad amare – Touch me not” della giovane regista rumena Adinia Pintilie sarà proiettato in anteprima provinciale martedì 30 aprile al Cinema Multisala Nuovo di Castelfranco Emilia. Un po’ performance artistica, un po’ progetto di ricerca, un po’ documentario, un po’ fiction, il film narra di Laura, che non può sopportare di essere toccata. Prova anche con un giovane che si prostituisce ma non riesce a superare il suo problema. Christian soffre di una disabilità grave e parla con grande sincerità dei propri desideri in campo sessuale e dell’amore per la sua compagna. I due partecipano a un workshop in cui sono presenti persone di varia età e a cui è presente anche Tudor che appare molto vulnerabile ma accetterà di condividere le proprie sensazioni. Per le tematiche sviluppate, è vietata la visione del film ai minori di 14 anni.

Le proiezioni a Nonantola, Bomporto e Castelfranco Emilia

Tutte le informazioni e il programma completo sul sito www.nonantolafilmfestival.it e sulla pagina Facebook dedicata.

Viaggio in Italia

INCONTRI

VIAGGIO IN ITALIA

Tappe di una metamorfosi collettiva

Per il nono anno consecutivo, il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara promuove un ciclo di incontri pubblici dal titolo VIAGGIO IN ITALIA. Tappe di una metamorfosi collettiva.

Da eclatanti fatti di cronaca al linguaggio pubblico e privato, dalla critica agli istituti di democrazia liberale alla contrapposizione tra popolo ed elite, dalla revoca in dubbio del sapere scientifico alla messa in discussione della partecipazione al processo di integrazione europea: emergono, da qui, segnali di un cambiamento profondo di difficile interpretazione unitaria. Ad affacciarsi è un quesito dilemmatico: l’Italia sta vivendo un momento di crisi (che, in greco antico, significa smarrimento, ma anche ripartenza) o un vero e proprio cambiamento di stato (che, in greco antico, si dice catastrofe)? Stiamo vivendo un’epoca di mutamenti o, invece, un autentico mutamento epocale?

Il viaggio in Italia che si intende intraprendere mira a offrire argomenti di conoscenza e di analisi, perché ciascuno possa rispondere in autonomia a simili interrogativi. Il suo itinerario sarà scandito in cinque tappe (linguaggio, sovranismo, razzismo, populismo, narcisismo), dedicate all’incontro con altrettante autorevoli voci della sfera pubblica italiana, che attraverso i loro libri più recenti hanno saputo cogliere e interpretare questi segnali del cambiamento collettivo in corso: Gianrico CAROFIGLIO (Con i piedi nel fango, Edizioni Gruppo Abele, 2018), Enrico LETTA (Ho imparato, il Mulino, 2019), Ezio MAURO (L’uomo bianco, Feltrinelli, 2018), Maurizio MOLINARI (Perché è successo qui, La nave di Teseo, 2018), Giovanni ORSINA (La democrazia del narcisismo, Marsilio, 2018).

Ogni incontro sarà introdotto (e concluso) da una lettura – a cura del Centro Teatro Universitario – di pagine selezionate del libro che fungerà da detonatore per la discussione. A seguire, si svolgerà il dialogo tra l’Autore del volume e un Costituzionalista dell’Ateneo ferrarese che, muovendo dai temi del libro, spazierà sullo stato attuale della società italiana, del suo assetto politico-istituzionale, e delle prevedibili conseguenze sul futuro del nostro Paese.

I cinque incontri in programma saranno registrati in audio e video da Se@unife, che ne curerà la messa in onda nel canale youtube dell’Ateneo, e da Radio Radicale, che ne curerà la messa in onda nel proprio palinsesto, rendendone poi fruibile la registrazione.

Le proiezioni

Come in molte precedenti edizioni, ai cinque incontri in libreria si affiancheranno alcune proiezioni cinematografiche, presso la centralissima sala d’essai Boldini (Via Previati, 18), curate da ARCI Ferrara in collaborazione con FICE e con UCCA.

Il cartellone includerà docufilm tematicamente inerenti alla trama dell’iniziativa, mirati a offrire elementi di conoscenza e di riflessione su specifiche tappe della metamorfosi collettiva in atto.

Dove bisogna stare (Italia, 2018, regia di Daniele Gaglianone): Elena, Georgia, Jessica, Lorena, quattro donne, di età diverse, in luoghi diversi, sono impegnate in attività a prima vista assurde al senso comune: ascoltando i loro racconti e osservando il loro quotidiano  scopriamo, invece, discorsi e gesti lineari, straordinari nella loro semplicità, capaci di affrontare un fenomeno epocale come la migrazione.

Santiago, Italia (Italia 2018, regia di Nanni Moretti): il racconto dei mesi che seguirono il golpe di Pinochet e la fine del sogno democratico di Salvator Allende, attraverso il ruolo dell’ambasciata italiana a Santiago, dove trovarono rifugio centinaia di oppositori al regime, permettendo loro di raggiungere il nostro paese.

Orso d’Argento alla Berlinale a “La paranza dei Bambini” di Claudio Giovannesi

BERLINALE

Orso d’Argento alla Berlinale a “La paranza dei Bambini” di Claudio Giovannesi

Arci e Ucca si congratulano di cuore con Claudio Giovannesi per l’Orso d’Argento per la Migliore Sceneggiatura alla Berlinale 2019 per “La paranza dei bambini”.

E’ un riconoscimento che va ad un regista (e ai suoi co-autori Roberto Saviano e Maurizio Braucci) che per tematiche affrontate, lucidità di scrittura e visione registica abbiamo sempre apprezzato e seguito con interesse. Sin dai suoi esordi, nel 2009, quando abbiamo assegnato il “Premio Ucca – 20 città” al suo “Welcome Bucarest” al Bellaria Film Festival, accogliendo poi il film nella nostra rassegna itinerante “L’Italia che non si vede”. L’anno successivo la scelta è nuovamente caduta sul suo magnifico documentario “Fratelli d’Italia”.

Un autore che, infine, abbiamo voluto omaggiare con una retrospettiva nel 2016 al “Vi@EmiliaDocFest”, a Modena, all’uscita di “Fiore”, dopo il passaggio in selezione ufficiale alla “Quinzaine” di Cannes.

Non resta che augurarci che il film, attualmente nelle nostre sale, sia accolto dal pubblico italiano con lo stesso calore e lo stesso entusiasmo che ha riscosso tra i cinefili (e la giuria) di Berlino.

Il mio nome è clitoride

Il mio nome è clitoride

Il mio nome è clitoride

di Lisa Billuart-Monet, Daphné Leblond

Anno: 2019

Paese: Belgio

Durata: 80'

Ritrovare il piacere e liberarsi dalle imposizioni sociali. Una guida alla consapevolezza della propria sessualità attraverso le confessioni di giovani donne. Non cercare la verità in lungo e in largo, potresti trovarla in mezzo alle tue gambe”. Da questo proverbio croato prende le mosse un’inchiesta intima tutta femminile sull’erotismo. Un collage di interviste in cui a precise domande seguono risposte libere e disinvolte, realizzate nelle camere delle protagoniste. Dodici ragazze, tra i 20 e i 25 anni, sedute o sdraiate sui loro letti, descrivono i vari modi in cui hanno scoperto il proprio corpo e l’organo erettile femminile, che, nonostante la sua rilevanza, per molte e molti è ancora un pianeta sconosciuto. A registrare questi comizi sul sesso, con attrezzatura minima anche da graffiti artists, sono due filmmaker esordienti nate negli anni Novanta: Lisa Billuart-Monet e Daphné Leblon. Grazie alla prossimità anagrafica con le registe, il tono delle intervistate è disinibito e il linguaggio è sorprendentemente diretto, franco, anche ironico, a volte scientifico. Spesso di una semplicità grafica, come testimoniano anche un eloquente incipit e la stampa 3D dell’anatomia completa della clitoride, pubblicata nel 1998 dalla ricercatrice Helen O’Connell. Accompagnato nelle scuole del Belgio da un dossier pedagogico, Il mio nome è clitoride illumina molti argomenti: la letteratura fallace o incompleta sul tema, l’informazione scarsa o assente non solo sull’apparato genitale femminile ma sulla masturbazione, la rimozione del discorso sull’autoerotismo, anche tra coetanee. Invita quindi a capire come cercare soddisfazione da sole, per se stesse e per essere più indipendenti e felici coi propri partner. Al centro, il rapporto di correlazione diretta tra masturbazione, piacere e clitoride, fonte di godimento storicamente censurata e perciò strategicamente presente nel titolo, a compensare l’atavico squilibrio tra percezione maschile e femminile dell’orgasmo.

Dicktatorship – Fallo e basta!

Dicktatorship – Fallo e basta!

di Gustav Hofer e Luca Ragazzi

Anno: 2019

Paese: Italia

Durata: 90'

Gustav e Luca vivono insieme da tanti anni. Un giorno, a colazione, una battuta infelice rischia di mettere in crisi il loro rapporto di coppia: possibile che Gustav non si sia mai reso conto che Luca è un maschilista? E come mai anche un uomo progressista come Luca è capace di atteggiamenti sessisti senza neanche accorgersene?

La discussione è il pretesto per iniziare un’analisi puntuale del loro – e nostro – Paese. Un viaggio alla scoperta delle storie di ordinario sessismo dell’Italia di oggi, tra integralisti cattolici, improbabili raduni per “uomini veri”, esperimenti scientifici rivelatori…
Incontrando diversi esperti nel campo della sociologia, della scienza, delle arti e persino del porno, provando ad orientarsi nell’intricato mondo dei rapporti di potere tra uomo e donna, Gustav e Luca guidano lo spettatore in un viaggio caleidoscopico e a tratti esilarante che li porterà a una conclusione inevitabile: sono gli uomini a dover cambiare, perché le donne, a quanto pare, lo hanno fatto già da tempo.