COME SCINTILLE NEL BUIO

COME SCINTILLE NEL BUIO

COME SCINTILLE NEL BUIO

di Daniele Gaglianone

Un film ideato e realizzato insieme ai partecipanti del corso Carbonia Cinema Giovani Filming Lab

Anno: 2023

Durata: 29'

Festival: Biografilm

Erika, Mario, Mauro, Alessia, Sergio, Flavia e Tommaso hanno in comune il fatto di vivere a Carbonia, città di fondazione che si trova nel sud-ovest della Sardegna. A livello conscio e inconscio, il passato minerario e il sottosuolo influenzano le loro vite, che emotivamente gravitano tra la luce e il buio, tra il soprassuolo e ciò che sta sotto. Le loro voci sono lo stato d’animo di una città ancora fortemente legata alla memoria del proprio passato e, allo stesso tempo, fortemente proiettata in un futuro che è ancora sospeso.

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Come scintille nel buio è stato realizzato da un gruppo di giovani filmmakers – quattro ragazzi e quattro ragazze selezionati in tutta Italia attraverso un bando pubblico – sotto la guida del regista Daniele Gaglianone e del regista e sociologo Chicco Angius, a partire da un periodo di residenza in città. Racconta la particolarissima realtà sociale, storica e antropologica di Carbonia, attraverso le interviste ai suoi abitanti. Il progetto, ideato e curato dal Csc Carbonia Società Umanitaria insieme ai Servizi Audiovisivi dello SBIS – Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis attraverso le operatrici e gli operatori della Coop Progetto S.C.I.L.A., è stato finanziato grazie ai fondi per lo sviluppo cineportuale dell’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Autonoma della Sardegna, con il sostegno del Comune di Carbonia. Il film viene  distribuito da UCCA – Unione Circoli Cinematografici Arci.

GLI ULTIMI GIORNI DELL’UMANITÀ

GLI ULTIMI GIORNI DELL'UMANITÀ

GLI ULTIMI GIORNI DELL'UMANITÀ

di enrico ghezzi e alessandro gagliardo

Festival: Venezia 79 (Selezione Ufficiale, Fuori Concorso)

Anno: 2022

Paese: Italia

Durata: 193'

Questo monumentale film deve la sua ossatura all’archivio privato di enrico ghezzi: una vita videocamera alla mano, dalla fine degli anni Settanta ai primi anni Duemila. A questi preziosi ed eterogenei materiali si sono aggiunti, in quattro anni di ricerca e montaggio, estratti dai film di Abel Ferrara, Guy Debord, Aleksandr Sokurov, Bela Tarr, Straub & Huillet, Hans-Jürgen Syberberg, Kōji Wakamatsu, Sergej Paradžanov, Otar Iosseliani, Bernardo Bertolucci, Carmelo Bene, Federico Fellini e altri grandi autori, in un dialogo serrato e geniale tra cinema e vita, passato e presente, immagini, parole e suoni (con le musiche originali composte da Iosonouncane). Un’autentica ed immersiva esperienza audio-visiva.

Note di regia:

Nella prima pagina del diario di Franz Kafka, un appunto: “Gli spettatori impietriscono quando passa il treno”. Scorrono centinaia di ore di nastri. enrico ghezzi conversa con il filosofo Emanuele Severino: “Non si pensa adeguatamente la frattura vera che porta il cinema nella storia, quella che siamo abituati a pensare come storia dell’umanità. Il cinema è il primo momento in cui il mondo si rivede. Poi sappiamo che è finto, che è un trucco, che sono fotogrammi singoli, ma mentre la fotografia è un istante ghiacciato, col cinema rivediamo un cavallo, il mondo si rivede e questo di per sé è un avverarsi che non si pensa…”.
Cut. “Se i tuoi occhi ti offendono, strappali!”, am-
monisce il predicatore»

IL CERCHIO

IL CERCHIO

IL CERCHIO

di Sophie Chiarello

Festival: David di Donatello (Migliore Doc), Festa di Roma - Alice nella Città (Menzione Speciale della Giuria), Trieste Film Festival (Premio Corso Salani)

Anno: 2022

Paese: Italia

Durata: 108'

Genere: Documentario

Chi sono i bambini di oggi? Cosa pensano? Cosa vedono e cosa riescono ad afferrare del
mondo degli adulti? Per rispondere, la regista Sophie Chiarello decide di seguire per cinque anni, con la sua te-
lecamera, gli alunni di una classe elementare, abbassando il suo sguardo ad altezza bambino in modo da catturare il loro punto di vista sul mondo. Che cos’è l’amore? Chi sono i migranti? Quali sono le differenze tra maschi e femmine? Che cosa vuol dire diventare adulti? Ma soprattutto, chi è Babbo Natale? Queste sono solo alcune delle domande universali su cui i bambini ridono, discutono e si confrontano dalla prima alla quinta elementare, formando di volta in volta un cerchio dove insieme si relazionano, si ascoltano e scoprono qualcosa di nuovo, anche su loro stessi. In poche parole: crescono.

Il Cerchio non è un documentario sui bambini, ma con i bambini, un documentario che parla di loro ma anche di noi, gli adulti; un ritratto del mondo di oggi in cui si specchia quello di domani.

Note di regia: 

Nel Cerchio volevo che a parlare fossero i bambini, che ci fosse la loro voce, con meno filtri possibili. È qui che l’approccio visivo al film credo trovi la sua peculiarità. Ho cercato di rendere il “mezzo cinema” il più invisibile possibile, spogliandomi dell’apparato tecnico, riducendolo all’indispensabile e portando l’obiettivo della telecamera all’altezza del loro sguardo. Lungo i cinque anni di riprese, il film racconta l’esperienza di un vissuto che assomiglia a volte a un’utopia. La classe filmata diventa il ritratto di un Paese che si evolve e la cui identità cambia e si trasforma.

AFTER THE BRIDGE

AFTER THE BRIDGE

AFTER THE BRIDGE

di Davide Rizzo, Marzia Toscano

Festival: Biografi lm 2023 (Premio UCCA, Miglior Doc Biografilm Italia), Hot Docs Toronto

Anno: 2023

Paese: Italia

Durata: 65'

Genere: Documentario

Valeria Collina, una donna italiana convertita all’Islam, è tornata a vivere in Italia dopo vent’anni trascorsi in Marocco. Nel giugno del 2017, la sua vita è sconvolta dalla morte del giovane figlio Youssef, membro del commando
jihadista che sul London Bridge ha provocato 8 morti. Ventiquattro ore dopo la piccola casa di Valeria sui colli bolognesi è invasa da giornalisti provenienti da tutto il mondo. Valeria condanna pubblicamente le azioni del figlio e decide di non partecipare al suo funerale. In seguito alla confusione di quei giorni, Valeria si ritrova sola, nella quiete della sua casa, cercando di rimettere insieme la sua vita.

Note di regia: 

Una ragazza in altalena dondola in controluce in un filmato super 8mm degli anni ‘60. La ragazza ride. È Valeria Collina. Quella stessa donna oggi è inginocchiata in una casa sulle colline e prega. In questo arco, tra queste due donne, c’e visivamente il nostro film. Nel film vita odierna e memoria si alternano: lo spettatore da una parte seguirà le tappe fondamentali della vita di Valeria, dall’altra sarà posto di fronte al percorso odierno di una madre ferita alle prese con una nuova fase della sua vita, dopo la tragica morte di un figlio.

GIGI LA LEGGE

GIGI LA LEGGE

GIGI LA LEGGE

di Alessandro Comodin

Festival: Locarno 2022 (Premio Speciale della Giuria), Trieste Film Festival

Anno: 2022

Paese: Italia - Francia - Belgio

Durata: 100'

Genere: Documentario (?)

Gigi fa il vigile in un paese di campagna dove sembra non succedere mai niente. Un giorno, però, una ragazza si suicida, gettandosi sotto un treno. Non è la prima volta. Lì comincia un’indagine su questa misteriosa
serie di suicidi che si consuma in uno strano mondo di provincia in bilico tra realtà e fantasia, dove un giardino può anche essere una giungla e un poliziotto avere un cuore sempre pronto ad innamorarsi e a sorridere.

Note di regia: 

In questo cinema del possibile, o proprio nella possibilità che il cinema – quello vero – apprende dall’inafferrabilità della vita, si situa Gigi la legge, il nuovo film di Alessandro Comodin che torna nel concorso principale con il suo terzo lungometraggio. Cantore di eroi fragili e indimenticabili, capaci di conquistare gli spettatori mettendo a nudo con disarmante onestà le proprie debolezze, più che dimostrando i propri punti di forza, Comodin torna nelle sue terre d’origine lavorando con un personaggio familiare, modesto poliziotto di provincia, romantico e solitario, alle prese con una società che sembra respingerlo per le sue piccole eccentricità, riflessi manifesti del suo vedere il mondo attraverso una lente differente (…) Ma tutto nei movimenti sinuosi del poliziotto di mezza età, a cui piace cantare e fantasticare mentre insegue potenziali nemici, si traduce nella consapevolezza di essere soli di fronte al destino, che sia l’orizzonte ormai negato dall’altezza delle fronde, la donna come alterità sognata ma irraggiungibile, o l’insondabilità del cuore umano che talvolta è così lontano dalla lucidità della legge.

AFTER WORK

AFTERWORK

AFTERWORK

di Erik Gandini

Festival: Biografilm 2023, Hot Docs Toronto, CPH DOX Copenhagen

Anno: 2023

Paese: Svezia

Durata: 77'

Genere: Documentario

La nostra è una società basata sul lavoro.
Fin dall’infanzia ci viene insegnato ad essere
orientati al risultato e ad essere competitivi. La maggior parte dei lavori esistenti oggi potrebbe scomparire nei prossimi 15 anni per via dell’automazione e dell’intelligenza artificiale.
Potremmo presto dover ripensare al ruolo che il lavoro ha nelle nostre vite come elemento centrale della nostra esistenza. L’approccio di questo documentario è esistenziale, curioso e cinematografico. Attraverso le esperienze dirette dei suoi protagonisti in quattro nazioni emblematiche – Kuwait, Corea del Sud, Usa e Italia – After Work esplora cos’è oggi l’etica del lavoro e come potrebbe essere un’esistenza libera dal lavoro. Tra le personalità intervistate vanno ricordate
almeno Noam Chomsky e Elon Musk.

Note di regia: 

Ho un incubo personale ricorrente: arrivare alla fine della mia vita e con rimpianto, rendermi conto di aver lavorato troppo. Essere colpito, troppo tardi, dalla consapevolezza di aver sbagliato a stabilire le priorità per tutta la mia esistenza a causa di un’idea, radicata in me, che fa parte della cultura di cui sono il prodotto. Il lavoro è un’idea normale come l’aria che respiriamo, quindi difficile da mettere in discussione. Ho sempre visto il documentario come un modo per catturare, esporre e dare un senso al mio tempo. Con After Work ho voluto fare un passo avanti, cercando di documentare una realtà che non è ancora completamente accaduta. Attraverso il metodo del What-if? Cosa faremo quando non dovremo più lavorare? Questo film non è fatto con l’intenzione di ritrarre le cose come sono. Piuttosto come potrebbero essere. È girato nel presente, con l’obiettivo di creare una proiezione nel futuro.

IL POSTO

IL POSTO

IL POSTO

di Mattia Colombo, Gianluca Matarrese

Festival: Visions du Réel, Filmaker, Festival dei Popoli

Anno: 2022

Paese: Italia -Francia

Durata: 75'

Genere: Documentario

Ogni mese, una moltitudine di infermieri del
Meridione attraversano tutto il paese per tentare
la fortuna in un concorso pubblico svolto nelle città del Nord Italia. Ci sono solo poche posizio-
ni per migliaia di candidati. La maggior parte di loro ci prova più volte all’anno. Per risparmiare
viaggiano di notte, a bordo di autobus low cost, e sostengono l’esame all’alba. Ognuno di loro por-
ta con sé la propria storia, le proprie speranze e paure.
Un documentario on the road sulla speranza di
un lavoro fisso e la tragedia di una nazione alle prese con la disoccupazione. Un viaggio nel cuore di una enorme crisi sociale, morale ed economica italiana, che attualmente si ripercuote su tutta l’Europa.

Note di regia:

Abbiamo deciso di realizzare questo film perché volevamo soffermarci sulle condizioni dei lavoratori (e dei disoccupati) in Italia. Desideravamo occuparci del dilagare del lavoro povero, spesso gratuito, della totale assenza di tutele e stabilità lavorativa, del perdurare del fenomeno di immigrazione Sud – Nord. Volevamo parlare di un fenomeno che conta più di una generazione, costretta a lavorare sempre di più ma a guadagnare sempre di meno. Volevamo parlare di lavoro e sfruttamento per poter parlare di dignità, di sogni e di aspirazioni di questa generazione “allargata”, e che conta partite IVA, lavoratori in nero, riders, commessi con turni di 12 ore, facchini di Amazon. Volevamo parlare di chi scappa all’estero perché trova lavoro più facilmente, di chi insegue il posto fisso perché vuole mettere su famiglia e si accontenterebbe di vivere una vita modesta. Per parlare di tutto questo, potevamo raccogliere le testimonianze di tanti lavoratori, e potevamo farlo nelle aziende, nelle fabbriche, nei bar, negli uffici postali, nei McDonald’s. E invece abbiamo scelto di raccogliere queste storie di vita tra i sedili di un autobus.

SVEGLIAMI A MEZZANOTTE

SVEGLIAMI A MEZZANOTTE

SVEGLIAMI A MEZZANOTTE

di Francesco Patierno

Festival: Torino Film Festival

Anno: 2022

Paese: Italia

Durata: 71'

Genere: Documentario

«Mi sono uccisa il 26 luglio 2012. Avevo da poco compiuto 32 anni e da neppure quattro mesi partorito la mia prima e unica fi glia, Greta». Il film è il racconto della storia vera di Fuani Marino, una giovane donna che a causa di una forte depressione si lancia dal quarto piano di un palazzo e sopravvive alla caduta. Indaga i luoghi oscuri del disagio psichico attraverso i fotogrammi e i frammenti, le parole e le emozioni di un’esistenza fragile, illuminandoli con il racconto di una insperata resurrezione che porta con sé la speranza.

Note di regia
Tra il prima e il dopo dei secondi di quell’interminabile caduta della protagonista sono condensati i grandi temi dell’esistenza umana senza nessuna concessione al melodramma, alla retorica, alla commiserazione. Per farlo, ho sposato lo stile e un meccanismo narrativo, affinato nel tempo, composto da un mix creativo di immagini girate e immagini di repertorio montate e manipolate ad arte per riuscire a raccontare cose che sarebbero difficili da mettere in scena con uno stile più convenzionale. Semplici ma eleganti associazioni visive che mirano a tessere il filo della trama e a compiere un vero e proprio viaggio in soggettiva nei tortuosi meandri della mente umana.

TRIESTE È BELLA DI NOTTE

TRIESTE È BELLA DI NOTTE

TRIESTE È BELLA DI NOTTE

di Andrea Segre, Stefano Collizzolli e Matteo Calore

Festival: Trieste Film Festival

Anno: 2023

Paese: Italia

Durata: 75'

Genere: Documentario

In un confine interno dell’Unione Europea, quello tra Italia e Slovenia, pochi chilometri sopra Trieste, i migranti asiatici della rotta balcanica che riescono ad attraversare la frontiera rischiano di essere fermati dalle forze dell’ordine italiane e rispediti indietro fino in Bosnia, senza venire identificati e senza avere la possibilità di fare richiesta di asilo. Come avvengono queste operazioni? Cosa succede a chi le subisce? A raccontarlo sono nel film alcuni dei migranti respinti. Le loro storie si intrecciano con le immagini realizzate con i telefonini durante i lunghi viaggi e con le contraddizioni e il dibattito all’interno delle Istituzioni italiane. Intanto in una casa abbandonata a Bihać, in Bosnia, un gruppo di pakistani e afghani vuole partire, direzione Italia. Cosa succederà loro? Quale risposta daranno l’Italia e gli altri Stati europei? Continueranno a sfidare la loro stessa legge per respingere migranti considerati illegali?

Note di regia

Trieste è bella di notte è un intreccio corale di tempi e spazi non lineari, un inseguirsi di memorie e di speranze, di video frammenti e racconti in presa diretta, di incubi passati e paure future. Abbiamo girato al di qua e al di là della frontiera, con chi ha già vissuto e con chi sta per vivere la roulette del “game” e dei respingimenti, trascinati dalla necessità di ascoltare un racconto corale e soggettivo e di confrontarlo con l’oggettività delle scelte politiche.

LA TIMIDEZZA DELLE CHIOME

LA TIMIDEZZA DELLE CHIOME

LA TIMIDEZZA DELLE CHIOME

di Valentina Bertani

Festival: Venezia 79 (Giornate degli Autori)

Anno: 2022

Paese: Italia-Israele

Durata: 96'

Genere: Documentario

Quando la scuola finisce e comincia l’età adulta, Benjamin e Joshua Israel, due gemelli omozigoti di origine ebraica, iniziano a sentirsi oppressi. Mentre amici e compagni di classe pianificano una nuova vita, loro non riescono a immaginare il futuro. Avere vent’anni e un naturale carisma unito a una buona dose di spavalderia non basta se hai una disabilità intellettiva e il mondo in cui vivi non sembra essere fatto per accoglierti. Sentendosi esclusi, Benjamin e Joshua si confrontano con i limiti imposti dagli altri senza avere paura di sbatterci contro. Joshua desidera fare sesso per la prima volta, mentre Benjamin insegue l’utopia di un amore. Anche se i due entrano spesso in conflitto tra loro, il loro legame è impossibile da sciogliere. Impareranno presto che crescere significa dare spazio all’altro senza fargli ombra.

Note di regia
Il lasso di tempo dopo la maturità per un adolescente è una fase fondamentale della vita perché precede improvvisi cambiamenti: paure, amicizie che somigliano ad alleanze ed
amori struggenti. È il momento in cui bisogna scegliere chi si vuole diventare da grandi. Credo sia un’esperienza unica per lo spettatore quella di poter osservare da un punto di vista inedito un modo di vivere poco rappresentato negli audiovisivi: quello di due adolescenti con disabilità intellettiva.