I misteri del giardino di Compton House

I misteri del giardino di Compton House

I misteri del giardino di Compton House

di Peter Greenaway

Con Anthony Higgins, Janet Suzman, Anne-Louise Lambert

Anno: 1982

Paese: UK

Durata: 108'

Nel diciassettesimo secolo, in uno Wiltshire apparentemente idilliaco, la moglie di un aristocratico commissiona dodici disegni della tenuta del marito a un ambizioso paesaggista, il quale negozia i termini del contratto prevedendo che includa i favori sessuali della committente. Ma quando dal fossato viene estratto un cadavere, i disegni del paesaggista rischiano di rivelare più di quanto lui creda. Questo brillante, stilizzato ed erotico giallo di campagna ha imposto Peter Greenaway come regista di fama internazionale. I costumi stravaganti, la trama intricata, i dialoghi elegantemente salaci e la colonna sonora ipnotica di Michael Nyman fanno del film una delizia per le orecchie, gli occhi e la mente.

IL GRANDE CALDO

IL GRANDE CALDO

IL GRANDE CALDO

di Dan Bensadoun, Luigi Caggiano, Marcello Enea Newman, Daniele Tinti

Girato da Daniele Tinti e compari della scena indie romana a 20 anni scarsi con 800 euro di budget. Strano e impresentabile film evento del 2022/23 con una trentina di proiezioni sold out in Italia e oltre. Il Clerks romano? L’Ecce bombo hipster? Boh!

Anno: 2021

Paese: Italia

Durata: 55'

Genere: Fiction

Marcello, Daniele, Alex, Dan, Gianlorenzo e Giorgio, ventenni romani, trascorrono notte dopo notte tra il Bar dei brutti a San Lorenzo e il San Calisto a Trastevere. Ammazzano il tempo tra Peroni, bestemmie e turpiloquio di vario tipo. Ludovica, una loro amica che studia cinema a Parigi, torna a Roma per l’estate e li coinvolge nella realizzazione di un cortometraggio che li porterà a uscire, timidamente, dalle proprie abitudini.

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«Mentre nasceva la scena indie romana qualcuno non era molto convinto di voler spaccare tutto e conquistare il mondo. Il grande caldo è un ritratto sincero della depressione middle class all’inizio dell’era social: niente sushi né coca né visualizzazioni né successo».
(Francesco Pacifico)

«Un piccolo film, anarchico, intelligente, pieno di vita, di sentimenti, di bestemmie ma soprattutto pieno di cinema.»
(Elio di Pace, Fabrique du Cinéma)

«(…) Di film di formazione o di teen, specialmente in questo momento storico, ce ne sono tanti, forse troppi. Invece di film che parlano del periodo tra i venti e trent’anni, quel limbo di trambusto emotivo e psicologico, in cui si sbatte la testa perpetuamente su cose nuove, in cui inizia la corsa perdifiato per cercare di capire chi sei e cosa
diventerai, in cui le persone iniziano a definirsi, mentre altre continuano a brancolare nel buio, ce ne sono fin troppo pochi.»
(Alice Sagrati, Nido Magazine – Treccani)

IL TERRIBILE INGANNO

IL TERRIBILE INGANNO

IL TERRIBILE INGANNO

di Maria Arena

Menzione Ucca Miglior Documentario a “Immagini dal Sud del Mondo” 2023

Anno: 2022

Paese: Italia

Durata: 106'

Festival: Torino Film Festival

Maria partecipa a Milano allo “sciopero globale delle donne” proclamato l’8 marzo 2017 dal movimento femminista “Non Una Di Meno”, e da lì segue il movimento fino all’8 marzo 2020. Un racconto in prima persona della regista Maria Arena che attraverso l’incontro con le odierne pratiche femministe, fa un bilancio sull’essere donna oggi a partire da sé.

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«Il terribile inganno l’ho girato dal 2017 al 2020, tre anni in cui ho seguito il movimento neo-femminista Non Una di Meno a Milano documentando le azioni e la progettualità di queste giovani che mi hanno completamente coinvolta per la loro passione, dedizione, lucidità di analisi. Nel film mi metto in gioco in prima persona e narro il percorso di conoscenza che ho fatto a seguito del movimento e le riflessioni personali dal mio punto di vista di donna cinquantenne madre e lavoratrice…»

COME SCINTILLE NEL BUIO

COME SCINTILLE NEL BUIO

COME SCINTILLE NEL BUIO

di Daniele Gaglianone

Un film ideato e realizzato insieme ai partecipanti del corso Carbonia Cinema Giovani Filming Lab

Anno: 2023

Durata: 29'

Festival: Biografilm

Erika, Mario, Mauro, Alessia, Sergio, Flavia e Tommaso hanno in comune il fatto di vivere a Carbonia, città di fondazione che si trova nel sud-ovest della Sardegna. A livello conscio e inconscio, il passato minerario e il sottosuolo influenzano le loro vite, che emotivamente gravitano tra la luce e il buio, tra il soprassuolo e ciò che sta sotto. Le loro voci sono lo stato d’animo di una città ancora fortemente legata alla memoria del proprio passato e, allo stesso tempo, fortemente proiettata in un futuro che è ancora sospeso.

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Come scintille nel buio è stato realizzato da un gruppo di giovani filmmakers – quattro ragazzi e quattro ragazze selezionati in tutta Italia attraverso un bando pubblico – sotto la guida del regista Daniele Gaglianone e del regista e sociologo Chicco Angius, a partire da un periodo di residenza in città. Racconta la particolarissima realtà sociale, storica e antropologica di Carbonia, attraverso le interviste ai suoi abitanti. Il progetto, ideato e curato dal Csc Carbonia Società Umanitaria insieme ai Servizi Audiovisivi dello SBIS – Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis attraverso le operatrici e gli operatori della Coop Progetto S.C.I.L.A., è stato finanziato grazie ai fondi per lo sviluppo cineportuale dell’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Autonoma della Sardegna, con il sostegno del Comune di Carbonia. Il film viene  distribuito da UCCA – Unione Circoli Cinematografici Arci.

GLI ULTIMI GIORNI DELL’UMANITÀ

GLI ULTIMI GIORNI DELL'UMANITÀ

GLI ULTIMI GIORNI DELL'UMANITÀ

di enrico ghezzi e alessandro gagliardo

Festival: Venezia 79 (Selezione Ufficiale, Fuori Concorso)

Anno: 2022

Paese: Italia

Durata: 193'

Questo monumentale film deve la sua ossatura all’archivio privato di enrico ghezzi: una vita videocamera alla mano, dalla fine degli anni Settanta ai primi anni Duemila. A questi preziosi ed eterogenei materiali si sono aggiunti, in quattro anni di ricerca e montaggio, estratti dai film di Abel Ferrara, Guy Debord, Aleksandr Sokurov, Bela Tarr, Straub & Huillet, Hans-Jürgen Syberberg, Kōji Wakamatsu, Sergej Paradžanov, Otar Iosseliani, Bernardo Bertolucci, Carmelo Bene, Federico Fellini e altri grandi autori, in un dialogo serrato e geniale tra cinema e vita, passato e presente, immagini, parole e suoni (con le musiche originali composte da Iosonouncane). Un’autentica ed immersiva esperienza audio-visiva.

Note di regia:

Nella prima pagina del diario di Franz Kafka, un appunto: “Gli spettatori impietriscono quando passa il treno”. Scorrono centinaia di ore di nastri. enrico ghezzi conversa con il filosofo Emanuele Severino: “Non si pensa adeguatamente la frattura vera che porta il cinema nella storia, quella che siamo abituati a pensare come storia dell’umanità. Il cinema è il primo momento in cui il mondo si rivede. Poi sappiamo che è finto, che è un trucco, che sono fotogrammi singoli, ma mentre la fotografia è un istante ghiacciato, col cinema rivediamo un cavallo, il mondo si rivede e questo di per sé è un avverarsi che non si pensa…”.
Cut. “Se i tuoi occhi ti offendono, strappali!”, am-
monisce il predicatore»

IL CERCHIO

IL CERCHIO

IL CERCHIO

di Sophie Chiarello

Festival: David di Donatello (Migliore Doc), Festa di Roma - Alice nella Città (Menzione Speciale della Giuria), Trieste Film Festival (Premio Corso Salani)

Anno: 2022

Paese: Italia

Durata: 108'

Genere: Documentario

Chi sono i bambini di oggi? Cosa pensano? Cosa vedono e cosa riescono ad afferrare del
mondo degli adulti? Per rispondere, la regista Sophie Chiarello decide di seguire per cinque anni, con la sua te-
lecamera, gli alunni di una classe elementare, abbassando il suo sguardo ad altezza bambino in modo da catturare il loro punto di vista sul mondo. Che cos’è l’amore? Chi sono i migranti? Quali sono le differenze tra maschi e femmine? Che cosa vuol dire diventare adulti? Ma soprattutto, chi è Babbo Natale? Queste sono solo alcune delle domande universali su cui i bambini ridono, discutono e si confrontano dalla prima alla quinta elementare, formando di volta in volta un cerchio dove insieme si relazionano, si ascoltano e scoprono qualcosa di nuovo, anche su loro stessi. In poche parole: crescono.

Il Cerchio non è un documentario sui bambini, ma con i bambini, un documentario che parla di loro ma anche di noi, gli adulti; un ritratto del mondo di oggi in cui si specchia quello di domani.

Note di regia: 

Nel Cerchio volevo che a parlare fossero i bambini, che ci fosse la loro voce, con meno filtri possibili. È qui che l’approccio visivo al film credo trovi la sua peculiarità. Ho cercato di rendere il “mezzo cinema” il più invisibile possibile, spogliandomi dell’apparato tecnico, riducendolo all’indispensabile e portando l’obiettivo della telecamera all’altezza del loro sguardo. Lungo i cinque anni di riprese, il film racconta l’esperienza di un vissuto che assomiglia a volte a un’utopia. La classe filmata diventa il ritratto di un Paese che si evolve e la cui identità cambia e si trasforma.

AFTER THE BRIDGE

AFTER THE BRIDGE

AFTER THE BRIDGE

di Davide Rizzo, Marzia Toscano

Festival: Biografi lm 2023 (Premio UCCA, Miglior Doc Biografilm Italia), Hot Docs Toronto

Anno: 2023

Paese: Italia

Durata: 65'

Genere: Documentario

Valeria Collina, una donna italiana convertita all’Islam, è tornata a vivere in Italia dopo vent’anni trascorsi in Marocco. Nel giugno del 2017, la sua vita è sconvolta dalla morte del giovane figlio Youssef, membro del commando
jihadista che sul London Bridge ha provocato 8 morti. Ventiquattro ore dopo la piccola casa di Valeria sui colli bolognesi è invasa da giornalisti provenienti da tutto il mondo. Valeria condanna pubblicamente le azioni del figlio e decide di non partecipare al suo funerale. In seguito alla confusione di quei giorni, Valeria si ritrova sola, nella quiete della sua casa, cercando di rimettere insieme la sua vita.

Note di regia: 

Una ragazza in altalena dondola in controluce in un filmato super 8mm degli anni ‘60. La ragazza ride. È Valeria Collina. Quella stessa donna oggi è inginocchiata in una casa sulle colline e prega. In questo arco, tra queste due donne, c’e visivamente il nostro film. Nel film vita odierna e memoria si alternano: lo spettatore da una parte seguirà le tappe fondamentali della vita di Valeria, dall’altra sarà posto di fronte al percorso odierno di una madre ferita alle prese con una nuova fase della sua vita, dopo la tragica morte di un figlio.

GIGI LA LEGGE

GIGI LA LEGGE

GIGI LA LEGGE

di Alessandro Comodin

Festival: Locarno 2022 (Premio Speciale della Giuria), Trieste Film Festival

Anno: 2022

Paese: Italia - Francia - Belgio

Durata: 100'

Genere: Documentario (?)

Gigi fa il vigile in un paese di campagna dove sembra non succedere mai niente. Un giorno, però, una ragazza si suicida, gettandosi sotto un treno. Non è la prima volta. Lì comincia un’indagine su questa misteriosa
serie di suicidi che si consuma in uno strano mondo di provincia in bilico tra realtà e fantasia, dove un giardino può anche essere una giungla e un poliziotto avere un cuore sempre pronto ad innamorarsi e a sorridere.

Note di regia: 

In questo cinema del possibile, o proprio nella possibilità che il cinema – quello vero – apprende dall’inafferrabilità della vita, si situa Gigi la legge, il nuovo film di Alessandro Comodin che torna nel concorso principale con il suo terzo lungometraggio. Cantore di eroi fragili e indimenticabili, capaci di conquistare gli spettatori mettendo a nudo con disarmante onestà le proprie debolezze, più che dimostrando i propri punti di forza, Comodin torna nelle sue terre d’origine lavorando con un personaggio familiare, modesto poliziotto di provincia, romantico e solitario, alle prese con una società che sembra respingerlo per le sue piccole eccentricità, riflessi manifesti del suo vedere il mondo attraverso una lente differente (…) Ma tutto nei movimenti sinuosi del poliziotto di mezza età, a cui piace cantare e fantasticare mentre insegue potenziali nemici, si traduce nella consapevolezza di essere soli di fronte al destino, che sia l’orizzonte ormai negato dall’altezza delle fronde, la donna come alterità sognata ma irraggiungibile, o l’insondabilità del cuore umano che talvolta è così lontano dalla lucidità della legge.

AFTER WORK

AFTERWORK

AFTERWORK

di Erik Gandini

Festival: Biografilm 2023, Hot Docs Toronto, CPH DOX Copenhagen

Anno: 2023

Paese: Svezia

Durata: 77'

Genere: Documentario

La nostra è una società basata sul lavoro.
Fin dall’infanzia ci viene insegnato ad essere
orientati al risultato e ad essere competitivi. La maggior parte dei lavori esistenti oggi potrebbe scomparire nei prossimi 15 anni per via dell’automazione e dell’intelligenza artificiale.
Potremmo presto dover ripensare al ruolo che il lavoro ha nelle nostre vite come elemento centrale della nostra esistenza. L’approccio di questo documentario è esistenziale, curioso e cinematografico. Attraverso le esperienze dirette dei suoi protagonisti in quattro nazioni emblematiche – Kuwait, Corea del Sud, Usa e Italia – After Work esplora cos’è oggi l’etica del lavoro e come potrebbe essere un’esistenza libera dal lavoro. Tra le personalità intervistate vanno ricordate
almeno Noam Chomsky e Elon Musk.

Note di regia: 

Ho un incubo personale ricorrente: arrivare alla fine della mia vita e con rimpianto, rendermi conto di aver lavorato troppo. Essere colpito, troppo tardi, dalla consapevolezza di aver sbagliato a stabilire le priorità per tutta la mia esistenza a causa di un’idea, radicata in me, che fa parte della cultura di cui sono il prodotto. Il lavoro è un’idea normale come l’aria che respiriamo, quindi difficile da mettere in discussione. Ho sempre visto il documentario come un modo per catturare, esporre e dare un senso al mio tempo. Con After Work ho voluto fare un passo avanti, cercando di documentare una realtà che non è ancora completamente accaduta. Attraverso il metodo del What-if? Cosa faremo quando non dovremo più lavorare? Questo film non è fatto con l’intenzione di ritrarre le cose come sono. Piuttosto come potrebbero essere. È girato nel presente, con l’obiettivo di creare una proiezione nel futuro.

IL POSTO

IL POSTO

IL POSTO

di Mattia Colombo, Gianluca Matarrese

Festival: Visions du Réel, Filmaker, Festival dei Popoli

Anno: 2022

Paese: Italia -Francia

Durata: 75'

Genere: Documentario

Ogni mese, una moltitudine di infermieri del
Meridione attraversano tutto il paese per tentare
la fortuna in un concorso pubblico svolto nelle città del Nord Italia. Ci sono solo poche posizio-
ni per migliaia di candidati. La maggior parte di loro ci prova più volte all’anno. Per risparmiare
viaggiano di notte, a bordo di autobus low cost, e sostengono l’esame all’alba. Ognuno di loro por-
ta con sé la propria storia, le proprie speranze e paure.
Un documentario on the road sulla speranza di
un lavoro fisso e la tragedia di una nazione alle prese con la disoccupazione. Un viaggio nel cuore di una enorme crisi sociale, morale ed economica italiana, che attualmente si ripercuote su tutta l’Europa.

Note di regia:

Abbiamo deciso di realizzare questo film perché volevamo soffermarci sulle condizioni dei lavoratori (e dei disoccupati) in Italia. Desideravamo occuparci del dilagare del lavoro povero, spesso gratuito, della totale assenza di tutele e stabilità lavorativa, del perdurare del fenomeno di immigrazione Sud – Nord. Volevamo parlare di un fenomeno che conta più di una generazione, costretta a lavorare sempre di più ma a guadagnare sempre di meno. Volevamo parlare di lavoro e sfruttamento per poter parlare di dignità, di sogni e di aspirazioni di questa generazione “allargata”, e che conta partite IVA, lavoratori in nero, riders, commessi con turni di 12 ore, facchini di Amazon. Volevamo parlare di chi scappa all’estero perché trova lavoro più facilmente, di chi insegue il posto fisso perché vuole mettere su famiglia e si accontenterebbe di vivere una vita modesta. Per parlare di tutto questo, potevamo raccogliere le testimonianze di tanti lavoratori, e potevamo farlo nelle aziende, nelle fabbriche, nei bar, negli uffici postali, nei McDonald’s. E invece abbiamo scelto di raccogliere queste storie di vita tra i sedili di un autobus.