Anche gli uomini hanno fame

Anche gli uomini hanno fame

di Francesco Lorusso, Gabriele Licchelli, Andrea Settembrini

Anno: 2019

Paese: Italia

Durata: 20’

Negli anni 60 e 70 la fame ha costretto circa 150 mila persone a lasciare il Salento. Nel 73 Nardo rinuncia al suo sogno di fare film e apre il Bar 2000, che è ancora lì, al centro del paese. Tra i frequentatori abituali del bar c’è Mimmi, partito giovane per lavorare al traforo del San Gottardo. 

Dell’esperienza in galleria non gli resta che il terribile ricordo della morte di un amico. Anche gli uomini hanno fame è un racconto intimo della quotidianità di Nardo e Mimmi, amici di lunga data, in una giornata d’estate in cui il presente e il passato si mescolano nel tempo dell’esperienza e della memoria.

PREMIO CESARE ZAVATTINI

Introduzione

Il Premio Cesare Zavattini viene da lontano: a lungo si è discusso in seno alla Fondazione Aamod su come favorire i giovani nell’accesso e nel riuso del patrimonio filmico conservato negli archivi. Il progetto che ne è scaturito ha poi assunto una sua identità peculiare, fondendo la dimensione formativa con quella produttiva. La formula, già presente nella prima edizione del 2016, si è via via consolidata nelle successive. Al Premio possono concorrere, dunque, attraverso un bando pubblico, giovani film-maker professionisti e non, di qualsiasi nazionalità, di età compresa tra i 18 e i 35 anni: basta presentare il progetto di un cortometraggio documentario, della durata massima di 15 minuti, che preveda l’utilizzazione anche parziale del materiale filmico della Fondazione Aamod, degli archivi partner o di altri archivi. Tra i progetti pervenuti, una Giuria composta da cinque importanti personalità del cinema italiano sceglie i progetti finalisti, i cui autori hanno la possibilità di partecipare a incontri formativi e di sviluppo guidati da affermati professionisti. Al termine, la stessa Giuria seleziona tra i finalisti tre progetti vincitori che, oltre a utilizzare liberamente, con licenze Creative Commons, il materiale filmico dell’Aamod e degli archivi partner, ricevono servizi gratuiti di supporto per la realizzazione dei cortometraggi e la somma di 2.000 euro per ciascun progetto realizzato.

L’iniziativa intende stimolare e premiare l’originalità, la sperimentazione, anche il ‘tradimento’ o il rimescolamento dei generi, in particolare nel riuso del cinema d’archivio. Non a caso è intitolata a Cesare Zavattini (scrittore, sceneggiatore, regista, giornalista, pittore, animatore culturale), uno dei padri del neorealismo italiano, ma anche sostenitore instancabile del cinema come libero, multiforme, creativo, irriverente strumento di conoscenza del reale in tutti i suoi aspetti.

Tutte le informazioni sul sito
www.premiozavattini.it

In Her Shoes

In Her Shoes

di Maria Iovine

Anno: 2019

Paese: Italia

Durata: 19’

In un mondo distopico in cui le donne ricoprono ruoli di potere e gli uomini si occupano della famiglia, Domenico si racconta alla figlia a partire da un tenero ricordo. In una lettera rivive la gioia della sua nascita, la sua infanzia, i sogni di una famiglia felice, ma anche le rinunce dolorose di padre e marito che hanno soffocato le sue reali aspirazioni e desideri. Attraverso immagini d’archivio, In Her Shoes riscrive la Storia: gli uomini uniti in un movimento di liberazione. Le immagini del nostro passato non raccontano più chi siamo, ma ci lanciano una sfida: cosa avrebbero fatto gli uomini se si fossero trovati nella posizione delle donne? Si sarebbero uniti per far sentire le loro voci? E le donne sarebbero state a guardare o avrebbero preso coscienza del loro privilegio? 

PREMIO CESARE ZAVATTINI

Introduzione

Il Premio Cesare Zavattini viene da lontano: a lungo si è discusso in seno alla Fondazione Aamod su come favorire i giovani nell’accesso e nel riuso del patrimonio filmico conservato negli archivi. Il progetto che ne è scaturito ha poi assunto una sua identità peculiare, fondendo la dimensione formativa con quella produttiva. La formula, già presente nella prima edizione del 2016, si è via via consolidata nelle successive. Al Premio possono concorrere, dunque, attraverso un bando pubblico, giovani film-maker professionisti e non, di qualsiasi nazionalità, di età compresa tra i 18 e i 35 anni: basta presentare il progetto di un cortometraggio documentario, della durata massima di 15 minuti, che preveda l’utilizzazione anche parziale del materiale filmico della Fondazione Aamod, degli archivi partner o di altri archivi. Tra i progetti pervenuti, una Giuria composta da cinque importanti personalità del cinema italiano sceglie i progetti finalisti, i cui autori hanno la possibilità di partecipare a incontri formativi e di sviluppo guidati da affermati professionisti. Al termine, la stessa Giuria seleziona tra i finalisti tre progetti vincitori che, oltre a utilizzare liberamente, con licenze Creative Commons, il materiale filmico dell’Aamod e degli archivi partner, ricevono servizi gratuiti di supporto per la realizzazione dei cortometraggi e la somma di 2.000 euro per ciascun progetto realizzato.

L’iniziativa intende stimolare e premiare l’originalità, la sperimentazione, anche il ‘tradimento’ o il rimescolamento dei generi, in particolare nel riuso del cinema d’archivio. Non a caso è intitolata a Cesare Zavattini (scrittore, sceneggiatore, regista, giornalista, pittore, animatore culturale), uno dei padri del neorealismo italiano, ma anche sostenitore instancabile del cinema come libero, multiforme, creativo, irriverente strumento di conoscenza del reale in tutti i suoi aspetti.

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Il mare che non muore

Il mare che non muore

di Caterina Biasucci

Anno: 2020

Paese: Italia

Durata: 12’

Ada è una donna anziana. Nuota nel mare calmo e si abbandona. L’acqua le riporta alla memoria le  immagini della sua vita: la giovinezza, il suo unico amore, la nascita della figlia. La fine del  matrimonio è vissuta come un lutto e solo l’amore per la figlia sarà in grado di farle ritrovare la  speranza perduta attraverso un dialogo costante tra presente e passato. Nel mare, immenso grembo materno, la donna recupera sé stessa.  

PREMIO CESARE ZAVATTINI

Introduzione

Il Premio Cesare Zavattini viene da lontano: a lungo si è discusso in seno alla Fondazione Aamod su come favorire i giovani nell’accesso e nel riuso del patrimonio filmico conservato negli archivi. Il progetto che ne è scaturito ha poi assunto una sua identità peculiare, fondendo la dimensione formativa con quella produttiva. La formula, già presente nella prima edizione del 2016, si è via via consolidata nelle successive. Al Premio possono concorrere, dunque, attraverso un bando pubblico, giovani film-maker professionisti e non, di qualsiasi nazionalità, di età compresa tra i 18 e i 35 anni: basta presentare il progetto di un cortometraggio documentario, della durata massima di 15 minuti, che preveda l’utilizzazione anche parziale del materiale filmico della Fondazione Aamod, degli archivi partner o di altri archivi. Tra i progetti pervenuti, una Giuria composta da cinque importanti personalità del cinema italiano sceglie i progetti finalisti, i cui autori hanno la possibilità di partecipare a incontri formativi e di sviluppo guidati da affermati professionisti. Al termine, la stessa Giuria seleziona tra i finalisti tre progetti vincitori che, oltre a utilizzare liberamente, con licenze Creative Commons, il materiale filmico dell’Aamod e degli archivi partner, ricevono servizi gratuiti di supporto per la realizzazione dei cortometraggi e la somma di 2.000 euro per ciascun progetto realizzato.

L’iniziativa intende stimolare e premiare l’originalità, la sperimentazione, anche il ‘tradimento’ o il rimescolamento dei generi, in particolare nel riuso del cinema d’archivio. Non a caso è intitolata a Cesare Zavattini (scrittore, sceneggiatore, regista, giornalista, pittore, animatore culturale), uno dei padri del neorealismo italiano, ma anche sostenitore instancabile del cinema come libero, multiforme, creativo, irriverente strumento di conoscenza del reale in tutti i suoi aspetti.

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L’angelo della storia

L'angelo della storia

di Lorenzo Conte

Anno: 2019/20

Paese: Italia

Durata: 15’

11 Settembre 1973. A un giovane cecchino della giunta militare viene affidata la missione di porre fine all’assedio de La Moneda uccidendo il Presidente Salvador Allende, asserragliato al suo interno.
L’ascolto alla radio dell’ultimo, improvvisato discorso del Presidente destabilizzerà le sue certezze.

PREMIO CESARE ZAVATTINI

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Il Premio Cesare Zavattini viene da lontano: a lungo si è discusso in seno alla Fondazione Aamod su come favorire i giovani nell’accesso e nel riuso del patrimonio filmico conservato negli archivi. Il progetto che ne è scaturito ha poi assunto una sua identità peculiare, fondendo la dimensione formativa con quella produttiva. La formula, già presente nella prima edizione del 2016, si è via via consolidata nelle successive. Al Premio possono concorrere, dunque, attraverso un bando pubblico, giovani film-maker professionisti e non, di qualsiasi nazionalità, di età compresa tra i 18 e i 35 anni: basta presentare il progetto di un cortometraggio documentario, della durata massima di 15 minuti, che preveda l’utilizzazione anche parziale del materiale filmico della Fondazione Aamod, degli archivi partner o di altri archivi. Tra i progetti pervenuti, una Giuria composta da cinque importanti personalità del cinema italiano sceglie i progetti finalisti, i cui autori hanno la possibilità di partecipare a incontri formativi e di sviluppo guidati da affermati professionisti. Al termine, la stessa Giuria seleziona tra i finalisti tre progetti vincitori che, oltre a utilizzare liberamente, con licenze Creative Commons, il materiale filmico dell’Aamod e degli archivi partner, ricevono servizi gratuiti di supporto per la realizzazione dei cortometraggi e la somma di 2.000 euro per ciascun progetto realizzato.

L’iniziativa intende stimolare e premiare l’originalità, la sperimentazione, anche il ‘tradimento’ o il rimescolamento dei generi, in particolare nel riuso del cinema d’archivio. Non a caso è intitolata a Cesare Zavattini (scrittore, sceneggiatore, regista, giornalista, pittore, animatore culturale), uno dei padri del neorealismo italiano, ma anche sostenitore instancabile del cinema come libero, multiforme, creativo, irriverente strumento di conoscenza del reale in tutti i suoi aspetti.

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Lo chiamavano Cargo

Lo chiamavano Cargo

di Marco Signoretti

Anno: 2019/20

Paese: Italia

Durata: 15’

Italia, fine anni ’60. In un villaggio del Mezzogiorno arrivano due forestieri: il primo ha una cinepresa, il secondo ha una pistola. Attraversando quella terra desolata, i due avranno un’occasione insperata per cambiare il corso della storia.

PREMIO CESARE ZAVATTINI

Introduzione

Il Premio Cesare Zavattini viene da lontano: a lungo si è discusso in seno alla Fondazione Aamod su come favorire i giovani nell’accesso e nel riuso del patrimonio filmico conservato negli archivi. Il progetto che ne è scaturito ha poi assunto una sua identità peculiare, fondendo la dimensione formativa con quella produttiva. La formula, già presente nella prima edizione del 2016, si è via via consolidata nelle successive. Al Premio possono concorrere, dunque, attraverso un bando pubblico, giovani film-maker professionisti e non, di qualsiasi nazionalità, di età compresa tra i 18 e i 35 anni: basta presentare il progetto di un cortometraggio documentario, della durata massima di 15 minuti, che preveda l’utilizzazione anche parziale del materiale filmico della Fondazione Aamod, degli archivi partner o di altri archivi. Tra i progetti pervenuti, una Giuria composta da cinque importanti personalità del cinema italiano sceglie i progetti finalisti, i cui autori hanno la possibilità di partecipare a incontri formativi e di sviluppo guidati da affermati professionisti. Al termine, la stessa Giuria seleziona tra i finalisti tre progetti vincitori che, oltre a utilizzare liberamente, con licenze Creative Commons, il materiale filmico dell’Aamod e degli archivi partner, ricevono servizi gratuiti di supporto per la realizzazione dei cortometraggi e la somma di 2.000 euro per ciascun progetto realizzato.

L’iniziativa intende stimolare e premiare l’originalità, la sperimentazione, anche il ‘tradimento’ o il rimescolamento dei generi, in particolare nel riuso del cinema d’archivio. Non a caso è intitolata a Cesare Zavattini (scrittore, sceneggiatore, regista, giornalista, pittore, animatore culturale), uno dei padri del neorealismo italiano, ma anche sostenitore instancabile del cinema come libero, multiforme, creativo, irriverente strumento di conoscenza del reale in tutti i suoi aspetti.

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Dentrorsa

Dentrorsa

di Chiara Rigione

Anno: 2021

Paese: Italia

Durata: 18’

Il birrificio Vecchia Orsa è come una squadra di calcetto stralunata, un corpo di ballo sui generis, una band noise rock. 

DentrOrsa è uno sguardo diverso attraverso i bicchieri nelle mani degli avventori, tra i serbatoi e i riflessi delle pinte di birra, le schiume della cotta e le cascate di luppolo in forma di pellet. Un orecchio teso ai suoni di un microbirrificio della provincia emiliana e ai cinque protagonisti che lo animano: Luca, Valerio, Enrico, Dario e, soprattutto, l’immancabile Mimmo.

FUORICAMPO

Introduzione

Con Fuori Campo – Filmmaker per il sociale Arci Movie e UCCA hanno realizzato una residenza artistica, sostenuta dal Ministero della Cultura e da Siae nell’ambito del programma Per chi crea, che si è svolto nella prima parte del 2021 tra Napoli e Bologna.

L’obiettivo della residenza era selezionare 6 filmmakers under 35 che partecipassero ad un preliminare percorso formativo per poi raccontare 6 realtà del Terzo Settore presenti nelle due città, attraverso la realizzazione di brevi documentari. Per far ciò è stato lanciato un bando nazionale con cui sono stati scelti 6 autori e autrici provenienti da diverse zone del paese. Al tempo stesso è stata implementata una rete ampia di collaborazioni con 6 enti del privato sociale che fossero disponibili ad ospitare i filmmakers: a Napoli le associazioni ‛Figli in Famiglia’, ‘Traparentesi Onlus’ e il collettivo teatrale ‘F.pl. Femminile plurale’; a Bologna la cooperativa sociale ‘Arca di Noè’, il birrificio ‘Vecchia Orsa’ e il collettivo teatrale ‘Cantieri Meticci’.

La squadra di docenti e tutor di formazione è stata guidata dal regista Daniele Gaglianone, che ha curato la parte formativa e supervisionato la produzione delle opere, con la partecipazione del regista Nazareno M. Nicoletti, del Direttore del Terra di Tutti Film Festival Jonathan Ferramola, e del team di SMK Videofactory.

L’esito di Fuori Campo è una serie di opere di cui presentiamo, quest’anno, 3 cortometraggi e 1 mediometraggio, i quali offrono uno spaccato interessante delle realtà sociali coinvolte nella residenza, restituendo con linguaggi e approcci differenti una fotografia dell’attualità legata anche al momento complicato che attraversa il nostro paese in conseguenza della pandemia.

ANTONIO BORRELLI
Coordinatore Fuori Campo – Filmakers per il sociale

Elegia Meticcia

Elegia Meticcia

di Maurizio Dall'Acqua

Anno: 2021

Paese: Italia

Durata: 50’

Il fragore delle onde. Corpi immobili di fantocci di legno giacciono nel laboratorio di scenografia, come anime disperse nel mare. Tutto si concentra al MET, luogo teatro dalle sembianze di una grande nave costruita dalle mani di Cantieri Meticci, che non è solo una compagnia teatrale, ma una fucina d’arte cosmopolita e migrante, il risultato di una convivenza creativa e inclusiva di varie culture, un modello di società aperta. Attraverso un’ispirazione legata alla creazione drammaturgica dell’ultimo spettacolo, Il negro del Narciso di Conrad, Elegia Meticcia vuole essere una dichiarazione di intenti, culturale ed esistenziale, singolare e universale, la trasfigurazione artistica del trauma dei popoli, fatta di lotta e di sogno, per una società libera e meticcia.

FUORICAMPO

Introduzione

Con Fuori Campo – Filmmaker per il sociale Arci Movie e UCCA hanno realizzato una residenza artistica, sostenuta dal Ministero della Cultura e da Siae nell’ambito del programma Per chi crea, che si è svolto nella prima parte del 2021 tra Napoli e Bologna.

L’obiettivo della residenza era selezionare 6 filmmakers under 35 che partecipassero ad un preliminare percorso formativo per poi raccontare 6 realtà del Terzo Settore presenti nelle due città, attraverso la realizzazione di brevi documentari. Per far ciò è stato lanciato un bando nazionale con cui sono stati scelti 6 autori e autrici provenienti da diverse zone del paese. Al tempo stesso è stata implementata una rete ampia di collaborazioni con 6 enti del privato sociale che fossero disponibili ad ospitare i filmmakers: a Napoli le associazioni ‛Figli in Famiglia’, ‘Traparentesi Onlus’ e il collettivo teatrale ‘F.pl. Femminile plurale’; a Bologna la cooperativa sociale ‘Arca di Noè’, il birrificio ‘Vecchia Orsa’ e il collettivo teatrale ‘Cantieri Meticci’.

La squadra di docenti e tutor di formazione è stata guidata dal regista Daniele Gaglianone, che ha curato la parte formativa e supervisionato la produzione delle opere, con la partecipazione del regista Nazareno M. Nicoletti, del Direttore del Terra di Tutti Film Festival Jonathan Ferramola, e del team di SMK Videofactory.

L’esito di Fuori Campo è una serie di opere di cui presentiamo, quest’anno, 3 cortometraggi e 1 mediometraggio, i quali offrono uno spaccato interessante delle realtà sociali coinvolte nella residenza, restituendo con linguaggi e approcci differenti una fotografia dell’attualità legata anche al momento complicato che attraversa il nostro paese in conseguenza della pandemia.

ANTONIO BORRELLI
Coordinatore Fuori Campo – Filmakers per il sociale

Feritoie

Feritoie

di Michela Sartini

Anno: 2021

Paese: Italia

Durata: 19’

Nella prima periferia bolognese c’è una fabbrica speciale. Tra le mura ricoperte di ritratti e scritte Gianluca, Alberto, Hannane, Christian, Sergio, Panda e Paolo vanno a lavorare. Sono educatori e beneficiari di un progetto della cooperativa Arca di Noè, che ha l’obiettivo di inserire lavorativamente persone con varie forme di disabilità. 

Insieme a loro ci addentriamo nella quotidianità della fabbrica segnata non solo dalla routine lavorativa ma anche da un’attenzione ed una cura speciale verso ciascuna persona. Se in apparenza la fabbrica è uguale a tantissime altre, nel corso del racconto si farà progressivamente conoscenza dei vari protagonisti che la animano e della centralità di ogni persona, il vero perno su cui ruota l’operato della fabbrica.

FUORICAMPO

Introduzione

Con Fuori Campo – Filmmaker per il sociale Arci Movie e UCCA hanno realizzato una residenza artistica, sostenuta dal Ministero della Cultura e da Siae nell’ambito del programma Per chi crea, che si è svolto nella prima parte del 2021 tra Napoli e Bologna.

L’obiettivo della residenza era selezionare 6 filmmakers under 35 che partecipassero ad un preliminare percorso formativo per poi raccontare 6 realtà del Terzo Settore presenti nelle due città, attraverso la realizzazione di brevi documentari. Per far ciò è stato lanciato un bando nazionale con cui sono stati scelti 6 autori e autrici provenienti da diverse zone del paese. Al tempo stesso è stata implementata una rete ampia di collaborazioni con 6 enti del privato sociale che fossero disponibili ad ospitare i filmmakers: a Napoli le associazioni ‛Figli in Famiglia’, ‘Traparentesi Onlus’ e il collettivo teatrale ‘F.pl. Femminile plurale’; a Bologna la cooperativa sociale ‘Arca di Noè’, il birrificio ‘Vecchia Orsa’ e il collettivo teatrale ‘Cantieri Meticci’.

La squadra di docenti e tutor di formazione è stata guidata dal regista Daniele Gaglianone, che ha curato la parte formativa e supervisionato la produzione delle opere, con la partecipazione del regista Nazareno M. Nicoletti, del Direttore del Terra di Tutti Film Festival Jonathan Ferramola, e del team di SMK Videofactory.

L’esito di Fuori Campo è una serie di opere di cui presentiamo, quest’anno, 3 cortometraggi e 1 mediometraggio, i quali offrono uno spaccato interessante delle realtà sociali coinvolte nella residenza, restituendo con linguaggi e approcci differenti una fotografia dell’attualità legata anche al momento complicato che attraversa il nostro paese in conseguenza della pandemia.

ANTONIO BORRELLI
Coordinatore Fuori Campo – Filmakers per il sociale

Madrefiglio

Madrefiglio

di Luca Lanzano

Anno: 2021

Paese: Italia

Durata: 20’

Madrefiglio è l’intreccio di due storie: Sandra e Giosuè, Nely e Christian. Paesi, culture e vissuti diversi accomunati dalla visceralità del legame che c’è tra madri e figli. Vissuti legati da precarietà e grandi assenze: quelle paterne. Dalla lotta di chi deve crescere e deve far crescere in un contesto completamente diverso dalle proprie origini, come Napoli, alla continua ricerca di stabilità economica e d’integrazione. Madrefiglio è una messa a fuoco su bisogni, difficoltà, sofferenze e relazioni per fare emergere tra le due storie una similitudine e un bisogno universale profondamente umano.

FUORICAMPO

Introduzione

Con Fuori Campo – Filmmaker per il sociale Arci Movie e UCCA hanno realizzato una residenza artistica, sostenuta dal Ministero della Cultura e da Siae nell’ambito del programma Per chi crea, che si è svolto nella prima parte del 2021 tra Napoli e Bologna.

L’obiettivo della residenza era selezionare 6 filmmakers under 35 che partecipassero ad un preliminare percorso formativo per poi raccontare 6 realtà del Terzo Settore presenti nelle due città, attraverso la realizzazione di brevi documentari. Per far ciò è stato lanciato un bando nazionale con cui sono stati scelti 6 autori e autrici provenienti da diverse zone del paese. Al tempo stesso è stata implementata una rete ampia di collaborazioni con 6 enti del privato sociale che fossero disponibili ad ospitare i filmmakers: a Napoli le associazioni ‛Figli in Famiglia’, ‘Traparentesi Onlus’ e il collettivo teatrale ‘F.pl. Femminile plurale’; a Bologna la cooperativa sociale ‘Arca di Noè’, il birrificio ‘Vecchia Orsa’ e il collettivo teatrale ‘Cantieri Meticci’.

La squadra di docenti e tutor di formazione è stata guidata dal regista Daniele Gaglianone, che ha curato la parte formativa e supervisionato la produzione delle opere, con la partecipazione del regista Nazareno M. Nicoletti, del Direttore del Terra di Tutti Film Festival Jonathan Ferramola, e del team di SMK Videofactory.

L’esito di Fuori Campo è una serie di opere di cui presentiamo, quest’anno, 3 cortometraggi e 1 mediometraggio, i quali offrono uno spaccato interessante delle realtà sociali coinvolte nella residenza, restituendo con linguaggi e approcci differenti una fotografia dell’attualità legata anche al momento complicato che attraversa il nostro paese in conseguenza della pandemia.

ANTONIO BORRELLI
Coordinatore Fuori Campo – Filmakers per il sociale

Man Kind Man

Man Kind Man

di Iacopo Patierno

Biografilm 2021 (Premio del Pubblico), Cinemambiente 2021

Anno: 2020

Paese: Italia

Durata: 80’

Man Kind Man è la testimonianza di chi lotta contro un fluire degli eventi che sembra inarrestabile.
Due tartarughe marine, dopo essere state ritrovate spiaggiate nel litorale laziale, sono trasportate d’urgenza nell’ospedale delle tartarughe marine Anton Dohrn di Portici. Mentre le due tartarughe vengono curate, con la speranza di essere liberate in primavera, nel golfo di Napoli Luca raccoglie della sabbia e cerca di pulirla dalla terra lasciata da una gara di motocross; è la materia con cui realizza i suoi quadri. Una pagaia entra nelle acque cristalline del fiume Sarno. È Aniello che spinge il suo kayak verso i primi scarichi abusivi; Franco contempla il mare e raccoglie due petali di plastica trovati in spiaggia. È tutto vero o sono le due tartarughe che sognano?

Note di regia

“Era da tanto tempo che desideravo fare un film sul mare. Negli anni ho visto la plastica accumularsi e aumentare sempre più e stava diventando un’ossessione: mi sentivo frustrato e impotente. Una volta mentre ero in apnea mi sono ritrovato circondato da tanti piccoli coriandoli di plastica, io provavo ad afferrarli ma mi sfuggivano dalle mani, ancora e ancora. In quel momento è scattato qualcosa dentro di me e ho deciso che dovevo fare un film sul mare per raccontare quello che stava accadendo. Il mio lavoro è comunicare emozioni, trasmettere sentimenti, mostrare il mondo attraverso quello che osservo e così nel 2014 sono iniziate le riprese. L’ho girato completamente da solo, perché era diventato qualcosa di molto personale”.

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