Just Charlie – Diventa chi sei

Just Charlie – Diventa chi sei

di Rebekah Fortune

Anno: 2017

Paese: UK

Durata: 99’

Charlie è un adolescente della provincia inglese con un grande talento per il calcio. Una delle squadre più importanti, il Manchester City, gli offre un ingaggio da sogno, ma Charlie ha un segreto: è felice solo quando, di nascosto, può vestirsi da ragazza. Intrappolata nel corpo di un fanciullo, Charlie è combattuta tra il desiderio di compiacere le ambizioni che il padre ripone in lei e il bisogno di affermare la propria identità.
La scelta che la attende rischia di mandare in pezzi la sua famiglia e mettere a repentaglio i suoi affetti più cari. Esordio alla regia di Rebekah Fortune, con una straordinaria performance di Harry Gilby (acclamato protagonista della versione teatrale di Billy Elliot), JUST CHARLIE – Diventa chi sei affronta le molte complessità della disforia di genere, celebrando il potere della Famiglia.

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dalle 21:00 alle 24:00 giovedì 08 aprile

Così lontani, così vicini

Così lontani, così vicini

La promozione audiovisiva nell'epoca del distanziamento sociale

PERCORSO FORMATIVO PER DIRIGENTI UCCA E ARCI

Se la pandemia ha accelerato vorticosamente il passaggio dei contenuti dalle sale alle piattaforme streaming, possiamo essere certi che la diffusione online è destinata a convivere con le proiezioni in presenza anche quando schermi e circoli potranno riaprire e riprendere le loro attività. Per questo ci sembra opportuno, partendo dallo stato dell’arte della riforma del Terzo Settore, scandagliare le modalità (creative, operative e tecniche) della promozione cinematografica online per offrire strumenti utili per trasformare ogni circolo in un potenziale broadcaster di contenuti di qualità. Sarà un momento formativo, dedicato a dirigenti e operatori di ARCI e UCCA che vogliano approfondire Il tema del rapporto tra pandemia e passaggio al digitale, che abbiamo declinato sulla base di moduli che illustrano le nuove sfide del comparto cinematografico senza dimenticare la natura e la dimensione essenzialmente partecipativa delle basi associative.

Venerdì 19 marzo 2021, ore 15.00-19.00
La promozione culturale nel Terzo Settore.

Ore 15:00-17:00 > Riforma del Terzo Settore e circoli cinematografici: vincoli e opportunità.
Il modulo formativo offrirà una panoramica sulla riforma in atto, offrendo supporto alle basi associative nella comprensione dei procedimenti di adeguamento statutario e sugli adempimenti connessi alla istituzione del RUNTS. Verranno inoltre analizzate le nuove forme di rapporto con gli enti pubblici e alcune specifiche forme di promozione e sostegno degli enti di terzo settore.
Gabriele Moroni (Responsabile Tutela associativa Arci)
Lorenzo Carangelo (Ufficio Tutela associativa Arci).

Ore 17:00-19:00 > I nuovi centri culturali come orizzonte di senso per i circoli cinematografici.
L’esperienza di cheFare, le politiche culturali nell’era del distanziamento sociale.
Interviene: Bertram Niessen (Direttore scientifico di cheFare).

Venerdì 26 marzo 2021, ore 15.00-19.00
La cultura si fa (anche) online.

Ore 15:00-17:00 > Strategie di audience development, dagli studi del pubblico alle azioni di coinvolgimento.
Una riflessione collettiva su opportunità e limiti della rivoluzione digitale in atto per individuare nuove possibilità di sviluppo della progettualità culturale, e non solo, della nostra rete associativa.
Interviene: Federico Borreani (Fondatore di BAM! Strategie Culturali).
Ore 17:00-19:00 > Dalla distribuzione di “cinema ricercato” alla creazione di un hub culturale.
Interviene: Anastasia Plazzotta (Fondatrice Wanted Cinema).

Sabato 27 marzo 2021, ore 09.00-13.00
Come realizzare iniziative culturali in streaming.

Ore 9:00-13:00 > L’evoluzione delle piattaforme streaming durante la pandemia. Il circolo come broadcaster. L’acquisizione dei contenuti: criticità negli accordi con i detentori dei diritti.
L’esperienza dello streaming online nella promozione culturale. Organizzazione e promozione degli eventi sul web. Modalità realizzative dei live con ospiti e approfondimento tecnico della piattaforma Streamyard.
SIAE: cenni sull’utilizzazione online di Opere Audiovisive.

Intervengono:
Roberto Roversi (Presidente nazionale Ucca)
Antonio Borrelli (Vicepresidente nazionale Ucca)
Carlo Testini (Arci Direzione nazionale)

Modalità di partecipazione.
Gli incontri si svolgeranno sulla piattaforma zoom, è richiesta l’iscrizione al seguente link: https://arci-it.zoom.us/j/98565016097?pwd=ZHN4NTZkbENxSVgvQW8waGdJejlLUT09

Dopo l’iscrizione, riceverai un’email di conferma con le informazioni necessarie per entrare nella riunione.

Shooting the mafia

Letizia Battaglia – Shooting The Mafia

di Kim Longinotto

Anno: 2019

Paese: Irlanda, USA

Durata: 94’

Un ritratto personale e intimo su Letizia Battaglia, fotografa palermitana e fotoreporter per il quotidiano L’Ora. Una vita vissuta senza schemi: dalla fotografia di strada, per documentare i morti di mafia, all’impegno in politica, Letizia Battaglia è stata una figura fondamentale nella Palermo e nell’Italia tra gli anni Settanta e Novanta. Intrecciando interviste e testimonianze d’archivio, Kim Longinotto racconta la vita di un’artista passionale e coraggiosa, mostrando non solo un’esistenza straordinaria e anticonformista, ma anche uno spaccato di storia italiana. In cerca di una libertà che passa per il sogno di una Sicilia sciolta dalle catene della mafia.

Note di regia
«Letizia Battaglia è una fotografa di talento e una donna irriverente. Il film esplora la storia di questa straordinaria siciliana che ha sfidato l’autorità maschile, la cultura e la società pervase dalla mafia.
Letizia non solo ha fatto infuriare la mafia fotografando coraggiosamente i loro crimini, ma lo ha fatto apertamente in un momento e in un tempo in cui tutto ciò era sconosciuto. Eravamo determinati a realizzare un film che potesse renderle giustizia, intrecciando immagini d’archivio, film classici italiani, filmati privati di Letizia e le nostre riprese. Le fotografie di Letizia sono sorprendentemente grafiche ma anche, stranamente, hanno una specie di bellezza che spezza il cuore. Lei è il mio eroe».

 

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dalle 18:00 alle 24:00 domenica 21 marzo

Rosa Pietra Stella

Rosa Pietra Stella

di Marcello Sannino

Rotterdam International Film Festival, Giffoni Film Festival, Pesaro Film Festival

Anno: 2020

Paese: Italia

Durata: 94’

Carmela è una giovane donna, bella e indomita come un’amazzone, tira avanti giorno per giorno con lavori precari e vane ambizioni, finché non le capita, per conto di un avvocato, di fare affari con gli immigrati clandestini che popolano i vicoli del centro antico di Napoli. È stata una madre poco presente di una bambina di undici anni, Maria, ma ora vuole rimediare, assumersi le proprie responsabilità e vivere la sua maternità. Conosce Tarek, un quarantenne algerino, e lo travolge nella sua lotta per trovare un equilibrio, una vita.

Note di regia

“Aldilà della riflessione sul mondo, ciò che da sempre mi interessa nel mio lavoro è la persona. In questo caso una donna, che ancora oggi, in quanto donna, ha troppo spesso una posizione marginale. La mia Carmela, oltre ad ispirarsi a una persona reale, ha come riferimento le donne raccontate in Rosetta dei fratelli Dardenne, Adua e le compagne di Antonio Pietrangeli, Mouchette di Robert Bresson, Vivre sa vie di J-L Godard, ma anche in Gloria di John Cassavetes, Senza tetto né legge di A.Varda, Mamma Roma di Pasolini. Donne sole molte volte spaesate rispetto al contesto che le circonda. Spesso costrette a prendere decisioni drastiche, a volte crudeli, spinte da una necessità assoluta. Donne che lottano, che si complicano la vita, che portano dentro di sé un desiderio grande, un sogno ancora confuso ma presente, un sogno in attesa di essere realizzato, forse in un’altra vita.

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dalle 18:00 alle 24:00 lunedì 29 marzo

Dicktatorship

Dicktatorship - Fallo e basta

di Gustav Hofer, Luca Ragazzi

Biografilm 2019

Anno: 2019

Paese: Italia

Durata: 85’

Distribuzione: Wanted Cinema

Gustav e Luca vivono insieme da tanti anni. Un giorno, a colazione, una battuta infelice rischia di mettere in crisi il loro rapporto di coppia: possibile che Gustav non si sia mai reso conto che Luca è un maschilista? E come mai anche un uomo progressista come Luca è capace di atteggiamenti sessisti senza neanche accorgersene? La discussione è il pretesto per iniziare un’analisi puntuale del loro – e nostro – Paese. Un viaggio alla scoperta delle storie di ordinario sessismo dell’Italia di oggi, tra integralisti cattolici, improbabili raduni per “uomini veri”, esperimenti scientifici rivelatori… Incontrando diversi esperti nel campo della sociologia, della scienza, delle arti e persino del porno, provando ad orientarsi nell’intricato mondo dei rapporti di potere tra uomo e donna, Gustav e Luca guidano lo spettatore in un viaggio caleidoscopico e a tratti esilarante che li porterà a una conclusione inevitabile: sono gli uomini a dover cambiare, perché le donne, a quanto pare, lo hanno fatto già da tempo.

Note di regia

“Con DicKtatorship abbiamo voluto raccontare come una società fallocentrica e patriarcale non possa produrre che atteggiamenti maschilisti e sessisti. E come questi siano trasversali e indipendenti dal ceto sociale, dalla provenienza geografica, dall’orientamento politico. Annoiati da questa forma mentis, abbiamo deciso di prendere il Belpaese come case-study perché senz’altro l’Italia è un paese dove il maschilismo – e ahinoi la violenza di genere – hanno ancora un ruolo predominante. Da dove nasce questa idea balzana della supremazia maschile? Come reagiscono gli uomini di fronte all’emancipazione femminile? Come mai un sistema apertamente misogino viene ancora preservato? Perché ancora oggi si educano in modo profondamente diverso i figli maschi e le figlie femmine? Le domande sono tante, e per cercare di rispondere alla più importante di tutte – di chi è la responsabilità? – abbiamo indagato su quelli che secondo noi sono i pilastri del sessismo in Italia: la scuola, la politica, i media, la famiglia e “last but not least” la Chiesa”.

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dalle 18:00 alle 24:00 lunedì 22 marzo

Beautiful Things

Beautiful Things

di Giorgio Ferrero, Federico Biasin

Vincitore Biennale College Venezia 74

Anno: 2017

Paese: Italia

Durata: 95’

Distribuzione: Wanted Cinema

Gli oggetti di cui pensiamo di aver bisogno ogni giorno iniziano e finiscono il loro ciclo all’interno di luoghi industriali e scientifici meccanicamente silenziosi e spettrali. Il film descrive la liturgia nascosta all’interno di quattro luoghi remoti, dove uomini di confine lavorano in completo isolamento senza interferenze del mondo esterno: un campo di pozzi di petrolio, una nave cargo, una camera anecoica e un termovalorizzatore. Questi uomini sono inconsapevolmente alla base della lunga sequenza di creazione, trasporto, commercializzazione e distruzione degli oggetti che alimentano la bulimia del nostro stile di vita. I protagonisti sono monaci all’interno di templi di acciaio e cemento e ripetono la stessa liturgia ogni giorno.

Note di regia

“Il film è stato scritto con un approccio musicale, come una partitura in cui le note, le immagini e le parole hanno lo stesso peso e ognuna cerca la propria geometria tra le righe. Il film è dedicato a noi che non sappiamo vivere senza collezionare oggetti semi-inutili. A noi tossici viziosi, bulimici accumulatori. A noi che non riusciamo a vivere nel silenzio. A noi che non riusciamo ad addormentarci senza Netflix nelle orecchie. A noi che accettiamo l’idea che la vita possa precederci ma non che i nostri oggetti ci possano sopravvivere. Questo film è un modo per sfuggire il nostro stile di vita da cui non riusciamo ad uscire in alcun modo. I brevi quadri della quotidianità di una coppia che si intersecano all’impianto narrativo principale del racconto sono le vite degli autori del film stesso. La generazione dei robottini, delle prime chat porno, dei peluche dell’Ikea. Abbiamo cercato attraverso la nostra malinconia di raccontare l’urgenza di un ritorno al silenzio, la ricerca di un respiro libero dalla compressione della vita immolata al rumore.

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dalle 18:00 alle 24:00 lunedì 15 marzo

Sono innamorato di Pippa Bacca

Sono innamorato di Pippa Bacca

di Simone Manetti

Torino Film Festival

Anno: 2019

Paese: Italia

Durata: 76’

Distribuzione: Wanted Cinema

Due donne, due artiste vestite da sposa. Un viaggio fino a Gerusalemme attraverso i paesi sconvolti dalle guerre. 6000 km da percorrere in autostop, per dimostrare che dando fiducia al prossimo si riceve solo bene. Questo era l’intento di Pippa Bacca e Silvia Moro, quando l’8 marzo del 2008 sono partite da Milano con l’obiettivo di mettere in scena una performance nel segno della pace. In ogni luogo avrebbero incontrato persone comuni, artiste, sarebbero state ospiti di associazioni e avrebbero realizzato le loro performance in gallerie d’arte o altri luoghi dove l’arte era forma di comunicazione e unione. Il film è il racconto di questo straordinario viaggio, portatore di un potente messaggio di pace, che fu interrotto 23 giorni dopo il suo inizio in modo tragico e straziante.

Note di regia

“I materiali di repertorio, girati per la maggior parte dalle stesse spose durante il loro viaggio, costituiscono l’ossatura centrale del racconto all’interno del quale si inserisce la narrazione del passato di Pippa, della sua infanzia, della sua adolescenza e della sua formazione artistica. Il fatto di cronaca ha da subito oscurato la potenza artistica del gesto intrapreso dalle due spose. L’obiettivo di questo film è invece quello di tralasciarlo per dare spazio, respiro e dignità al grande gesto che, in quei giorni del marzo 2008, fu messo in atto da due donne, vestite da spose che, affidandosi al prossimo e in autostop, avevano deciso di celebrare un simbolico matrimonio con l’umanità”.

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dalle 18:00 alle 24:00 martedì 9 marzo

Santa Subito

Santa Subito

di Alessandro Piva

Festa del Cinema di Roma (Premio del Pubblico)

Anno: 2019

Paese: Italia

Durata: 58’

Distribuzione: Seminal

Santa Scorese, giovane attivista cattolica della provincia di Bari, per anni subisce le morbose attenzioni di uno sconosciuto molestatore, ma non mette mai in discussione la sua vocazione all’aiuto del prossimo e il suo percorso spirituale. La sera del 15 marzo 1991, al rientro a casa, Santa viene accoltellata a morte dal suo persecutore, davanti agli occhi impotenti dei genitori e di una società all’epoca impreparata ad affrontare i reati di genere e lo stalking. Aveva ventitré anni.

Note di regia

“Ho deciso di raccontare questa storia attraverso le voci di amici e parenti di Santa, chiedendo loro di parlarne come fosse ancora in vita, tornando agli anni in cui progettava il suo futuro. Questa storia è dedicata proprio a chi rimane solo con il suo dolore, dopo lo sgomento di un lutto subitaneo e assurdo. Tra femminicidio e martirio, Santa Subito racconta la storia di un destino annunciato. Paradigma di troppe altre storie dallo stesso finale: il mio piccolo, personale appello affinché le donne siano lasciate meno sole, quando si ritrovano in balìa di una psicosi travestita da amore”.

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dalle 18:00 alle 24:00 lunedì 8 marzo

Nevia

Nevia

di Nunzia De Stefano

76^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Sezione “Orizzonti” Premio Lizzani

Tokyo International Film Festival – Selezione Ufficiale

Anno: 2019

Paese: Italia

Durata: 86’

Distribuzione: ArchimedeFilm

Nevia ha diciassette anni: troppi per il posto in cui vive e dove è diventata grande prima ancora di essere stata bambina. Minuta e acerba, è un’adolescente caparbia, cresciuta con la nonna Nanà, la zia Lucia e la sorella più piccola, Enza, nel campo container di Ponticelli.

Note di regia

“L’adolescenza è il periodo decisivo e più controverso per la costruzione dell’identità e della personalità di un individuo. I ricordi della mia giovinezza appartengono ai dieci anni vissuti in un container nella periferia di Napoli, quando il terremoto degli anni Ottanta costrinse la mia famiglia a sfollare in un campo improvvisato, in attesa di una sistemazione adeguata. I giorni diventarono mesi e poi anni, ma la casa popolare non è mai arrivata e abbiamo imparato così ad adattarci a quella situazione drammatica, cercando di ristabilire una quotidianità e abituandoci a vivere dignitosamente anche con quel poco che avevamo. Le generazioni sono andate e venute, ma i campi container ancora esistono: si sono tramutati in un piccolo mercato immobiliare di serie Z, che offre spesso un tetto ai rifugiati di altre sfortunate realtà. Tuttavia, credo sarebbe limitativo ricercare solo nella mia autobiografia il valore di questa storia. Nevia è un racconto di formazione, la descrizione delle varie peripezie e dei tanti ostacoli che si frappongono tra una giovane adolescente e la conquista di una libera e matura consapevolezza di sé. Il contesto rappresenta soltanto lo sfondo di una vicenda che mira ad acquisire un significato universale. Nevia è una ragazza che combatte contro un destino che sembra già scritto, dalla famiglia o dalla società: è una Cenerentola moderna ma senza principe azzurro, che cerca con risolutezza il proprio posto nel mondo”.

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dalle 18:00 alle 24:00 lunedì 1 marzo

Giù Dal Vivo (Up To Down)

Giù Dal Vivo (Up To Down)

di Nazareno Manuel Nicoletti

International Film Festival Karlovy Vary, Filmmaker Festival, Corto Dorico

Anno: 2019

Paese: Italia

Durata: 74’

C’è una vecchia strada che costeggia una ferrovia ammodernata negli anni ’70, nel cuore della desolata Napoli est.
Ai margini del quartiere ci sono palazzoni rossi ingoiati da lotti di cemento armato. Un reticolato di case popolari, ruderi di progetti pubblici mai attivati, centri diurni, strutture socio-psichiatriche. E tra queste maglie le vite segnate di un uomo con la sua voglia di andare altrove, di una ragazza che rientra a casa per stare coi suoi genitori, e di un pugile mascherato chiuso nella sua stanza, dove si allena, mangia, dorme, senza uscire. Tra mondi possibili, allucinazioni e realtà.
Un mosaico in cui tutti cercano qualcosa, ma nessuno sa cosa vuole.

Note di regia

Il film parla delle periferie. Ci sono Napoli, Milano, perfino Dortmund. Ma sembrano tutte la stessa città. Perché uno crede che basti fotografare questi spazi per spiegare tutto, la misera, il dolore, eppure per me c’è qualcosa di misterioso. A ogni angolo di strada ti dici che il prossimo svincolo è la via d’uscita, eppure le strade ti soffocano, e ti riportano sempre al punto di partenza. Come un labirinto. Ma a conti fatti credo che nel film si parli solo di noi stessi. Oggi posso dire che Giù dal vivo racconta un’ossessione. Forse una mia ossessione. Ed è un po’ come lo scorrere del tempo. Come nella quotidianità dei miei protagonisti. Ci si ritrova nel presente, a galleggiare. Si va avanti e indietro, come se nulla possa interferire. Come se tutto fosse un falso movimento.

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dalle 18:00 alle 24:00 lunedì 22 febbraio