A Lecce la quinta edizione di Sabir

FESTIVAL

di Ucca

A LECCE LA QUINTA EDIZIONE DI SABIR

Dal 16 al 19 maggio il Festival delle culture mediterranee, per la prima volta in Puglia

Quest’anno il Festival Sabir si terrà a Lecce dal 16 al 19 maggio. Dopo le edizioni di Lampedusa nel  2014, Pozzallo nel 2016, Siracusa nel 2017 e Palermo nel 2018, il Festival per la sua quinta edizione approda per la prima volta in terra pugliese.

“Sabir” è stata nell’ottocento e fino all’inizio del secolo scorso, la lingua meticcia parlata dai marinai nei porti del Mediterraneo: dopo le edizioni siciliane, quindi, il Festival si sposta quest’anno in un altro luogo simbolo del bacino mediterraneo, in un periodo – a ridosso delle prossime elezioni europee – che consente un forte richiamo alla riflessione sull’Europa e il suo ruolo nel Mediterraneo.

Anche questa edizione, come le precedenti, sarà articolata in incontri internazionali e formazioni, che si alterneranno ad attività culturali, laboratori interattivi, musicali, teatrali, presentazioni di libri. Molto attese le esibizioni di artisti salentini come l’Orchestra sinfonica di Lecce e del Salento Oles, il gruppo ska ed electro rock Apres La Classe, la “banda” di musica classica Cesare dell’Anna & Giro di Banda.

La presenza di rappresentanti della società civile delle due rive del Mediterraneo e di reti internazionali – Solidar, Migreurop, EuroMedRights, TNI, Attac Francia, Forum Civico Europeo, Attac Internazionale, il progetto Majalat, tra le altre – permetterà di continuare a ragionare sulla necessità urgente di una reale alternativa politica, culturale e sociale nel bacino del Mediterraneo, rimettendo in discussione alcuni pilastri promossi dalle istituzioni di tutta Europa, centrati sul controllo e la criminalizzazione dell’immigrazione, senza alcun interesse per i diritti delle persone e la giustizia sociale.

Novità di quest’anno saranno le “lezioni mediterranee”, che si svilupperanno come approfondimenti su temi specifici legati al Mediterraneo, la sua storia, le sue tradizioni e la sua cultura. Le lezioni saranno tenute da esperti e docenti nazionali ed internazionali delle due sponde.

Per la prima volta, inoltre, il Festival Sabir ospiterà il Mercato del Mediterraneo: in collaborazione con la Fondazione Slow Food per la biodiversità, produttori provenienti da Marocco, Algeria, Tunisia, Palestina ed Egitto esporranno prodotti di terra e di mare che fanno parte della cultura meticcia.

Il Festival è promosso dall’Arci insieme ad Acli, Caritas Italiana e Cgil con la collaborazione di Asgi, A Buon Diritto, Carta di Roma e i patrocini di Rai, Anci, Regione Puglia, Unisalento e Comune di Lecce.

PROIEZIONI UCCA

Aspettando il Biografilm

RASSEGNE

Biografilm School 2019, learn from the best lives!

Aperto il bando dedicato ai giovani tra i 18 e i 30 anni

Biografilm School è l’innovativo progetto di formazione promosso da Biografilm Festival – International Celebration of Lives (uno dei festival più importanti in Europa dedicati ai film documentari e di finzione) e rivolto a giovani dai 18 ai 30 anni.
Con questa proposta formativa Biografilm Festival vuole sostenere il talento e la creatività di 30 giovani offrendo, attraverso Biografilm School, uno spazio privilegiato dove: poter dialogare con grandi personalità del mondo del cinema, partecipare al festival da protagonisti e vederne i dietro le quinte, conoscere fasi e professioni dell’industria cinematografica, realizzare il daily-press ufficiale del festival, imparare a video-raccontare un grande evento, e grazie all’accredito gratuito che verrà consegnato ai partecipanti vedere i film selezionati al Biografilm Festival (7 -17 giugno). Biografilm School si svolgerà dal 3 al 16 giugno 2019, anticiperà come sempre il festival per poi viaggiare in parallelo con esso condividendone luoghi, eventi e ospiti. Nelle passate edizioni Biografilm School ha avuto l’onore di avere come maestri Francis Ford Coppola, Peter Greenaway, D. A. Pennebaker, Ed Lachman, Giuliano Montaldo, Nicolas Philibert, Matteo Garrone, Patricio Guzmán, Sabina Guzzanti, Roberto Minervini Luca Marinelli, Pierce Brosnan, Jaco Van Dormael, Piera Detassis, Valerio De Paolis, Silvio Soldini, Luca Bigazzi etc. che hanno regalato meravigliose lezioni di cinema ma anche di vita. Biografilm School è concepita come una esperienza a 360° nel mondo del cinema e della comunicazione e rivolta a chi è desideroso di formarsi in ambito cinematografico e vuole approfondire i meccanismi dell’industria cinematografica. Il percorso formativo proposto da Biografilm School si articola in 3 moduli:

-1) Le Masterclass: incontri/seminari e momenti unici con i registi, gli autori, gli artisti ospiti di Biografilm Festival. La particolare atmosfera e conformazione di Biografilm Festival, fa sì che le masterclass con i registi proseguano oltre la sala e la lezione frontale e si trasformino in chiacchierate informali e appassionate nei tanti spazi condivisi con gli ospiti internazionali, dal Biografilm Park, all’Area eventi, al Food district.

-2) Il Creative Content Lab: i partecipanti divisi in gruppi di lavoro si impegneranno ogni giorno nella realizzazione pratica di “contenuti creativi”. Si cimenteranno nella redazione del Daily Press ufficiale del Festival,(una pubblicazione quotidiana cartacea) che verrà distribuito a Bologna. Inoltre si occuperanno di “video raccontare” il festival: realizzando alcune clip giornaliere (per Instagram, il Canale youtube del Festival e la sala cinematografica): dalle interviste alle video- recensioni, fino ai Teaser, Trailer, “Virali”, Emotional, utilizzando anche app e risorse della rete.

-3) Percorsi di visione: gli studenti della School verranno forniti di uno speciale accredito che gli consentirà di vedere tutti i film, e di percorsi di visione per destreggiarsi tra gli oltre 100 titoli del Festival (anteprime di film che nei più importanti festival hanno raccolto successi, focus su grandi autori). Avranno inoltre la possibilità di accedere a eventi speciali come ad esempio il mercato dedicato ai professionisti del cinema, Bio to B – Doc & Biopic Business Meeting.

Biografilm School è rivolta ad un massimo di 30 partecipanti selezionati tramite valutazione delle lettere motivazionali e dei curricula inviati alla mail bioschool@biografilm.com. (Termine ultimo per l’invio: 20 maggio 2019). Sono previste tre borse di studio per giovani richiedenti asilo e rifugiati. Per chi non risiede a Bologna sono attive delle convenzioni per soggiornare in alcuni ostelli o alberghi della città. Tutte le info dettagliate e il form per candidarsi alla pagina: www.biografilm.it/2019/biografilm-school o scrivendo a bioschool@biografilm.com.

Proiezioni No Rogo 2019

Proiezioni No Rogo

I film in occasione della ricorrenza del 10 maggio

The poetess
Stefanie Brockhaus, Andy Wolff

Arci Trieste h. 20:00
Via del bosco, 17/b
Trieste
12 maggio 2019

Circolo Mistero Buffo h. 21:00
Via Pennisi, 25
Acireale (CT)
12 maggio 2019

Spazio Labus – Kinetta h. 21:00
Reading di poesie scelte a cura di Millelibri
video di Kinetta, voce di Francesca Mazzoni e basi musicali di Massimo Varchione
Piazza Orsini, 1
Benevento
09 maggio 2019

Arci Gramigna h. 21:00
Via Adige, 34
Bari
11 maggio 2019

Arci Kirikù h. 21:00
Piazza Ferdinando II di Borbone, 14
Bitonto (BA)
09 maggio 2019

Arci Kino h. 21:00
Via Gramsci, 71
Pieve di Cento (BO)
23 maggio 2019

Regarding Susan Sontag
Nancy D. Kates

Circolo Babelica h. 21:00
all’interno di Rockin’ Jersey – Percorso di letteratura americana
Via Gramsci, 71
Torino
28 maggio 2019

Arci Kino h. 21:00
Via Gramsci, 71
Pieve di Cento (BO)
16 maggio 2019

Casa del Popolo di Bosa h. 21:00
Via Efisio Cugia,12
Bosa (OR)
10 maggio 2019

La seconda vita dei film

di Roberto Roversi

Presidente nazionale UCCA

La seconda vita dei film

INTRODUZIONE

Quando, ormai otto anni fa, Ucca ideò e iniziò a realizzare questa rassegna itinerante, lo fece con uno scopo ben preciso: dare una seconda possibilità a documentari svisti, o programmati brevemente solo nelle città metropolitane, nonostante i riconoscimenti dei festival internazionali e le recensioni positive della stampa specializzata. Certo, l’elevato costo delle copie in pellicola era un ostacolo alla diffusione massiva delle opere, ma le distribuzioni assicuravano che, con l’imminente passaggio al digitale, si sarebbero aperte ampie praterie per la multiprogrammazione, anche di opere indipendenti. Inutile dire che le cose sono andate diversamente: i contenuti di nicchia hanno trovato sempre meno spazio in sala e L’Italia che non si vede rappresenta oggi spesso la prima vita di un film, quando non addirittura l’unica

Allargando lo sguardo all’intera produzione italiana del 2018, non si intravedono segnali incoraggianti. Se assumiamo che le opere medie siano più sintomatiche dei capolavori, quanto meno per definire lo stato di salute di un’industria creativa come quella cinematografica, è impossibile non notare come la commedia, da sempre il cuore pulsante della filmografia nazionale, continui a dare segni di stanchezza, con modeste performance al box office e una diffusa sensazione di disaffezione del pubblico di riferimento di fronte a prodotti ripetitivi e stereotipati. Lo stesso cinema d’autore, che pure non ha mancato di sorprendere con opere di assoluto valore (ci limitiamo qui a citare Dogman e Lazzaro felice, entrambi premiati a Cannes), sembra legato al lavoro di poche personalità eccentriche e fuori dal coro: siamo insomma ben lontani da una rinascita del cinema italiano, quanto piuttosto di fronte a felici eccezioni alla regola imperante della standardizzazione anche del prodotto ‘di qualità’. Né ci conforta l’analisi dell’intero mercato theatrical nazionale: nel periodo gennaio – ottobre 2018 siamo costretti a registrare una nuova flessione del 7% rispetto allo stesso periodo di riferimento dell’anno precedente. Un dato che, sommato alla brusca contrazione del 2017, fa segnare un calo complessivo che supera il 20% sia in termini di presenze che di incassi: in sostanza, in due anni, abbiamo perso uno spettatore su 5, con pesanti ricadute su un esercizio già stremato. Nell’attesa messianica che la Legge Cinema vada a regime, nella filiera industriale iniziano a percepirsi sinistri scricchiolii che mettono a repentaglio la tenuta dell’intero comparto. Nell’indifferenza generale, cui farà seguito il consueto rimpallo di responsabilità.

Una nota di ottimismo ci viene invece dalla vitalità del cinema del reale, tornato a confrontarsi con i grandi temi sociali che attraversano il Paese e a farsi esplicitamente e orgogliosamente politico. Ed è proprio da questi piccoli, straordinari film che è composta un’edizione di alto profilo de L’Italia che non si vede, che presenta opere invitate ai principali festival internazionali: ben 4 provengono dalla selezione ufficiale della 75^ Mostra del Cinema di Venezia, 2 da Locarno, una dalla Berlinale e una da Cannes, premiata quale miglior documentario del Festival.

Le tematiche, anche quando si rifanno al passato, hanno la caratteristica dell’urgenza e della necessità, figlie di una temperie sociale e culturale che sta imbarbarendo il discorso pubblico del Paese. È il caso dell’inquietante rigurgito razzista che sta alimentando l’ondata di odio rivolta agli esseri più indifesi della società. 1938: Quando scoprimmo di non essere più italiani ci racconta una delle pagine più oscure della nostra storia, ad ottanta anni dalle leggi razziali. E non solo le storie degli ebrei perseguitati, ma anche quelle dei persecutori che approfittarono con entusiasmo della situazione, per finire con uno sguardo allarmato all’avanzata dei movimenti neofascisti di oggi. Analizza invece il periodo ’68-’78 Ora e sempre riprendiamoci la vita, nel quale Silvano Agosti utilizza rari documenti di repertorio per rappresentare le lotte e le conquiste ottenute in quel decennio, contestualizzate anche grazie a preziose interviste a Bernardo Bertolucci, Massimo Cacciari, Dario Fo, Franca Rame, Bruno Trentin e tanti altri intellettuali e politici dell’epoca.

Ancora il ’68 fa da sfondo all’incredibile storia raccontata da Wilma Labate in Arrivederci Saigon, in cui una giovanissima band femminile della provincia toscana, allettata da un improbabile tour in Estremo Oriente, si ritrova con sorpresa e sbigottimento a suonare per tre mesi in basi sperdute del Sud Vietnam per intrattenere le truppe americane in mezzo ai bombardamenti.

Il dramma delle migrazioni e la tragedia che si consuma quotidianamente nel Mediterraneo sono i temi al centro di Iuventa, l’opera di Michele Cinque che documenta il progetto umanitario della ONG Jugend Rettet, animato dallo slancio utopico di un gruppo di giovanissimi tedeschi, dalla prima missione al sequestro della nave con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Una barca è al centro anche de Il clan dei ricciai: quella di Gesuino, disposto ad offrire una possibilità di riscatto agli ex-detenuti cagliaritani, assunti come pescatori per integrarsi nuovamente nella comunità. Il film descrive una vecchia malavita che sta scomparendo, i cui protagonisti raccontano le difficoltà dentro e fuori dal carcere e il loro rapporto coi valori della strada.

Con Le cicale seguiamo invece gli sfratti che colpiscono la parte più fragile dei cittadini romani, gli anziani che versano in difficoltà economiche. Un viaggio intimo nella vita di persone con pensioni risibili, costrette a lottare ancora per sopravvivere di fronte a uno stato sociale sempre più incapace di garantire a tutti una serena ‘età del riposo’. Altri film puntano invece l’attenzione su dolorosi, e irrisolti, conflitti internazionali, allargando il focus della rassegna all’Iraq e alla Striscia di Gaza.

È il caso di Isis Tomorrow, che si sofferma sulle ‘anime perdute di Mosul’, cioè sui figli e le vedove dei combattenti del Califfato. E in particolare sui bambini, facili da indottrinare all’ideologia di Daesh, che ora vivono confinati in campi profughi, avvolti in una spirale di odio, e costituiscono una polveriera pronta ad esplodere nuovamente. Con La strada dei Samouni Stefano Savona ritorna a Gaza dopo che, nel gennaio 2009, l’operazione militare israeliana ‘Piombo fuso’ aveva provocato il massacro di 29 componenti di una famiglia di contadini. Con l’ausilio delle preziose animazioni di Simone Massi, il regista testimonia come i sopravvissuti ricominciano a guardare il futuro, ricostruendo le loro case, il loro quartiere, la loro memoria.

La rassegna sconfina nella fiction con Zen sul ghiaccio sottile, dolente coming of age dell’esordiente Margherita Ferri su un’adolescente inquieta e ombrosa in cerca della propria identità di genere, in una piccola comunità dell’Appennino emiliano che la esclude e la discrimina.

Sono invece le periferie urbane a fare da sfondo a due tra le migliori opere prime della stagione. La terra dell’abbastanza ci ricorda quanto sia facile l’assuefazione al male: un incidente stradale spalanca inaspettatamente a due ragazzi la via alla criminalità organizzata e ai soldi facili. Ma proprio quell’evento casuale li costringerà a prendere inesorabilmente la direzione sbagliata.

Un giorno all’improvviso la vita ti si rovescia contro, ci ricorda Ciro D’Emilio nel suo intenso film d’esordio, in cui un ragazzo costretto a crescere troppo in fretta si prende cura della madre psicologicamente instabile, ossessionata dall’idea di ricostruire l’unità famigliare spezzata dall’abbandono del padre. Un racconto di formazione amaro, senza sconti.

In Sembra mio figlio Costanza Quatriglio racconta la storia del difficile ricongiungimento tra una madre e il figlio, costretto a scappare dall’Afghanistan quando era ancora un bambino a causa delle persecuzione dei talebani ai danni della sua gente, il popolo Hazara. Un accorato apologo sui popoli sradicati, fuggiti da guerre insensate.

Lovers Film Festival: premio Ucca a Normal

FESTIVAL

Lovers Film Festival: premio Ucca a Normal

Adele Tulli premiata al festival torinese

Il documentario prodotto da FilmAffair è risultato vincitore del concorso internazionale di documentari “Real Lovers”, la cui giuria è composta da Bartholomew Sammut, Hamilton Santià e Luca Paladini.

La motivazione (fonte loversff.com)

Un documentario fuori dagli schemi e visivamente audace che riflette su come il genere definisca il nostro agire quotidiano, influenzandone gesti, desideri, comportamenti e aspirazioni. Un viaggio tra le dinamiche e gli stereotipi di genere nell’Italia di oggi, raccontate attraverso un mosaico di scene di vita quotidiana. In palestra come in spiaggia, in discoteca, in chiesa, in un parco giochi o al centro estetico: il film osserva le coreografie dei corpi, i rituali sociali per ognuno dei generi nei contesti più ordinari e familiari. Un caleidoscopio di situazioni di volta in volta curiose, tenere, grottesche, legate dal racconto di quella che siamo soliti chiamare normalità, mostrata però da angoli e visuali spiazzanti. Con uno sguardo insieme intimo ed estraniante, il film esplora la messa in scena collettiva dell’universo maschile e femminile, proponendo una riflessione – lucida e provvista di ironia – sull’impatto che ha sulle nostre vite la costruzione sociale dei generi.

Arrivederci Saigon

L’ITALIA CHE NON SI VEDE 2018

ARRIVEDERCI SAIGON

di Wilma Labate

Cinque giovani ragazze, armate di strumenti musicali e voglia di cantare, partono dalla provincia toscana per una tournée in Estremo Oriente. Sognano il successo, ma si ritrovano in guerra. È il 1968 e la guerra è quella vera del Vietnam. Dopo cinquant’anni Le Stars raccontano la loro avventura tra soldati americani, basi sperdute nella giungla e musica soul.

Il commento di Wilma Labate

«É il 1968 e mentre in Italia i giovani occupano le scuole, rinnegano l’autorità di una famiglia patriarcale, rivoluzionano i costumi governati dalla Chiesa e decidono di essere soggetti politici, cinque ragazzine della provincia toscana imparano il soul insieme ai soldati afroamericani in Vietnam. Ancora un altro ’68, tra i tanti, a distanza di cinquant’anni. La sfida è quella di raccontare la Storia con lo sguardo delle protagoniste poco più che adolescenti, riaprendo un capitolo tra i più conflittuali del Novecento con la memoria e la leggerezza di una esperienza incredibile che ha segnato per sempre la loro vita».

Svelata la line-up di Cannes: molte aspettative e qualche perplessità

CANNES 2019

di Roberto Roversi

Svelata la line-up di Cannes: molte aspettative e qualche perplessità

La conferenza stampa di presentazione della selezione ufficiale di Cannes è sempre un momento cruciale nella valutazione dello stato dell’arte di quella peculiare industria creativa che è quella cinematografica.

Raramente delude ed è così anche per questa 72^ edizione. Riveriti maestri, autori in ascesa e la speranza, di solito ben riposta, di piacevole scoperte. Dovrà essere l’anno della riscossa, dopo che la scorsa edizione aveva fatto parlare di sé più per la “querelle Netflix” (che nel 2019 non ha sottoposto titoli per il Concorso) che per la qualità dei film in competizione.

Partiamo dalle perplessità, peraltro del tutto legate al mio gusto personale. Confesso di non avere alcuna curiosità di vedere il nuovo film di Almodovar. Né, sia detto con tutto il dovuto rispetto, quello di Bellocchio, reduce da “Fai bei sogni” che segna uno dei punti più bassi della sua carriera. La nuova opera di Ken Loach è come se l’avessi già vista. Anche i fratelli Dardenne, 2 volte trionfatori a Cannes, sono reduci dal loro film più debole (“La ragazza senza nome”). Su Terrence Malick, che mi ha tediato con i suoi ultimi 4 film, ripongo qualche aspettativa, il soggetto è intrigante e fortunatamente lontanissimo dalle elucubrazioni senili new age a cui ci stava abituando, senza considerare che sarà l’ultima volta che vedremo Bruno Ganz sullo schermo.

Ma anche autori più giovani sono chiamati ad un pronto riscatto. E’ il caso di Xavier Dolan, dopo il primo flop della sua fulminante carriera, “The Death and Life of John F. Donovan”, ancora inedito in Italia, o di Bong Joon-ho, del quale non ho digerito lo zuccheroso “Okja”.

Le mie speranze sono allora riposte sull’austriaca Jessica Hausner, a 5 anni dal bellissimo “Lourdes”. E sul rumeno Corneliu Porumboiu, autore dell’indimenticato “Politist, adjectiv”. E ancora sul tocco sensibile di Céline Sciamma, nonché sul ritorno del palestinese Elia Suleiman, che si è preso un decennio di tempo per girare il successore de “Il tempo che ci rimane”.

Ma per un tocco di sana visionarietà, temo sarà necessario rifugiarsi nella sezione collaterale “Un certain regard”, che ospita due irregolari cronici come il catalano Albert Serra e il filosofo francese prestato al cinema Bruno Dumont.

Al netto del fatto che non sia ancora stato annunciato “Once Upon a Time in Hollywood” di Tarantino (il film esce a luglio negli USA, quindi è impossibile che non abbia uno slot prenotato per Cannes), ci sono implicitamente buone notizie per Venezia: nessuna traccia sulla Croisette di autori con film in post-produzione quali Kelly Reichardt, Greta Gerwig, Pablo Larrain, Robert Eggers, Hirokazu Kore-eda, Martin Scorsese.

Proiezioni #Resistenti

Proiezioni #Resistenti

I film in occasione del 25 aprile

1938 – Quando scoprimmo di non essere più italiani
Pietro Suber

Xanadu – Cinema Gloria
Como
23 aprile 2019

Novecento
Bernardo Bertolucci

Cinema Boldini
Ferrara
25 aprile 2019

Gli occhi più azzurri – una storia di popolo
Simona Cappiello
Manolo Turri dall’Orto

Circolo Arci Il Cosmonauta
Viterbo
24 aprile 2019

Senza rossetto
Silvana Profeta

Cineclub Agorà
Pontedera
24 aprile 2019

Circolo Arci Buster Keaton
Chiostro San Domenico
Lamezia Terme
24 aprile 2019

Circolo Arci Concetto Marchesi
Roma
25 aprile 2019

Associazione Canapè
Roma
25 aprile 2019

Iuventa
Michele Cinque

Il Granarone
Calcata (Viterbo)
26 aprile 2019

Paese nostro
Michele Aiello, Matteo Calore, Stefano Collizzolli, Andrea Segre, Sara Zavarise

Circolo Arci Il Cosmonauta
Viterbo
24 aprile 2019

No rogo: spegni l’ignoranza

INIZIATIVE

di Ucca

NO ROGO 2019: SPEGNI L’IGNORANZA

Anche quest’anno l’Arci lancia “No Rogo”, la campagna di promozione della lettura a partire dal giorno in cui ricorre l’anniversario del rogo nazista dei libri non graditi alla loro folle ideologia nell’Opernplatz di Berlino.

In occasione del 10 maggio, nei giorni immediatamente precedenti o successivi, su tutto il territorio nazionale ci saranno letture collettive in piazza, in biblioteca, nelle piccole librerie indipendenti, sugli autobus accompagnate da presentazioni, dibattiti e animazioni.

A partire da quest’anno, Ucca collabora all’iniziativa con due proposte di proiezioni, due film-documentari proiettati al Festival Letteratura di Mantova:

REGARDING SUSAN SONTAG, di Nancy D. Kates

Intima e approfondita indagine della vita di una delle intellettuali più influenti e provocatorie del 20° secolo. Appassionata e schietta, Sontag è stata una delle maggiori icone letterarie, politiche e femministe della sua generazione. Viene qui ricordata da amici, familiari, colleghi e compagni, attraverso materiali d’epoca e immagini d’archivio accompagnate da estratti dei suoi testi, letti dall’attrice Patricia Clarkson. Più di ogni altro intellettuale del suo tempo Sontag è stata seguita, filmata, fotografata, e con la stessa attenzione si è occupata di temi diversi come linguaggio, fotografia, guerra, malattia e terrorismo, con riflessioni e analisi tutt’oggi affascinanti. Il documentario ci offre l’opportunità di osservarla… mentre lei osserva il mondo intorno a sé.

THE POETESS, di Stefanie Brockhaus, Andy Wolff

Hissa Hilal è la voce dietro il velo: la sua arma è la parola. Hissa è una scrittrice autodidatta e decide di partecipare a “Million’s Poet”, un talent show di Abu Dhabi, la più grande competizione di poesia del mondo arabo, diventando la prima donna a raggiungere la finale. Nelle sue poesie critica la società araba patriarcale e i leader religiosi sauditi per il loro estremismo, davanti a 75 milioni di telespettatori. Non vedremo mai il volto di Hissa: come la maggior parte delle donne saudite è coperta dalla testa ai piedi. Non può guidare un’auto, non ha passaporto, deve chiedere il permesso del marito per ogni attività. Da dove arrivano il suo talento per la poesia e il coraggio di salire sul palco rischiando la vita?

Entrambi i film sono disponibili gratuitamente ai primi 10 circoli che ne faranno richiesta.

Per prenotazioni e maggiori informazioni scrivere a ucca@arci.it o telefonare allo 06.41609501.

L’iniziativa, come ogni anno, aderirà anche al “Maggio dei Libri” promosso dal CEPELL – Centro per il Libro e la Lettura e dal MIBACT.

Nonantola Film Festival

FESTIVAL

di Ucca

NONANTOLA FILM FESTIVAL

Al via la festa del cinema e dei corti

Venti serate tutte ad ingresso gratuito all’insegna del cinema di qualità, per emozionarsi, divertirsi e riflettere sulla realtà di oggi. Tre le sale cinematografiche coinvolte, una rassegna serale con undici lungometraggi – quasi tutti di autori italiani – tra cui sei film d’esordio, un film premiato agli Oscar 2019, la Palma d’oro di Cannes 2018 e l’Orso d’oro di Berlino 2018 quest’ultimo in anteprima provinciale, tre film Disney tra cui un capolavoro d’annata per la rassegna dedicata ai ragazzi, il ritorno dei ‘NonantolaFilmLabs’ con due film, due documentari, e una serata incentrata sul rapporto cinema-filosofia, cinque cortometraggi realizzati dagli studenti della scuole Primarie e Secondarie del territorio, tre registi e una regista che presenteranno agli spettatori i loro lavori, un nuovo media partner nazionale – la rivista cinematografica Opere Prime, una mostra di venti scatti selezionati della fotografa ufficiale della manifestazione Gabriella Ascari nel foyer della Sala Cinema Teatro Massimo Troisi.

Questi i numeri della 13esima edizione del festival, che si svolgerà dal 23 aprile al 5 maggio 2019 – con altri appuntamenti sempre nell’ambito della manifestazione dal 6 al 17 maggio –  tra Nonantola, Bomporto e Castelfranco Emilia. In linea con la mission che l’Associazione affiliata Arci-UCCA Nonantola Film  Festival, organizzatrice dell’evento, sta portando avanti da tre anni a questa parte, vengono presentate agli spettatori opere prime di giovani registi italiani che poca o nulla visibilità hanno avuto nelle sale, non per scarsa qualità, ma per logiche di distribuzione cinematografica miopi e interessate soltanto al guadagno immediato. E poi la gara ‘4 Giorni Corti’, vero cuore pulsante del Nonantola Film Festival.

L’edizione 2019 del Nonantola Film Festival è stata presentata martedì 16 aprile in una conferenza stampa tenutasi presso il foyer della Sala Cinema Teatro Massimo Troisi a Nonantola alla quale hanno partecipato Elia Ansaloni presidente dell’Associazione Nonantola Film Festival, Stefania Grenzi Assessore alla Cultura, al Volontariato, alle Attività Produttive e alle Pari Opportunità e Vicesindaco del Comune di Nonantola, Marcello Mandrioli Assessore all’Ambiente, Cultura e Politiche giovanili e Vicesindaco del Comune di Bomporto e Maurizia Cocchi Bonora Assessore alla Pubblica Istruzione, Infanzia e Adolescenza, Volontariato, Affari Istituzionali, Rapporti con le frazioni, e Vicesindaco del Comune di Castelfranco Emilia.

Inaugurazione a Bomporto il 23 aprile con il pluripremiato “La favorita” di Yorgos Lanthimos

Saranno tre le sale ad ospitare gli eventi e le proiezioni della 13esima edizione del Nonantola Film Festival: a Nonantola la Sala Cinema Teatro Massimo Troisi in viale Rimembranze 8, a Bomporto il Cinema Teatro Comunale in via Verdi 8/A e a Castelfranco Emilia il Cinema Multisala Nuovo in via Don Luigi Roncagli 13 con inizio alle ore 21.00. L’ingresso a tutte le proiezioni è sempre gratuito.

I titoli in rassegna a Nonantola

Dopo l’anteprima con “La favorita” a Bomporto martedì 23 aprile, il  Nonantola Film Festival 2019 prende il via giovedì 25 aprile alla Sala Troisi di Nonantola con la surreale e divertente commedia “Troppa grazia” ultimo lavoro in ordine di tempo – vincitore al Festival di Cannes 2018 del premio come Miglior Film Europeo – del regista originario di Vignola Gianni Zanasi, con la geometra Alba Rohrwacher che si vede apparire nientemeno che la Madonna. Venerdì 26 aprile arriva il capolavoro del regista giapponese Kore-eda Hirokazu “Un affare di famiglia” vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes 2018: un’amara analisi delle disuguaglianze sociali, con cui il Maestro dei rapporti famigliari eleva il suo linguaggio diventando un classico vivente. E ancora il nucleo famigliare – sebbene con modalità completamente diverse – è al centro della prima delle Opere Prime presentate al Nonantola Film Festival 2019: sabato 27 aprile ecco la commedia “La casa di famiglia” film d’esordio di Augusto Fornari tratto dal suo omonimo testo teatrale portato con grande successo in tournèe dal 2011 nei teatri di tutta Italia. L’attenzione del regista e qui anche attore si rivolge proprio alle dinamiche che movimentano ogni famiglia: quel mix complicato di affetto e rivalità, di non detti e di ricordi. Gran cast, tra cui Lino Guanciale, Stefano Fresi, Matilde Gioli e Libero De Rienzo.

Domenica 28 aprile sarà la volta di uno dei film italiani migliori e più sottovalutati degli ultimi anni, “Notti magiche” di Paolo Virzì che si conferma l’unico vero erede dei grandi Maestri della Commedia all’Italiana. Un film che è la messa in farsa, con i suoi personaggi-macchiettoni da commedia dell’arte e appunto da commedia all’italiana (le due sono notoriamente connesse), di una tragedia, di una morte, di un funerale. Mauro Lamantia, Giovanni Toscano e Irene Vetere i tre bravi protagonisti principali, e poi Giancarlo Giannini, Marina Rocca, Roberto Herlitzka, Ornella Muti tra gli altri. Un’altra commedia sul mondo del cinema, altra Opera Prima quella proiettata lunedì 29 aprile: “Hotel Gagarin” di Simone Spada è una storia di rinascita, di speranza, di fallimenti e nuovi inizi per un’Italia logorata da anni di crisi economica, benissimo interpretata da Claudio Amendola, Luca Argentero, Barbora Bobulova e Silvia D’Amico.

Dopo la proiezione a Castelfranco Emilia martedì 30 aprile del controverso Orso d’oro di Berlino 2018 “Ognuno ha diritto ad amare” della rumena Adina Pintilie, da mercoledì 1° maggio a sabato 4 maggio rush finale di film italiani alla presenza dei registi alla Sala Troisi di Nonantola. Primo ad essere presentato il 1° maggio l’ottimo thriller del modenese Francesco Barozzi – anche autore della sceneggiatura – “L’ultima notte”, tratto da un fatto di cronaca nera avvenuto nel modenese, anche qui una storia familiare questa volta torbida e tragica tra fratelli, con Beatrice Schiros, Giuseppe Sepe e Francesca Turrini. Regista e attori presenti in sala. Con “L’esodo” pluripremiata opera prima di Ciro Formisano – che accompagnerà il film in programmazione giovedì 2 maggio – interpretato da una straordinaria Daniela Poggi si parla di esodati: una storia vera documentata dai giornali dell’era Monti, con il coraggio (rarissimo nel cinema italiano) di confrontarsi con l’attualità e fare nomi e cognomi, in particolare quello dell’allora ministro del Lavoro. E’ girato interamente a Fanano sull’Appenino modenese invece “Zen – Sul ghiaccio sottile” film d’esordio della regista imolese Margherita Ferri, che venerdì 3 maggio incontrerà il pubblico in sala per raccontare la lavorazione di questo suo primo lavoro realizzato con un budget minimo ma con il sostegno importante di Biennale College, che ha creduto in una sceneggiatura già vincitrice di una menzione speciale al Premio Solinas incentrato sulla sedicenne Maia Zenasi. Per i suoi compagni di liceo è una “mezza femmina” e una “lesbica di merda”. Ma dentro è Zen, un ragazzo che ama l’hockey e ha un debole per Vanessa, compagna di classe fidanzata con il bullo Luca.

La rassegna serale della 13esima edizione del Nonantola Film Festival si chiude per la parte di Nonantola sabato 4 maggio con “Un giorno all’improvviso”, opera prima del regista Ciro D’Emilio, che accompagnerà il film. Una storia emozionate su un rapporto madre-figlio molto tormentato, con una straordinaria Anna Foglietta e in uno dei ruoli migliori della sua carriera e Giampiero De Concilio. La pellicola è stato presentato in concorso nella sezione ‘Orizzonti’ alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2018, dove ha vinto il Premio di Critica Sociale – Sorriso Diverso.

I titoli in rassegna a Bomporto e Castelfranco Emilia

Due film stranieri – uno vincitore del premio Oscar per la Miglior Attrice Protagonista e l’altro dell’Orso d’oro al Festival del Cinema di Berlino 2018 – le pellicole in programma a Bomporto e a Castelfranco Emilia nell’ambito della rassegna serale della 13esima edizione del Nonantola Film Festival. Si parte con “La favorita” capolavoro del regista greco Yorgos Lanthimos a cui come detto spetta l’onore della pre-apertura della manifestazione martedì 23 aprile al Cinema Teatro Comunale di Bomporto. Presentato in concorso all’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e candidato a 11 premi Oscar 2019, il film – che narra della Regina Anna e delle due dame che se ne contendono i favori e il letto nell’Inghilterra del XVIII secolo – ha fatto vincere alla protagonista Olivia Colman la Coppa Volpi e l’Oscar come Miglior Attrice Protagonista. Accanto a lei, altrettanto strepitose, Rachel Weisz ed Emma Stone.

Vincitore a sorpresa – e assai contestato – dell’Orso d’oro e del premio come Migliore Opera Prima alla Berlinale 2018, “Ognuno ha diritto ad amare – Touch me not” della giovane regista rumena Adinia Pintilie sarà proiettato in anteprima provinciale martedì 30 aprile al Cinema Multisala Nuovo di Castelfranco Emilia. Un po’ performance artistica, un po’ progetto di ricerca, un po’ documentario, un po’ fiction, il film narra di Laura, che non può sopportare di essere toccata. Prova anche con un giovane che si prostituisce ma non riesce a superare il suo problema. Christian soffre di una disabilità grave e parla con grande sincerità dei propri desideri in campo sessuale e dell’amore per la sua compagna. I due partecipano a un workshop in cui sono presenti persone di varia età e a cui è presente anche Tudor che appare molto vulnerabile ma accetterà di condividere le proprie sensazioni. Per le tematiche sviluppate, è vietata la visione del film ai minori di 14 anni.

Le proiezioni a Nonantola, Bomporto e Castelfranco Emilia

Tutte le informazioni e il programma completo sul sito www.nonantolafilmfestival.it e sulla pagina Facebook dedicata.